Guendalina Salimei curerà il Padiglione Italia alla Biennale Architettura 2025
L’architetta e docente universitaria, fondatrice di T-Studio con cui si sta occupando del progetto “Kilometro Verde” a Corviale, curerà il prossimo Padiglione Italia. Focus della sua proposta il rapporto tra terra e mare, in un’ottica che dal Mediterraneo si estende agli oceani
Il Padiglione Italia alla 19. Mostra Internazionale di Architettura La Biennale di Venezia sarà curato da Guendalina Salimei. La nomina della progettista e docente romana, classe 1962, arriva dal Ministro della Cultura Giuli, che ha dunque riconosciuto alla proposta denominata TERRÆ AQUÆ. L’Italia e l’intelligenza del mare la capacità direstituire “una visione particolarmente innovativa e non convenzionale del panorama dell’architettura italiana contemporanea”, come indicato lo scorso 8 ottobre, in occasione dell’annuncio della terna finalista. Nulla da fare, dunque, per il gruppo curatoriale Habitus (Massimo Alvisi, Marilena Baggio, Marco Biraghi, Gianpiero Borgia, Roberto Fioretti, Vittorio Gallese, Christian Iaione, Pisana Posocco, Davide Ruzzon), in corsa con Homeness: Abitare visibile per cittadini invisibili e per Cherubino Gambardella, candidato con ITALIAMARE. Viaggio nell’architettura del razionalismo mediterraneo.
Il Padiglione Italia di Guendalina Salimei alla Biennale Architettura 2025
Particolarmente conosciuta per l’intervento in corso a Corviale, ribattezzato Kilometro Verde, Salimei è la prima donna a curare il Padiglione Italia alla Biennale Architettura di Venezia. Dopo otto edizioni di curatela maschile, prima di lei nel 2023 solo Veronica Caprino e Claudia Mainardi avevano ottenuto l’incarico (in formazione congiunta con gli altri membri del collettivo Fosbury Architecture, ovvero Giacomo Ardesio, Alessandro Bonizzoni, Nicola Campri). Aldilà delle traiettorie tematiche della proposta curatoriale, non può passare inosservato il cambio di rotta, arrivato a due anni di distanza dall’appello – rilanciato anche dalle nostre colonne – promosso per ridefinire le modalità di selezione di questa figura curatoriale, anche in un’ottica di parità. Dal canto suo, nel primo commento diffuso Salimei si concentra già sui contenuti del “suo” Padiglione Italia. Considera l’incarico “un’importante opportunità per mettere al centro delle riflessioni architettoniche, tecniche e culturali il rapporto del nostro territorio con il mare: il Mediterraneo allargato ai vicini oceani. La centralità di questo rapporto strutturale che incide sull’identità e sull’equilibrio ambientale del Paese è stata a lungo trascurata”.
Il Mediterraneo al centro del Padiglione Italia di Guendalina Salimei
Anticipando, com’è normale che sia per una curatela tanto rilevante e articolata, di essere al lavoro “con un team multidisciplinare d’eccellenza, con progettisti, ricercatori e artisti che contribuiranno a creare un grande laboratorio di idee e progetti per il futuro”, attraverso il Padiglione Italia 2025 Salimei ha scelto quindi di indirizzare l’analisi sulla dimensione del mare, con particolare riguardo per “il progetto del confine tra terra e acqua come sistema integrato di architetture, infrastrutture e paesaggio”, tema fondamentale in un’epoca segnata dalle conseguenze del cambiamento climatico che interessano profondamente anche le coste italiane. “Il Mediterraneo conforma le coste con centinaia di città portuali e un territorio che si spinge in profondità all’interno: si respira il mare dalle alture delle Alpi e degli Appennini. Guardare l’Italia dal mare implica un cambiamento di prospettiva”, precisa ancora la progettista.
Per il Padiglione Italia 2025 un allestimento basato sul concetto di “soglia”
In attesa dell’elenco dei progetti e progettisti presentati dal 10 maggio prossimo all’interno di TERRÆ AQUÆ. L’Italia e l’intelligenza del mare (saranno comunicati solo nel 2025), il MiC rende intanto nota la valutazione espressa a riguardo dalla commissione presieduta da Angelo Piero Cappello (composta da Claudio Varagnoli, Paolo Desideri, Margherita Guccione e Renata Cristina Mazzantini). Per la giuria quella di Salimei è una proposta curatoriale che “pone al centro della riflessione il tema del mare, la visione del Mediterraneo allargato ai vicini oceani, un elemento forte della cultura italiana che definisce le coste e il territorio. Particolare attenzione è dedicata alla sostenibilità delle trasformazioni, in linea con quanto proposto da Carlo Ratti. La selezione di architetti avviene attraverso una chiamata aperta volta a raccogliere contributi progettuali, teorici e multimediali sul ripensamento del rapporto tra terra e mare. Un comitato scientifico avrà il compito di selezionare le proposte da inserire all’interno del progetto espositivo”, un dettaglio questo che rimanda ai prossimi step del Padiglione Italia. E, in relazione all’allestimento, sappiamo intanto che “si articola in diverse soluzioni, interpretando il concetto di ‘soglia’. Il percorso invita a riflessioni diverse affrontando la memoria del passato attraverso un censimento dello stato di fatto e sul futuro attraverso lo strumento della chiamata aperta; il dispositivo consente una lettura differenziata dei temi attraverso ambienti immersivi, strumenti multimediali e soluzioni interattive”.
La storia e i progetti dell’architetta Guendalina Salimei
Interpretata sul grande schermo da Paola Cortellesi, nel film Scusate se esisto di Riccardo Milani ispirato proprio alla vicenda del Kilometro Verde, Guendalina Salimei è architetta e professoressa in progettazione architettonica alla Sapienza Università di Roma. Dirige il Master in Progettazione degli Edifici ed è membro dei comitati scientifici di prestigiose istituzioni (come il Centro di Eccellenza Villa Vigoni, l’Accademia Angelica Costantiniana di Lettere Arti e Scienze e la Fondazione Michelucci). Con il suo T-Studio (con sede a Roma, è stato fondato nel 1992 insieme ai colleghi Giancarlo Fantilli, Roberto Grio, Mariaugusta Mainiero, Giovanni Pogliani e Renato Quadarella) si occupa di interventi in ambienti costruiti e naturali, in contesti anche di disagio e degrado; continuativo il suo impegno per la riqualificazione delle periferie. Legata agli orientamenti della scuola romana di architettura, ha all’attivo oltre cento opere tra riqualificazioni, riusi e architetture pubbliche, in Italia e all’estero. Dall’ampliamento del Museo Egizio al recupero di parti del Concentrico di Stupinigi a Torino; dalla riconversione dell’ex Convento di San Benedetto a Ferrara al riuso dell’ex Chiesa dell’Annunziata in museo d’arte a Foligno (Perugia), passando per la riqualificazione della Crypta Balbi a Roma, la sistemazione della via Sparano a Bari e, con diretto riferimento ai contenuti del futuro padiglione TERRÆ AQUÆ. L’Italia e l’intelligenza del mare, si è occupa dei water-front di Napoli Molo Beverello, Taranto Molo San Cataldo e Messina Area ex Fiera.
Valentina Silvestrini
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