Martin Scorsese a Torino riceve un premio e tiene una masterclass imperdibile
Il regista di “Toro scatenato” è stato nel capoluogo piemontese per ricevere il Premio Stella della Mole, e si è intrattenuto anche per una conversazione cinematografica e cinefila tra le più belle mai concesse fino a ora
Il Museo Nazionale del Cinema di Torino ha reso omaggio al leggendario maestro della New Hollywood, Martin Scorsese. Il regista, insignito del Premio Stella della Mole – negli anni attribuito a grandi protagonisti del cinema mondiale, tra cui Paul Schrader, Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo – ha tenuto una masterclass dal grande valore cinematografico e artistico, caratterizzata da entusiasmo e desiderio di condividere la propria esperienza.
Scorsese e la complessità della costruzione cinematografica
“Sono cresciuto in un periodo in cui si stava riscrivendo il cinema. Vivevo a New York, nell’East Side, una sorta di Little Italy, e vedevo tutto ciò che stava accadendo attorno a me, dall’altra parte della città. Stava emergendo un cinema nuovo, una nuova letteratura”, ha commentato Martin Scorsese. “Era un momento in cui tutto stava venendo meno, stava cambiando. Era la metà degli Anni Sessanta e si aveva la sensazione di poter fare qualunque cosa, anche senza il supporto degli Studios. In più, c’erano la new wave francese e italiana; c’erano Truffaut e Fellini. Erano gli anni di un diverso linguaggio cinematografico”. I suoi ricordi hanno toccato l’intera complessità della costruzione cinematografica, ripercorrendo suggestioni, idee, atmosfere. In particolare, ha sottolineato il suo amore per la musica a cui, in ogni film, ha sempre attribuito un preciso significato.
Alla premiazione di Scorsese a Torino anche Giuseppe Tornatore
Promotore della conservazione dei film e collezionista di manifesti cinematografici, Scorsese è stato celebrato a Torino da altri grandi personaggi del cinema, tra cui il Premio Oscar italiano Giuseppe Tornatore che, in un discorso emozionante, ha posto l’accento sull’uomo oltre che sull’artista. “Mi chiedo se qualcuno abbia mai domandato a Martin Scorsese come impiega il suo tempo libero. Forse nessuno gli ha mai chiesto se fa bricolage o se addobba l’albero di Natale a dicembre, perché è facile immaginare che Martin di tempo libero ne abbia poco o niente affatto? Oppure, al contrario, il suo è tutto un interminabile tempo libero in cui l’unico hobby, l’unico gioco, l’unica ragione di vita è il cinema?”
Scorsese: un appassionato cinefilo
Di Martin Scorsese non sappiamo tutto ma conosciamo abbastanza. È uno di quei registi che, pur non concedendosi spessissimo alla stampa, negli ultimi anni attraverso i social è stato sempre presente, raccontandosi anche in modo molto divertente. Negli anni infatti si è molto aperto verso il pubblico confidando i suoi gusti cinematografici, i film che lo hanno accompagnato nel tempo da spettatore, che lo hanno fatto appassionare a questa magnifica arte, la settima. Scorsese è un vero uomo di cinema. Un cinefilo a tutti gli effetti. Innamorato delle opere di Fellini, Kubrick, Visconti, Ford, Rossellini, Welles, Rosi, Kurosawa, Bresson, Renoir, Hitchcock.
“Taxi Driver”? Per Scorsese una delle emozioni più grandi
Durante la masterclass, tra i tanti film della sua carriera ripercorsi e analizzati il regista si è soffermato su Taxi Driver. “Credo che il personaggio sia la base di partenza per creare il tessuto emotivo di ogni film. Per esempio, per ‘Taxi Driver’ il linguaggio della sceneggiatura è stato l’elemento più significativo. Insieme a Robert De Niro e Paul Schrader eravamo un’unica mente e anche se tutti erano contro di noi, volevamo fare questo film a tutti i costi”, ha affermato Scorsese. “Il film parla di persone alienate e io, in quel momento, mi sentivo proprio così. Certo parlo solo per me e non per gli altri”, ha puntualizzato. “Ci siamo però resi conto, alla fine, che tutti, durante la realizzazione, avevamo provato le stesse sensazioni. È stato un lavoro duro che non siamo mai riusciti a esprimere a parole, anche perché sono state l’energia e la passione a costruire ogni immagine, movimento”.
Margherita Bordino
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