Francesco Spano si dimette da Capo di Gabinetto del Ministero della Cultura. Epurato per “sgradevoli attacchi personali”

Nominato dal Ministro Giuli nonostante le inquietanti pressioni provenienti dagli ambienti della ultra destra, Spano si dimette dal ruolo di Capo di Gabinetto. Ennesima burrasca al Ministero, causata, anche stavolta, da un'inchiesta di Report...

È partita nel mezzo di una tempesta ed è terminata molto rapidamente in tsunami la breve avventura di Francesco Spano a Capo di Gabinetto del Ministero della Cultura: sono trascorsi solo dieci giorni dalla nomina annunciata dal Ministro Alessandro Giuli, e sono arrivate già le dimissioni da parte di Spano. “Egregio Signor Ministro, con sofferta riflessione mi sono determinato a rassegnarLe le mie dimissioni dal ruolo di Capo di Gabinetto della Cultura con cui ha voluto onorarmi”, leggiamo in una nota divulgata dal Ministero. “Il contesto venutosi a creare, non privo di sgradevoli attacchi personali, non mi consente più di mantenere quella serenità di pensiero che è necessaria per svolgere questo ruolo così importante. Nell’esclusivo interesse dell’Amministrazione, pertanto, ritengo doveroso da parte mia fare un passo indietro. Ciò non mi impedisce, evidentemente, di esprimerLe la mia profonda gratitudine per la stima e il sostegno che mi ha mostrato senza esitazione”.

La nomina di Spano a Capo di Gabinetto del Ministero della Cultura. Le polemiche

Il “contesto” e gli “sgradevoli attacchi personali” di cui parla Spano fanno riferimento al polverone mediatico sollevatosi subito dopo la sua nomina, fortemente voluta dal Ministro Giuli: a opporsi erano stati infatti gli ambienti della ultra destra, tra tutti l’ex senatore leghista Simone Pillon e l’associazione Pro vita e famiglia che aveva addirittura lanciato una petizione, basata su un vecchio polverone politico risalente al 2017. In quel periodo Spano era direttore dell’UNAR (Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali, ente che fa capo alla Presidenza del Consiglio), e l’Ufficio aveva elargito un finanziamento di 55mila euro a Anddos, Associazione Nazionale contro le Discriminazioni da Orientamento sessuale che riunisce circoli privati e associazioni LGBTQIA+. Il caso fu raccontato alle Iene, che inoltre rivelarono che in alcuni di questi circoli venivano organizzate serate a sfondo sessuale. Spano dichiarò di non esserne a conoscenza e, nonostante dalla Corte dei Conti fu accertato che il finanziamento avvenne per mezzo di bandi pubblici correttamente ottemperati, fu mediaticamente accompagnato alle dimissioni. Una polemica che ai tempi fu portata avanti soprattutto da Fratelli d’Italia e da Giorgia Meloni.

La nomina di Spano a Capo di Gabinetto del Ministero della Cultura. Dalle polemiche alle dimissioni

Tali questioni non avrebbero comunque minato idee e decisioni di Giuli che, dal canto suo, aveva ignorato le pressioni mediatiche e politiche e palesato stima nei confronti di Spano, già con il Ministro durante il suo periodo di presidenza al MAXXI di Roma. Qualcosa però adesso sembra abbia demolito tale linea, tanto da spingere Spano alle dimissioni. Il casus belli parrebbe essere, anche in questo caso, un servizio di Report di prossima messa in onda (domenica 27 ottobre 2024): il conduttore del programma, Sigfrido Ranucci, avrebbe anticipato i temi della nuova puntata, ovvero due “nuovi” casi Boccia al Ministero della Cultura però “al maschile”, in cui sarebbe coinvolto anche Giuli; il Fatto inoltre ha anche svelato i contenuti di una chat di Fratelli d’Italia, in cui Spano viene definito “pederasta” dal coordinatore del Municipio IX di Roma Fabrizio Busnengo, cacciato poi dalla chat dal coordinatore romano di FdI Marco Perissa.

Le dimissioni di Spano e il caso delle consulenze al MAXXI

Il “nuovo caso Boccia” che verrà raccontato nella prossima puntata di Report vede, stando alle indiscrezioni che circolano in queste ore, protagonista Marco Carnabuci, compagno di Spano e consulente legale del MAXXI. “Mentre Francesco Spano era segretario generale del Museo”, si legge sui profili social del programma di Raitre, “il suo compagno Marco Carnabuci risultava consulente legale del Maxxi, ricoprendo il ruolo di responsabile dei dati personali. Lunedì scorso ne avevamo chiesto conto al MAXXI e oggi sono arrivate le sue dimissioni”. Si legge inoltre sul Fatto: “Spano andò a lavorare per la Human Foundation di Giovanna Melandri nel 2017 e l’anno dopo la Human Foundation offre una consulenza legale anche all’avvocato di Spano, Marco Carnabuci, che nel medesimo periodo ottiene una nomina a consulente legale anche dal MAXXI, allora presieduto da Giovanna Melandri. Carnabuci fino a oggi ha sempre ottenuto il rinnovo della consulenza legale da parte del MAXXI, anche quando nel 2022 Francesco Spano è stato richiamato a fare il segretario del museo durante la presidenza di Giuli”. Sembrerebbe improbabile che Giuli non fosse a conoscenza, durante la sua presidenza al MAXXI, del legame privato tra Spano e Carnabuci.

Marco Carnabuci al MAXXI. La replica di Giovanna Melandri

“Il 3 maggio 2018 il segretario generale del Maxxi Pietro Barrera chiese al direttore di Federculture (l’associazione datoriale cui è associata la Fondazione Maxxi) l’indicazione di nomi esperti cui conferire l’incarico di Responsabile per il trattamento dei dati (figura obbligatoria a seguito di un regolamento europeo che sarebbe entrato in vigore il 25 maggio). Federculture suggerì il nome di Carnabuci, che del resto già curava per loro seminari di formazione su questi stessi temi. Le carte sono disponibili per chi abbia la serietà e la pazienza di leggerle. Questo è quanto”, ha chiarito in una nota Giovanna Melandri. “Le vicende personali di Spano e Carnabuci riguardano solo loro e i contratti stipulati dopo il cambiamento di vertice della Fondazione nel dicembre 2022 riguardano solo ed esclusivamente il presidente Alessandro Giuli. Solo su una cosa sono d’accordo con Giuli: non è mai bella questa ‘mostrificazione’. Ma Alessandro Giuli e Giorgia Meloni dovrebbero guardare innanzitutto dentro casa loro: la nomina di Spano a Capo di Gabinetto del MiC è stata pubblicamente e aspramente avversata da esponenti della destra, tra cui le frange maggiormente omofobe. Quello che è in corso è un orribile regolamento di conti di una destra omofoba e l’ennesima dimostrazione dell’incapacità di questo governo di gestire con rigore, trasparenza e coerenza le politiche culturali in Italia”.

Le dimissioni di Spano da Capo di Gabinetto del Ministero della Cultura. Le parole di Giuli

“Con grande rammarico, dopo averle più volte respinte, ricevo e accolgo le dimissioni del Capo di Gabinetto, Francesco Spano. A lui va la mia convinta solidarietà per il barbarico clima di mostrificazione cui è sottoposto in queste ore. Non da ultimo, ribadisco a Francesco Spano la mia completa stima e la mia gratitudine per la specchiata professionalità tecnica e per la qualità umana dimostrate in diversi contesti, ivi compreso il Ministero della Cultura”. Con queste parole Giuli palesa il suo disappunto nei confronti di una vicenda che, da un lato, vede una persona colpita per via del proprio orientamento sessuale, dall’altro però c’è il caso di conflitto di interessi ancora tutto da chiarire. E dopotutto, il motivo che ha spinto Spano alle dimissioni sarebbe proprio l’inchiesta di Report. Rimane da capire come Giuli rivedrà la sua linea di gestione (e di nomine) del Ministero. Resta, in tutta questa storia, una costante figuraccia internazionale che poco sembra interessare al Governo. Del resto si parla solo di cultura…

Desirée Maida

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Desirée Maida

Desirée Maida

Desirée Maida (Palermo, 1985) ha studiato presso l’Università degli Studi di Palermo, dove nel 2012 ha conseguito la laurea specialistica in Storia dell’Arte. Palermitana doc, appassionata di alchimia e cultura giapponese, approda al mondo dell’arte contemporanea dopo aver condotto studi…

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