Gli effetti personali di Vittore Fossati in una mostra fotografica ad Alessandria
Ripercorre la carriera del fotografo paesaggista che prese parte anche al celebre “Viaggio in Italia” del 1984 l’esposizione alessandrina con scatti che raccontano quasi quarant’anni di storia
Geografico, biografico e metaforico. Le foto di paesaggio riflettono tre aspetti – diceva il celebre fotografo Robert Adams – ed è per questo che Vittore Fossati (Alessandria, 1954) intitola la sua più recente mostra Effetti personali. Fotografie 1981 – 2018: oltre settanta scatti raccontano alcune tappe della storia professionale del fotografo paesaggista che, tra le altre cose, ha preso parte al celebre Viaggio in Italia del 1984 (di cui quest’anno ricorrono i quarant’anni). “Quello biografico può essere banale, quello geografico noioso e quello metaforico ambiguo. Solo quando queste tre cose si riescono a mescolare in maniera efficace si può ottenere qualche immagine che racconta quello che Adams chiamava attaccamento alla vita”, spiega Fossati. Da Belle Arti a Storie immaginate in luoghi reali e Dove sono i Pirenei, l’esposizione – a cura di Giovanna Calvenzi insieme allo stesso Fossati – è ospitata fino al 12 gennaio 2025 nelle Sale d’Arte di Alessandria.
La fotografia di Vittore Fossati
“Con raffinata, colta curiosità nel corso degli anni Fossati è riuscito a coniugare tutte le esperienze che in anni recenti hanno caratterizzato le indagini sul paesaggio e a praticare un proprio registro nel quale ha saputo mutuare la visione ‘oggettiva’ che indaga e rispetta il territorio con la ‘rappresentazione del sé’, la visione quasi privata che determina le sue scelte di indagine. Senza dimenticare mai, soprattutto nella scelta dei titoli dei suoi progetti, la dimensione ludica del linguaggio”, racconta Giovanna Calvenzi. Dunque sguardo oggettivo ma guidato da una soggettiva curiosità, insieme alla titolistica dei progetti fotografici, che coprono quasi quarant’anni di storia, che ne smorzano il sentimento e lasciano sospesa la visione.
La mostra di Vittore Fossati alle Sale d’Arte di Alessandria
L’inizio del percorso espositivo (una cassettiera di sette piccoli mondi) si apre proprio con la sezione Viaggio in Italia, presentando due fotografie – Oviglio, 1981 e Santo Stefano Belbo, 1983 – presenti nel 1984 nell’omonima collettiva curata da Luigi Ghirri, Gianni Leone ed Enzo Velati. Segue Belle Arti, che racconta lo studio del pittore e ceramista Bruno Severino (1952 – 2018) con scatti realizzati tra il 1993 e il 1996, mentre Osservazioni fotografiche lungo il corso del torrente Scrivia (del 1996) e Viaggio in un paesaggio terrestre – realizzato a quattro mani con lo scrittore Giorgio Messori tra il 1997 e il 2002 – sono un invito a perdersi nell’attesa dell’osservazione. Così come anche Il Tanaro a Masio, che raccoglie sei anni di soste e riflessioni in riva al fiume, e Storie immaginate in luoghi reali, di cui fanno parte quattro fotografie del progetto realizzato da Fossati su incarico del Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo-Milano. Mentre, conclude, Dove sono i Pirenei in un’alternanza stravagante di riproduzioni di cartoline e illustrazioni di libri a scatti dei luoghi più noti della catena montuosa.
Vittore Fossati si racconta
“All’inizio quando fotografi ti accorgi solo delle cose più grosse, ma dopo un po’, camminando sulla riva di un fiume cominci ad ascoltare, arriva il suono dell’acqua sui ciottoli, poi senti lo scricchiolio dei tuoi passi e lo metti in relazione col rumore dell’acqua, guardi una cosa vicina e una cosa distante, magari ti accorgi di un segno bianco su una pietra che indica una direzione e cerchi di intrecciarla col resto, e solo alla fine riesci a fare esperienza di un luogo, unendo tutte queste cose”, racconta il fotografo commentando la serie Il Tanaro a Masio.
Caterina Angelucci
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