La grande mostra su Henri Matisse alla Fondation Beyeler di Basilea
Nove sale, settanta opere per un valore superiore a un miliardo di dollari, istituzioni e collezioni di prestigio provenienti da tutto il mondo: ecco cosa ci dice di nuovo su Matisse la mostra che la Fondation Beyeler di Basilea dedica al maestro fauve
Là, tout n’est qu’ordre et beauté, / Luxe, calme et volupté
– Charles Baudelaire
Un’altra mostra su Henri Matisse: Fondation Beyeler che possiede alcuni importanti lavori del maestro francese ne aveva già proposta una circa venti anni fa. Quella attuale, Matisse. Invitation au Voyage, abbraccia tutte le stagioni creative dell’artista. Partendo dai quadri realizzati intorno al 1900, la mostra procede con i dipinti fauve, le opere sperimentali dei primi anni del Novecento, le tele sensuali degli Anni Trenta, per culminare in una sala dedicata alle “figure dipinte con le forbici”: i bellissimi lavori ritagliati e incollati su carta realizzati nel secondo dopoguerra. Per comprendere davvero la portata di questa esposizione i numeri possono essere di utili: in nove sale sono raccolte settanta opere per un valore superiore a un miliardo di dollari. Per consuetudine i ringraziamenti a chi ha reso possibile un’esibizione trovano spazio alla fine di ogni comunicazione istituzionale: qui invece sono posti all’inizio e vi compaiono istituzioni di grande prestigio.
Matisse: una grande mostra partecipata
Quelle pubbliche sono americane, danesi, francesi, olandesi, lussemburghesi, svedesi, svizzere, tedesche; quelle private annoverano nomi come Fondation Louis Vuitton, Pinacoteca Gianni Agnelli, Phillps Collection, Salomon R. Guggenheim, Werner and Gabriele Merzbacher Collection. In totale, quasi cinquanta prestatori. L’elenco dei ringraziamenti e si estende a mecenati e operatori. Ma non basta: il lussureggiante catalogo preparato per l’occasione include gli scritti di undici tra i maggiori esperti internazionali del lavoro dell’artista francese. Insomma, l’operazione appare quietamente gigantesca. Noi qui proveremo ad elencarne solo alcuni tra i temi che ne forniscono l’ossatura.
Chi è Henri Matisse
L’Invitation au voyage che ricorre nel titolo fa riferimento al titolo di una poesia del 1857 di Baudelaire. Matisse considerava Les Fleurs du Mal da cui questa poesia proviene, tra le principali fonti letterarie della sua ispirazione. Grande lettore (oltre a Baudelaire, Mallarmé, Verlaine, Gide, Apollinaire, Éluard e più tardi James Joyce) Matisse fu anche grande viaggiatore. Nato in provincia diciottenne si trasferisce a Parigi e una volta scoperta la sua vera vocazione comincia peregrinazioni che lo porteranno prima nel sud della Francia e poi in Algeria, Italia, Russia, Marocco, Stati Uniti e Tahiti. Altri spostamenti appartengono alla sua biografia. La sua fama lo porterà a Londra per incontrare Diaghilev che gli commissiona una scenografia, sarà a Monaco, Berlino, Oslo, Copenaghen e Stoccolma, e poi di nuovo in diverse località degli Stati Uniti per esporre, due volte anche alla Biennale di Venezia: ma in questi casi si tratta di viaggi di lavoro. I primi citati furono invece vissuti come “formativi”. Da questi viaggi Matisse ritorna sempre con una scorta di impressioni che in studio rielabora in una sintesi del tutto personale. In Italia nell’estate del 1907 incontra il Giotto della Cappella degli Scrovegni. Dalla sua pittura protorinascimentale rimane e colpito, vi coglie un potere emotivo che si manifesta prima di tutto in espressione pittorica e solo dopo in termini di contenuto. Matisse sta forse cecando prima di tutto se stesso e tornato a Parigi inizia a dipingere Les Baigneuses à la tortue. Il Battesimo di Cristo nella Cappella degli Scrovegni con la sua radicale divisione del paesaggio in un’area superiore di blu e una sezione inferiore di verde, ritorna nel fondo blu-verde su cui si muovono le tre bagnanti di Matisse. La tensione con cui viene raffigurato da Giotto il corpo del Salvatore hanno a che fare con la loro misteriosa danza, il modo “primitivo” di queste figure e le origini preistoriche della tartaruga suggeriscono un evento antico. Sebbene resti un’opera enigmatica l’influenza (dichiarata dallo stesso Matisse) è scoperta.
La mostra di Henri Matisse a Basilea
Luxe, calme et volupté (1904) icona del puntinismo di cui Matisse è considerato il massimo esponente è una delle prime opere che incontra il visitatore a Basilea. “Là tutto è bellezza, tutto è misura, / Ricchezza, serenità e piacere”: così recita il ritornello, ripetuto tre volte, de L’Invitation au voyage. Si tratta di un adagio molto citato. Ma cosa significava per Matisse? Baudelaire venne ritenuto al suo esordio il poète maudit per eccellenza. Ma per la generazione a cui apparteneva Matisse divenne piuttosto il campione della modernità. Matisse leggeva Baudelaire sotto la questa luce: non era interessato ala sua “oscurità” ma alla difesa de l’art pour l’art propugnata da questo poeta-filosofo: una visione che riteneva valida anche per se stesso, convinto come era che l’arte abbia una sua giustificazione intrinseca e indipendente da qualsiasi sistema di valori precostituito.
I temi nell’opera di Matisse
È innegabile che i temi espressi nelle opere di Matisse abbiano a che fare con la bellezza, il lusso, l’armonia, la pace, i sogni e la felicità. La joie di vivre espressa qui è tutto il contrario del sentimento prevalente nei difficili tempi che stiamo vivendo. E tuttavia l’appropriazione di Baudelaire operata da Matisse e certamente una delle ragioni di questa mostra proposta da Fondation Beyeler. Per esplicita dichiarazione appartengono all’ideale estetico di Ernst e Hildy Beyeler, e nel progetto realizzato da Renzo Piano dove Fondation Beyeler si distingue per il suo carattere di spazio idilliaco, dove arte, natura e architettura si fondono in un insieme che trasmette un’impressione di lusso intelligente. Fondation Beyeler si raggiunge da Milano in poco più di quattro ore d’auto. Altre però sono le distanze: nella classifica che rende conto del pil pro capite delle nazioni la Svizzera si colloca al sesto posto, preceduta da paradisi artificiali quali il Qatar, Lussemburgo, Macao o Singapore. L’Italia al 33eseimo.
Aldo Premoli
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