Maïmouna Guerresi – La Création du Monde
La Création du Monde offre un viaggio profondo nella pratica artistica di Guerresi, mettendo in mostra la sua combinazione unica di fotografie, sculture, video e opere su carta.
Comunicato stampa
Sabato 19 ottobre, Matèria è lieta di presentare La Création du Monde, la seconda mostra personale di Maïmouna Guerresi presso la galleria, la prima dopo essere entrata a far parte dei suoi artisti rappresentati. Artista multimediale di fama internazionale, Guerresi ha ottenuto numerosi riconoscimenti per la sua profonda esplorazione della spiritualità e dell’ibridità culturale. Spaziando su più decenni di produzione, La Création du Monde offre un viaggio profondo nella pratica artistica di Guerresi, mettendo in mostra la sua combinazione unica di fotografie, sculture, video e opere su carta.
Il titolo della mostra deriva da un video di nuova produzione - presentato per la prima volta in galleria - ispirato a un antico racconto orale dei Dogon, trascritto in francese dall'antropologo Marcel Griaule e riportato nel libro Kuma di Makhily Gassama. La narrazione poetica del video, tradotta in wolof, una lingua tradizionale senegalese, mette in luce i profondi legami fonemici e culturali tra il wolof e l’antico egiziano, come evidenziato dall'antropologo Cheik Anta Diop. Diop sosteneva che la lingua egiziana antica segnava l'inizio culturale dell'Africa nera e costituiva il fondamento delle civiltà mediterranee, influenzando filosofi greci e romani. Questo legame culturale, tuttavia, è stato successivamente offuscato e dimenticato dall'Occidente.
La mostra si apre con Colonna Minareto, una struttura in ferro bianco che evoca l'atto spirituale della preghiera attraverso la presenza di scarpe, simbolo della fisicità necessaria per accedere al divino. Addentrandosi nella galleria, i visitatori incontrano Terracotta Carpets, i cui superfici in argilla portano impronte di pizzi e piedi, richiamando uno spazio in cui nascita, preghiera e morte si intersecano, ancorando il corpo umano sia al regno fisico che a quello spirituale.
The Golden Door, una fotografia su larga scala facente parte della rinomata serie The Giants - ispirata a figure mistiche dell'Africa musulmana - presenta una figura avvolta in un ampio mantello, delineando la forma di un corpo assente; un'assenza che diventa presenza attraverso un vuoto. Questo vuoto è infinito, privo di dimensioni spaziali e temporali, vibrante di un'energia quantica che attira chi è sintonizzato su di essa, invitandolo ad approfondire la propria conoscenza interiore. Dietro la figura si erge una porta dorata, che richiama la forma architettonica del mantello, creando un'atmosfera di sospensione metafisica.
Nel suo complesso polittico fotografico The blue table, light salt, donne vestite in tonalità di nero e rosa siedono davanti a un banchetto surreale, esaminando granelli di sale come se fossero gioielli. Questo raduno simbolico diventa una silenziosa meditazione sull'isolamento e la comunione, sospeso in un momento di quiete metafisica che ricorda le composizioni rinascimentali. Aggiungendo una dimensione celeste all’esplorazione di Guerresi sulla nascita, la femminilità e la creazione cosmica.
La Via Lattea - una delle installazioni chiave dell’artista, prodotta nel 2000 - cattura la visione mistica attraverso una disposizione di numerosi piccoli capezzoli bianchi in ceramica che formano la via lattea, nata secondo la mitologia da uno spruzzo di latte dal seno della dea Giunone mentre allattava Ercole.
I temi ricorrenti che hanno ossessionato e ispirato Maïmouna Guerresi durante la sua carriera guidano il percorso del pubblico, culminando nel video La Création du Monde. In quest’opera, sacchetti di plastica fluttuanti—normalmente inerti e scartati—prendono nuova vita, muovendosi come corpi celesti in una danza cosmica. Il gioco di luci e ombre, insieme alla narrazione poetica in wolof, conferisce al pezzo un ritmo ipnotico e ultraterreno. La voce nel video è quella di N'Goné Fall, curatrice indipendente e consulente in politiche culturali, il cui contributo vocale amplifica le transizioni tonali delle scene, approfondendo ulteriormente la loro risonanza.
Attraverso la fusione armoniosa tra terreno e cosmico, Guerresi crea uno spazio di contemplazione che trascende il visivo, lasciando una meditazione silenziosa ma potente sulla condizione umana universale, la fede e la trasformazione. Nel confronto con la profondità di questi temi, siamo invitati a riflettere sulle narrazioni condivise che ci uniscono — una chiamata alla riconnessione con la ricchezza della nostra storia collettiva e a onorare le voci che hanno plasmato la comprensione della nostra esistenza.
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Maïmouna Guerresi è un'artista multimediale la cui pratica include fotografia, scultura, video e installazioni. Il suo lavoro esplora le dimensioni spirituali dell'umanità, offrendo una visione delicata delle nostre connessioni mistiche interiori. Le narrazioni di Guerresi si dispiegano fluidamente, trascendendo le divisioni psicologiche, culturali e politiche, mentre mettono in evidenza un'umanità condivisa. Le sue figure e scene trasformano l'individuo in uno spazio sacro, rivelando verità profonde su comunità e anima.
Guerresi ha esposto ampiamente in Europa, Africa, Stati Uniti, Asia e Medio Oriente. In particolare, il suo lavoro è stato presentato alla Biennale di Venezia (1982, 1986) e a Documenta K18 (1987), così come in importanti istituzioni come il Museo Nazionale di Bamako, il Museo Kiasma di Helsinki, l'I.M.A. di Parigi, il Museo d'Arte di New Orleans e lo Smithsonian National Museum of African Art.
È rappresentata a livello internazionale dalla Mariane Ibrahim Gallery e ha collaborato con numerosi musei prestigiosi, tra cui il Royal Ontario Museum, l'Aga Khan Museum, il Fotografiska Museum Shanghai e la Tate Modern di Londra.
Le sue opere fanno parte di collezioni museali in tutto il mondo, come il LACMA a Los Angeles, Palazzo Forti a Verona, il MIA a Minneapolis e l'Hood Museum of Art.
Da oltre due decenni, Guerresi si è concentrata sull'empowerment delle donne e sul promuovere connessioni tra culture diverse, celebrando l'umanità condivisa al di là dei confini.