Salvo / Sulla Pista 500 – Monica Bonvicini / Chalisée Naamani
Salvo. Arrivare in tempo, la più grande mostra dedicata all’artista, a cura di Sarah Cosulich & Lucrezia Calabrò Visconti, occuperà tutti e tre i piani della Pinacoteca in un percorso retrospettivo. Saranno inoltre presentate due nuove installazioni sulla Pista 500, una di Monica Bonvicini, che illuminerà l’intera ala sud della, e una di Chalisée Naamani, sul billboard.
Comunicato stampa
La Pinacoteca Agnelli presenta la programmazione autunnale del 2024. A partire da venerdì 1 novembre 2024,
in contemporanea con Artissima e con l’art week torinese, la Pista 500, il progetto artistico sull’iconica pista
di collaudo delle automobili FIAT sul tetto del Lingotto, accoglierà due nuove installazioni di Monica
Bonvicini e Chalisée Naamani, vincitrice del Premio Pista 500 annunciato durante Artissima 2023 e che
tornerà quest’anno nella sua seconda edizione. Inoltre dalla stessa data, verrà aperta al pubblico la più grande
mostra dedicata all’artista Salvo, intitolata Arrivare in tempo.
È stato inaugurato lo scorso 11 luglio Casa FIAT, il nuovo progetto nel foyer del museo, realizzato grazie alla
collaborazione tra FIAT e la Pinacoteca Agnelli che ne ha seguito la curatela.
LA PISTA 500
Pinacoteca Agnelli annuncia le artiste che da venerdì 1 novembre 2024 presentano sulla Pista 500 due nuove
installazioni site-specific: Monica Bonvicini (1965) e Chalisée Naamani (1995). Le opere accompagnano quelle
già presenti di Thomas Bayrle, VALIE EXPORT, Sylvie Fleury, Dominique Gonzalez-Foerster, Marco Giordano,
Louise Lawler, Alicia Kwade, Finnegan Shannon, Rirkrit Tiravanija e Julius von Bismarck.
Le due opere si inseriscono all’interno del percorso espositivo della Pista 500 sul tetto del Lingotto, che dalla
sua inaugurazione nel 2022 attiva inaspettate prospettive con il contesto che le ospita. Monica Bonvicini, la
cui pratica indaga il rapporto tra architettura e strutture di potere, spesso interrogando l’ambiguità del
linguaggio, presenterà un’opera sulla parabolica sud. La nuova commissione, su scala ambientale, illuminerà
l’intera ala sud della Pista 500. Chalisée Naamani intreccia tra loro riferimenti ispirati ai brand e alla
pubblicità, alla storia dell'arte e della moda e all'ambiente che la circonda. La nuova commissione si
confronterà con la funzione del billboard come spazio per la comunicazione pubblica: di pubblicità
commerciali, di slogan di propaganda politica e allo stesso tempo di messaggi di interesse sociale. L’artista è
stata la vincitrice nel 2023 del Premio Pista 500, nato in collaborazione con la fiera d’arte contemporanea
Artissima e selezionata da una giuria composta da Elena Filipovic e Michelle Cotton, affiancate da Sarah
Cosulich e Lucrezia Calabrò Visconti, rispettivamente direttrice e capo curatrice di Pinacoteca Agnelli. Il
Premio Pista 500 quest’anno tornerà nella sua seconda edizione, che vedrà offrire all’artista selezionata o
selezionato tra quelli presenti ad Artissima l’opportunità di realizzare in futuro una nuova opera sul billboard
della Pista 500.
Il progetto sulla Pista 500, a cura di Sarah Cosulich & Lucrezia Calabrò Visconti, si confronta con
l’architettura della ex fabbrica FIAT, con la sua eredità e le sue storie, con il paesaggio circostante e con il
contesto urbano. Gli interventi all’aperto abbracciano i diversi linguaggi della scultura: installazioni
ambientali, opere luminose o sonore e progetti di cinema espanso. Le opere accompagnano visitatrici e
visitatori in una poetica esplorazione lungo la circolarità della pista, che da circuito chiuso si fa giardino
aperto.
SALVO
Arrivare in tempo
Pinacoteca Agnelli presenta la più grande mostra dedicata all’artista Salvo (Leonforte 1947 – Torino 2015)
intitolata Arrivare in tempo e aperta da venerdì 1 novembre 2024 a domenica 25 maggio 2025. L’esposizione,
a cura di Sarah Cosulich & Lucrezia Calabrò Visconti, occuperà tutti e tre i piani della Pinacoteca in un
percorso retrospettivo che evidenzia come la pittura di Salvo - nei grandi cicli tematici ripetuti,
nell’attenzione verso i temi della storia dell’arte e nello studio della luce - sia sempre stata in continuità con le
sue prime ricerche concettuali.
Arrivare in tempo è la più grande mostra dedicata all’opera di Salvo dopo la sua morte nel 2015. Nato in Sicilia,
dal 1956 Salvo ha vissuto a Torino, dove dapprima si è avvicinato all’Arte Povera e ai linguaggi dell’arte
concettuale, per poi dedicarsi dal 1973 esclusivamente alla pittura, scelta anticonvenzionale per il clima
culturale di inizio anni Settanta. Controcorrente anche nel panorama italiano, Salvo ha portato avanti per
quarant’anni una ricerca e una riflessione critica uniche nei confronti del medium pittorico.
La mostra retrospettiva a lui dedicata metterà in luce questa traiettoria assolutamente originale,
sottolineando con uno sguardo inedito come la pittura di Salvo non sia in contrapposizione con il suo primo
periodo concettuale, ma ne assorba caratteristiche e intenzioni, inserendosi coerentemente nel suo percorso
artistico.
Realizzata in stretta collaborazione con l’Archivio Salvo, la mostra si focalizza su alcuni dei motivi
fondamentali della ricerca dell’artista: il concetto di ripetizione nell’esplorazione di motivi ricorrenti, inteso
sia come tecnica pittorica sia come urgenza concettuale; la riflessione sulla pittura come linguaggio e sul
linguaggio come arte; il rapporto tra storia dell’arte e sguardo sulla quotidianità.
Salvo, uno degli artisti pionieri del secondo Novecento italiano, si è posto in modo indipendente rispetto a
correnti e tendenze, mantenendo sempre un’attenzione particolare per i soggetti e i linguaggi della storia
dell’arte. In virtù di questo rapporto privilegiato, la sua mostra monografica in Pinacoteca si estende per la
prima volta anche in altri spazi della Pinacoteca e all’interno dello Scrigno, in dialogo con la collezione
permanente.
La mostra sarà accompagnata da una pubblicazione dedicata, concepita per aprire la lettura critica del
lavoro di Salvo a un pubblico internazionale.
Casa FIAT
Pinacoteca Agnelli ha inaugurato l’11 luglio un nuovo spazio: Casa FIAT. Il percorso museale si snoda attraverso
immagini, oggetti e documenti nella costruzione di una cronistoria essenziale della FIAT, pensata per
sottolineare il forte legame con la società italiana e ripercorrere i cambiamenti epocali che ha saputo
innescare.
L’esposizione è concepita in perfetto dialogo con gli spazi del Lingotto, edificio che ha segnato la storia della
produzione industriale e contribuito allo sviluppo di uno dei più importanti marchi automobilistici globali.
Disegnato negli anni Venti da Giacomo Matté Trucco e rinnovato negli anni Novanta da Renzo Piano, il
Lingotto rappresenta uno dei punti di riferimento del patrimonio architettonico torinese ed è un esempio
prezioso di archeologia industriale in Europa.
Con un display interattivo, Casa FIAT racconta la storia della FIAT e la intreccia a quella del Lingotto, la
leggendaria fabbrica che come simbolo di modernità e patrimonio di archeologia industriale, è luogo
identitario e base identitaria per la programmazione culturale all’interno della Pinacoteca.
La Pinacoteca Agnelli è lieta di inserire al suo interno questo ulteriore arricchimento narrativo in relazione
all’importante architettura della propria sede. Fabbrica avveniristica, luogo di automobili e design
rivoluzionario, sito di produzione e sviluppo tecnologico, il Lingotto e la FIAT sono costantemente fonti di
ispirazioni per gli artisti che espongono e hanno esposto sulla Pista 500 e negli spazi espositivi del museo.
Il percorso espositivo di Casa FIAT prende il via a partire dal 1899, anno di fondazione della FIAT, e prosegue
decade dopo decade. Ogni decennio è scandito da un’introduzione dedicata, pensata per metterne in luce gli
avvenimenti fondamentali, che sono raccontati in un itinerario che si svolge attraverso documenti, foto,
materiali audio e video. Dalla Prima guerra mondiale si passa alla nascita del Lingotto e al fiorire dell’universo
del dopolavoro, alle prime catene di montaggio e al rapporto che FIAT coltiva con gli artisti. Dagli anni del
boom economico si prosegue fino alle proteste degli anni Settanta e alle questioni ambientali e di transizione
ecologica che innervano gli anni Novanta, per approdare al nuovo millennio e alla nascita della Pinacoteca
Agnelli. L’esposizione si chiude con uno sguardo verso il futuro, con il racconto della storia della 500, della
Grande Panda e di pratiche per un futuro più sostenibile; infine, si trova un focus speciale dedicato ai visitatori
e alle visitatrici più giovani.
Tutti i progetti di Pinacoteca Agnelli concorrono a definire una scrittura comune, capace di rendere
l'istituzione un centro culturale dinamico, aperto alla riflessione sulle tematiche della contemporaneità in
dialogo con la sua storica collezione. Grazie a una prospettiva curatoriale organica, il punto di partenza
comune consiste nella riflessione sulle narrazioni prodotte dall’eredità industriale del Lingotto e dall’identità
del museo, fortemente legata alla collezione permanente, custodita nello Scrigno di Pinacoteca. La capacità
di costruire mostre in grado di approdare in prestigiose istituzioni d’arte internazionali sancisce la connessione
dell’istituzione torinese con la comunità internazionale dell’arte e con i temi urgenti della contemporaneità.
BIOGRAFIE ARTISTI
Salvo
Nato nel 1947 a Leonforte in provincia di Enna (Sicilia), Salvo si trasferisce nel 1956 a Torino dove in un primo
periodo matura una ricerca concettuale, grazie ai contatti con figure che operano all’interno dell’Arte Povera
e ad artisti come Sol LeWitt, Robert Barry e Joseph Kosuth. Il 1973 è l’anno del ritorno alla pittura, una pittura
già praticata nei primi anni di formazione e che, all’inizio degli anni Settanta, era da considerarsi come una
scelta anticonvenzionale, fuori tempo. I temi centrali della sua ricerca come il rapporto con la tradizione e il
passato, la rivisitazione della storia dell’arte si esprimono in maniera più solida in questo secondo momento
che durerà fino al 2015.
Le sue opere sono state esposte in numerose mostre personali in istituzioni come: Museum Folkwang, Essen e
Mannheimer Kunstverein (1977); Kunstmuseum, Lucerna (1983); Museo Boymans-van Beuningen, Rotterdam e
Musée d'Art Contemporain, Nîmes (1988); Villa delle Rose, Bologna (1998); Galleria d’Arte Moderna e
Contemporanea di Bergamo (2002); Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino (2007); Museo d’Arte
della Svizzera Italiana di Lugano (2017) e MACRO, Roma (2021).
Monica Bonvicini
Monica Bonvicini (*1965, Venezia) vive e lavora a Berlino.
La sua pratica indaga il rapporto tra architettura, strutture di potere, genere e spazio e si interroga sul
significato del fare arte, sull'ambiguità del linguaggio e sui limiti e le possibilità legati all'idea di libertà. Secca,
diretta e ricca di riferimenti storici, politici e sociali, le opere di Bonvicini si confrontano con i luoghi in cui
vengono esposte, con i materiali, con il pubblico e l’artista. Dalla sua prima mostra personale al California
Institute of the Arts nel 1991, il suo approccio si è evoluto formalmente senza tradire la sua forza analitica e la
sua inclinazione a sfidare lo sguardo del pubblico, mettendo a nudo le convenzioni patriarcali e socioculturali.
Le sue opere sono state presentate in molte importanti biennali, tra cui Busan (2020), Venezia (2015, 2011, 2005,
2001), Berlino (2014, 2004, 1998), Istanbul (2017, 2003), New Orleans (2008), Gwangju (2006), Shanghai (2002),
Santa Fe (1999). Le sue opere sono state presentate in importanti musei di tutto il mondo, come il MAXXI, Roma
(2024, 2018), Kunsthaus Zürich (2023), Deichtorhallen, Amburgo (2023), Art Sonje Center, Seoul (2022), Neue
Nationalgalerie, Berlino (2022), Castello di Rivoli, Torino (2021, 2005), National Gallery of Denmark,
Copenhagen (2019), BALTIC Center for Contemporary Art, Gateshead, Newcastle (2016), Kunsthalle
Fridericianum, Kassel (2011), Art Institute of Chicago (2009), Kunstmuseum Basel (2009), Sculpture Center, New
York (2007), Secession, Vienna (2003), Palais de Tokyo, Parigi (2002), MoMa PS1, New York (2009). Bonvicini ha
ricevuto numerosi premi, tra cui il Leone d'Oro alla Biennale di Venezia (1999). Le sue opere sono installate in
modo permanente al Queen Elizabeth Olympic Park di Londra, sul lungomare di Bjørvika, davanti alla Den
Norske Opera & Ballett House di Oslo e al Weserburg Museum of Modern Art di Brema.
Tra le sue prossime mostre: Put All Heaven in a Rage, Tanya Bonakdar Gallery, New York (2024), Monica
Bonvicini. Breach of Decor presso lo Spazio d'Arte Contemporanea KULA, Spalato (2024), e una mostra
personale a San Carlo, Cremona (2024).
Chalisée Naamani
Nata nel 1995, la franco-iraniana Chalisée Naamani vive e lavora a Parigi.
Naamani intreccia tra loro riferimenti ispirati ai brand e alla pubblicità, alla storia dell'arte e della moda e
all'ambiente che la circonda. Uno sfondo per una riflessione su come le immagini siano costantemente ri-
acquisite e riutilizzate, in un fil rouge tra l'eccesso e il falso.
Formatasi all'École Nationale Supérieure des Beaux-Arts di Parigi, tra le sue mostre personali si ricordano:
Quando va male, il leopardo (2023) e Jt'oublierai vite j'te ljure (2021), entrambe alla Galleria Ciaccia Levi, a
Parigi e a Milano; Week-ends éphémères per La Galerie di Noisy-le-sec e una personale ad Art-O-Rama,
Marsiglia, entrambe nel 2021. Ha partecipato alle mostre collettive: Rayon Jouets, presso Hangar Y, Meudon;
Si Madrid fuera mi Casa, presso la galleria Sabrina Amrani, Madrid (2024); Au hasard, Balthazar, presso la
Friche La Belle de Mai, Marsiglia (2023); Power Flower alla Biennale di Nizza (2022); Felicità, Milieu des Choses,
presso Poush, Des Corps Libres, presso l'Istituto Reiffers, 100% l'expo, presso La Villette, tutti a Parigi nel 2022;
Emergences presso BOZAR a Bruxelles (2022); PALAI, a Lecce (2021).
Ha ricevuto il Prix Benoît Doche de Laquintane e il Prix des Fondations per la scultura e l'installazione,
entrambi nel 2021; nel 2023 ha ricevuto il premio Pista 500 / Pinacoteca Agnelli, Artissima 2023.