Inizia la mostra dei finalisti del MAXXI Bulgari Prize al Museo MAXXI di Roma
Sono Riccardo Benassi, Monia Ben Hamouda e Binta Diaw i protagonisti della quarta edizione del premio promosso dal museo e dalla maison romana. Riflettori puntati anche sull'arte digitale, a cui per la prima volta spetta una menzione speciale
Annunciati nell’ottobre 2023 durante un evento speciale ospitato all’Ambasciata d’Italia a Parigi, gli artisti finalisti Riccardo Benassi, Monia Ben Hamouda e Binta Diaw sono i protagonisti della mostra della quarta edizione del MAXXI Bulgari Prize, a cura di Giulia Ferracci, ospitato al MAXXI fino al 2 marzo 2025. Il vincitore sarà designato il 17 gennaio 2025, giornata in cui sarà anche presentato il progetto And we thought (2021 – ongoing) di Roberto Fassone (Savigliano, 1986), aggiudicandosi il MAXXI Bulgari Prize for Digital Art, la nuova menzione speciale dedicata all’arte digitale.
Nato nel 2018 dalla sinergia tra il museo romano per le arti del XX e XXI secolo e la maison Bulgari, il MAXXI Bulgari Prize si pone l’obiettivo di sostenere e promuovere i giovani talenti del panorama contemporaneo, ereditando il ruolo del precedente Premio per la Giovane Arte che, negli anni, ha costituito il nucleo fondante della collezione d’arte del MAXXI, rivelandosi un’ottimo trampolino di lancio per molti artisti.
La mostra del MAXXI Bulgari Prize a Roma
A differenza delle passate edizioni, il progetto espositivo è allestito nella sala Gian Ferrari dove le tre opere site specific accompagnano il pubblico in tre dimensioni diverse: tecnologica, rituale e commemorativa. Si parte con Assenzahah Essenzahah di Riccardo Benassi (Cremona, 1982) dove due cani robotici eseguono delle coreografie create dall’artista accompagnati da un componimento musicale e da un testo laser priettato sulle pareti del montacarichi del Museo. Al centro dello spazio prendono forma le sette colonne di carbone di Binta Diaw (Milano, 1995), Juroom ñaar, rendendo omaggio alle altrettante donne del villaggio senegalese di Nder che decisero di morire dandosi fuoco per evitare la schiavitù a seguito dell’invasione dei Mori. Conclude il percorso la grande installazione Theology of Collapse (The Myth of Past) I-X di Monia Ben Hamouda (Milano 1991), composta da dieci pannelli di ferro intagliati a laser con motivi ispirati alla calligrafia islamica e alle moschee. A colorare le lastre, però, non sono semplici pigmenti ma spezie, tra cui paprika, ibisco e cannella.
Il MAXXI Bulgari Prize for Digital Art
Grande novità della quarta edizione del Premio è il MAXXI Bulgari Prize for Digital Art, che ha assegnato la menzione speciale per il miglior progetto digitale a Roberto Fassone con And we thought (2021 – ongoing), una produzione Sineglossa, con il quale esplora il rapporto tra autorialità e intelligenza artificiale, indagando i limiti dell’immaginazione e sfidando le logiche autoreferenziali del sistema artistico contemporaneo.
Parola al CEO di Bulgari Jean – Christophe Babin
“Anche quest’anno protagonisti sono giovanissimi artisti di origine italiana o che hanno speso tanto tempo in Italia, segnando il loro spirito creativo”, spiega ad Artribune il CEO della maison romana Jean- Christophe Babin. “La mostra si compone di tre opere completamente diverse dove sono evidenti le influenze africane, rituali ed elementi ultra tecnologici. A queste si aggiunge la menzione speciale dedicata all’arte digitale, un primo passo per un premio di una nuova categoria che andrà di pari passo con il processo tecnologico”. Bulgari ha sempre nutrito una profonda fascinazione per il digitale e le sue declinazioni artistiche, “regalando ai clienti di alta gioielleria NFT artistici dove il gioiello viene reinterpretata in maniera esoterica”.
Valentina Muzi
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