Pop Up – Maria Lai
Durante la settimana dell’arte torinese la Galleria Raffaella De Chirico ripropone il format del temporary space, sperimentato l’anno scorso per la prima volta e recepito con entusiasmo dal pubblico, questa volta allestito all’interno di uno studio legale torinese, in cui verrà esposta un’opera inedita dell’artista Maria Lai (1919, Ulassai – 2013, Cardedu).
Comunicato stampa
TEMPORARY SPACE
Studio Legale Manfredi
Via della Misericordia, 3 – 2nd floor
10122 – Torino
MARIA LAI
One Object of Daily Use
30 ottobre – 1 novembre 2024, h. 14-20 solo su appuntamento
Sabato 2 novembre, h. 19-22 opening aperto
Durante la settimana dell’arte torinese la galleria Raffaella De Chirico ripropone il format del temporary space, sperimentato l’anno scorso per la prima volta e recepito con entusiasmo dal pubblico, questa volta allestito all’interno di uno studio legale torinese, in cui verrà esposta un’opera inedita dell’artista Maria Lai (1919, Ulassai – 2013, Cardedu).
La mostra ruota intorno ad una singola opera di grandi dimensioni, una coperta realizzata di 227x227 cm negli anni Ottanta, oggetto che trasla dalla sua dimensione quotidiana e privata a quella collettiva, concedendo così al pubblico di avvicinarsi alla sfera più intima dell’artista.
“La coperta rossa è un’opera di Maria Lai, nata da un lungo e profondo rapporto tra l’artista e la mia famiglia. Maria ha insegnato in un liceo romano dove ha conosciuto mia madre e instaurato una forte amicizia che l’ha portata a diventare parte della famiglia. La coperta rossa risale agli anni Ottanta, è un regalo di Maria a mia madre Esther, alla quale era molto legata. La coperta, che ricorda le geografie, reca la firma dell’artista.”
Il titolo scelto per l’esposizione dell’opera vuole anticiparne la storia: One Object of Daily Use, ovvero un oggetto di uso quotidiano, un manufatto creato da Lai – che ha sempre sublimato con il suo operare materiali ordinari come filo, stoffa, carta – originariamente per se stessa, poi diventato dono per una persona a cui era profondamente legata.
Un gesto che racchiude l’intima relazione tra l’arte, la vita quotidiana e il legame affettivo, temi centrali nella poetica di Lai.
Gli anni Ottanta sono quelli delle Geografie e dei Libri cuciti, in cui il filo si trasforma di continuo in base al supporto: pagine cucite, interi libri o vere e proprie mappe, con un continuo aggrovigliarsi e intersecarsi di fili che creano geometrie sempre nuove.
L’operazione di Lai è quella della sperimentazione dei materiali più semplici, un’operazione che ci permette di inglobare il quotidiano come elemento estetico, di calare l’immagine in una dimensione conosciuta da tutti. Lei stessa definiva il suo lavoro un “gioco” e ci teneva a ricordare che l’arte è soprattutto una pratica quotidiana. Nelle sue opere, il materiale diventa elemento essenziale del linguaggio: il filo sulla stoffa è come il segno sulla tela o la penna sulla carta. L'artista, attraverso la sua pratica, cuce narrazioni, esplorando la relazione tra arte e vita.
A latere saranno esposti anche una serie di lavori di pagine, libri ricamati e una tela molto rara degli anni Settanta.
BIOGRAFIA
Maria Lai nasce a Ulassai nel 1919.
Nel 1939 si trasferisce a Roma, dopo qualche anno si diploma al Liceo Artistico e parte alla volta di Venezia, dove studia all’Accademia di Belle Arti sotto la guida del grande maestro Arturo Martini. Nel 1945 rientra in Sardegna dove insegna nelle scuole elementari di Cagliari e stringe la sua amicizia con lo scrittore Salvatore Cambosu. Maria Lai ritorna a Roma nel 1956 e tiene la sua prima personale presso la galleria L’Obelisco, in cui vengono esposti disegni a matita realizzati negli anni precedenti. Il ciclo dei Telai viene esposto a Roma nella Galleria Schneider nel 1971, anticipando i temi vicini all’Arte Povera che tratterà per i dieci anni successivi. Nel 1975 espone nella personale Tele e Collages presso la Galleria Art Duchamp e nel 1977 presso la galleria Il Brandale di Savona organizza la mostra I pani di Maria Lai. Nello stesso anno avviene il fondamentale incontro con la storica dell’arte e artista Mirella Bentivoglio, che nel 1978 permette a Maria Lai di esporre alla Biennale di Venezia. L’anno seguente è quello del suo primo intervento ambientale, La casa cucita (Selargius, Cagliari), a cui seguiranno altri interventi come il più noto Legarsi alla montagna del 1981, che coinvolse l’intera comunità di Ulassai e ottenne un grande riscontro mediatico. Nel 2004 l’università di Cagliari le ha conferito la laurea honoris causa in Lettere per il valore narrativo della sua opera. Negli ultimi anni ha vissuto e lavorato a Cardedu, dove si è spenta nel 2013.