Ai Weiwei arriva a Bologna: toccante mostra su memoria e migrazioni
Per la prima volta in assoluto, il grande artista cinese arriva a Bologna e presenta a Palazzo Fava un progetto multimediale, che instaura un dialogo provocatorio e senza tempo
Palazzo Fava accoglie la prima esposizione personale a Bologna, curata da Arturo Galansino, dell’artista cinese Ai Weiwei. La mostra, dal titolo Ai Weiwei. Who am I?, segna l’inizio di un progetto quadriennale dedicato alla valorizzazione del patrimonio artistico e culturale bolognese. Promossa dalla Fondazione Carisbo e organizzata da Opera Laboratori con il contributo di Galleria Continua, l’esposizione presenta oltre cinquanta opere dell’artista, proponendo un dialogo tra tradizione e innovazione. Diviene un pretesto per mettere in scena la poetica di uno degli artisti più influenti del nostro secolo, attraverso una varietà di opere che spaziano tra i media più disparati. Attraverso la sua voce fortemente critica, Ai Weiwei porta all’attenzione del pubblico questioni di grande attualità: la libertà, la giustizia, la memoria e la resilienza.
Le opere di Ai Weiwei in dialogo con Palazzo Fava a Bologna
Le opere dialogano in modo sorprendente con il contesto seicentesco di Palazzo Fava. In particolare le sculture-aquiloni ispirate al più antico bestiario cinese del III secolo a.C., realizzate con materiali tradizionali come bambù, carta di riso e seta, si integrano perfettamente nello spazio espositivo. Questo scambio tra antico e contemporaneo rende la mostra elegante non solo nella scelta dei media delle opere, ma anche nell’armoniosa fusione con l’ambiente storico che le ospita.
Ai Weiwei e il collezionismo
Instancabile l’attività collezionistica dell’artista. Tale pratica diviene gesto politico, un modo per mettere assieme un’infinita raccolta di prove e testimonianze di una storia millenaria, che il potere dilagante non è riuscito a eliminare. Molte delle opere in mostra infatti, come i resti dei cocci di Left Right Studio Material, una delle prime opere in cui ci si imbatte, fanno riferimento alle macerie create dalla Cina contemporanea: qui Weiwei si espone in maniera esplicitamente critica nei confronti del potere cinese attuale, denunciando al contempo la persecuzione subita a causa delle sue idee sovversive.
Le opere di Ai Weiwei in mostra a Bologna
Legata alla memoria storica e alla cultura contemporanea è Dropping a Han Dynasty Urn che simboleggia la distruzione del ricordo del passato in Cina e il modo in cui la storia viene riscritta o cancellata nel tempo. Con Han Dynasty Urn with Coca Cola l’artista mostra, marchiando un antico vaso della dinastia Han con il logo della Coca-Cola, gli effetti distruttivi e creativi derivanti dall’incontro tra Oriente e Occidente, invitando a riflettere sulla banalizzazione della cultura.
Le migrazioni nelle opere di Ai Weiwei a Bologna
La drammatica realtà delle migrazioni nel Mediterraneo diviene soggetto di Odyssey, la carta da parati ispirata alle opere d’arte visiva delle antiche civiltà greche ed egizie, che invade la prima sala del secondo piano, evidenziando in tal modo la continuità storica di queste vicende e le contraddizioni del mondo contemporaneo.
Il progetto, che ha avuto avvio nel 2016, ha radici personali. Riprende infatti la vicenda vissuta dall’artista e quella del padre, anch’egli esiliato, ed esplora in immagini i disagi e i dolori derivanti dalla guerra, dalle traversate del mare e dalle manifestazioni.
La provocazione nella mostra di Ai Weiwei a Bologna
Le opere più provocatorie e dissacranti confondono lo spettatore, inserendosi perfettamente negli ambienti eleganti del palazzo, un esempio sono quelle che utilizzano il mezzo espressivo dei LEGO, con cui Weiwei rilegge alcune opere della pittura rinascimentale come quelli di Guido Reni, Raffaello e Leonardo da Vinci, aggiungendo dettagli che stimolano la curiosità dell’osservatore. La mostra diviene dunque non solo una celebrazione estetica, ma un potente strumento di riflessione su temi universali, resi attuali e urgenti dalle opere dell’artista.
Diana Cava
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