La Fabbrica del Vapore di Milano dedica una grande mostra all’attore teatrale e pittore Jean-Marie Barotte
Interprete della compagnia teatrale Cricot 2 fondata da Tadeusz Kantor, Barotte è protagonista di una retrospettiva che esplora il legame tra la sua conturbante pittura e la letteratura
Teatro e pittura sono le due anime di Jean-Marie Barotte (1954 – 2021), artista italo-francese i cui mondi espressivi saranno al centro di un’importante retrospettiva in programma allaFabbrica del Vapore a Milano dal 5 al 31 ottobre 2024. Una mostra che racconta il suo poliedrico percorso artistico, dalla lunga esperienza teatrale come attore nella compagnia Cricot 2 fondata dal regista Tadeusz Kantor fino all’approdo in pittura, dalla fine degli Anni Ottanta: i primi disegni di Barotte nascono durante le tournée, tra città e teatri diversi in giro per il mondo.
Jean-Marie Barotte tra teatro e pittura. La mostra a Milano
Anche la sua pittura sarà fortemente intrisa di conoscenze e suggestioni tratte dalla dimensione letteraria, una sorta di comune denominatore che permette di leggere la carriera di Barotte come un continuum artistico e intellettuale, e non come un percorso dettato da cesure. “L’eredità ideale dei classici ha portato Barotte a riflettere sul linguaggio stesso della pittura contemporanea come frutto di una rilettura del passato e della sua interpretazione in chiave attuale”, spiega Chiara Gatti, curatrice della mostra insieme a Marco Bazzini, con la direzione artistica di Maria Cristina Madau. “Segno, tono, velo, nero e luce fanno infatti parte di un lessico che deve le sue origini all’insegnamento di autori del XVII Secolo che hanno studiato l’ombra come luogo delle possibilità”.
Le suggestioni letterarie nella pittura di Jean-Marie Barotte
Edmond Jabès, Paul Celan, Jacques Derrida sono gli autori cui si ispira Barotte per intraprendere il suo viaggio verso l’espressione artistica, concepito come un percorso interiore, basato sulla ricerca e la conoscenza di sé. In particolare, una serie di Barotte è ispirata alla Noche oscura del alma di San Juan de la Cruz (santo spagnolo cofondatore dell’Ordine dei Carmelitani Scalzi), in cui si parla di purificazione dello spirito per un cammino che conduce dall’oscurità alla luce: in queste opere, Barotte rappresenta mondi altri, oltre la soglia, attraverso espedienti formali dagli esiti estetici suggestivi e affascinanti. Atmosfere che verranno enfatizzate dall’allestimento pensato per la Fabbrica del Vapore, che si trasformerà in una sorta di labirinto fatto di stanze, studioli claustrali e piccole wunderkammer. “La sopravvivenza di Barotte alla sua scomparsa, da intendersi come la fine della sua personale rappresentazione e l’inizio della leggenda dell’artista, viene celebrata in questa mostra con una precisa intenzione progettuale: riattivare il pensiero filosofico dell’artista attraverso la sua produzione pittorica”, sottolinea Maria Fratelli, direttrice della Fabbrica del Vapore. “La mostra dedicata a Jean Marie Barotte concentra l’attenzione sulla manifestazione concreta del suo pensiero, è un viaggio all’interno dei meandri del suo pensiero”.
La mostra di Jean-Marie Barotte alla Fabbrica del Vapore a Milano
“Il piccolo formato utilizzato da Jean-Marie Barotte è il desiderio di trasportare su tela il gesto minimo, sussurrato più che tracciato dall’azione del pittore”, spiega Marco Bazzini. “Si tratta di un’approssimazione al silenzio che squarcia il campo del vedere per aggiornare lo sguardo oltre l’immediatezza del nostro reale. Riporta a uno spazio della cura che significa inclinazione verso l’altro, anche quando l’altro è la minuta superficie che accoglie i colori”.
Desirée Maida
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