Human Gravity

Informazioni Evento

Luogo
MARIGNANA ARTE
Dorsoduro 141, 30123, Venezia, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
23/11/2024

ore 17

Curatori
Opiemme
Generi
arte contemporanea, collettiva

Marignana Arte ospiterà la mostra collettiva Human Gravity. Il progetto nasce da un’idea di Opiemme, che presenterà alcuni dei suoi ultimi lavori realizzati appositamente per l’esposizione.

Comunicato stampa

Dal 23 novembre 2024 al 15 febbraio 2025 Marignana Arte ospiterà la mostra collettiva Human
Gravity. Il progetto nasce da un’idea di Opiemme, che presenterà alcuni dei suoi ultimi lavori
realizzati appositamente per l’esposizione. Saranno presentati al pubblico anche lavori di Arthur
Duff, fuse*, Aldo Grazzi, Yojiro Imasaka, Silvia Infranco, Alessandra Maio e Quayola, assieme alle
opere di Opiemme. In contemporanea alla mostra, lo spazio di Marignana Project ospiterà una
personale di Opiemme intitolata Ciò che resta, ciò che cambia. I due progetti si propongono di
invitare lo spettatore a riflettere sui temi della desacralizzazione della natura, dell’impatto
dell’uomo sul pianeta e della violenza dei processi antropici, ma anche su quelli del valore salvifico
dell’espressione artistica come strumento di indagine, riflessione ed espressione della complessa
relazione che lega l’uomo all’ambiente naturale. Sulla sua capacità di poter ispirare nuove
riflessioni.
Secondo Marcel Gauchet la modernità ha inizio con “l’espulsione dell’invisibile dalla natura
visibile” e le radici della nostra contemporaneità consisterebbero – seguendo questa tesi – in un
lento e costante processo di desacralizzazione della natura, dell’uomo, dell’etica e della morale (M.
Gauchet, Un mondo disincantato, Dedalo 2008). È un mondo disincantato quello realizzato dal
progresso tecnico-scientifico fondato sul passaggio – per dirla con Alexandre Koyré – “dal mondo
del pressappoco all’universo della precisione”. Perduto l’incanto, perduta la sua sacralità, il mondo
appare come un bene di cui disporre indiscriminatamente. In una visione esclusivamente
tecnico-scientifica è solo questione di tempo: il mistero del cosmo è alla portata dell’uomo e degli
strumenti che crea per indagarlo. Quanto di più profondo vi sia nella natura, persino l’origine
dell’essere ed il fine delle cose, saranno un giorno chiariti e risolti in un sistema di sapere razionale.
Si potrebbe dire che il nucleo concettuale comune alle mostre Human Gravity e Ciò che resta, ciò
che cambia parta da queste premesse: può l’arte reincantare il mondo? La ricerca artistica può
ricongiungere il visibile con l’invisibile, la precisione con la meraviglia, la ragione con il mistero
opponendosi e criticando una visione antropocentrica e distorta dell’universo? Le opere in mostra
indagheranno limiti e criticità di una visione distruttiva della relazione tra l’uomo e il cosmo,
opponendo alla “gravità umana”, al ‘peso’ dell’uomo sul mondo, la leggerezza della

contemplazione estetica nella quale ciò che si cerca non è la “mercificazione” del reale, ma al
contrario lo stupore per l’insondabile mistero che lo avvolge.

Artisti: Arthur Duff, fuse*, Aldo Grazzi, Yojiro Imasaka, Silvia Infranco, Alessandra
Maio, Opiemme, Quayola