Luca Caccioni – Non mi avrete mai
Una ventina di disegni erotici di Luca Caccioni saranno esposti nell’ambito della sezione Ospiti della programmazione 2024 di Blocco 13.
Comunicato stampa
Blocco 13, associazione culturale per l’arte contemporanea
Luca Caccioni, “Non mi avrete mai”
da venerdì 8 novembre (ore 18-21) al 10 dicembre 2024
via Benzoni 13, 00154, Roma, tel. ++39.3292866299, [email protected]
Le ragioni della mostra – Una ventina di disegni erotici di Luca Caccioni saranno esposti dall’8 novembre, nell’ambito della sezione Ospiti della programmazione 2024 di Blocco 13, per riannodare un filo che lega queste visioni oniriche del presente al “Grande quaderno erotico” iniziato nel 1994. Un percorso nella bellezza e nel desiderio andato avanti lungo trent’anni di lavoro come “valvola di sfogo – spiega l’artista bolognese – per uscire dalla pittura, dai meccanismi ipnotici del colore, e affondare nel segno calligrafico”. Ad accompagnare, annunciare e chiosare l’allestimento site specific nello spazio interno di via Benzoni 13, nel cortile ecco l’installazione che dà il titolo alla proposta di Caccioni: “Non mi avrete mai”. Sembra un canto di Orfeo che vuole sfuggire all’abbraccio mortale delle Menadi quello del pittore che, in realtà, insegue e detta con il segno e la scrittura il ritmo del rito dionisiaco. La frase scelta da Caccioni va letta tuttavia anche come sfida al destino umano rappresentato dal filo nelle mani delle parche, soprattutto della “vecchia atropo dalla dentatura digrignata” evocata da Saramago nelle Intermittenze della morte.
“Ha una grande delicatezza nel disegno erotico”, scrive Luca Beatrice di Caccioni nel suo “Le vite” (Marsilio, 2023). E scriveva Fabrizio D’Amico presentando al Segno di Angelica Savinio il pittore emiliano, nel 1998 per la prima volta presente a Roma con la mostra di disegni I diciannove dormiveglia: “Dalla costa di surrealismo che ha saputo dimenticare la natura, Caccioni ha tratto il suo segno: casto e impuro, insieme; apollineo per quello cui sa rinunciare, dionisiaco per tutta la vita di cui vuole, comunque e ancora, ascoltare l’eco trasfigurata”.
Al ricordo di Fabrizio e di Angelica questa nuova mostra è dedicata.
Cenni Biografici – Luca Caccioni nasce nel 1962 a Bologna, dove vive e insegna all’Accademia di belle arti (è titolare della cattedra di pittura) in cui si è formato. Esordisce nel 1989 nella mostra Visioni di Hymnen al Lingotto di Torino, seguita l’anno dopo da Raccolta del disegno contemporaneo, alla Galleria civica di Modena, e da Nuova officina bolognese alla Gam di Bologna. Nel 1991 allestisce nella sua città, alla Galleria Spazia, la prima di una lunga serie di mostre personali, in Italia e all’estero. Nel 1996 tiene la prima delle sue mostre, tra personali e collettive, alla Otto Gallery di Bologna: tra le altre, Ottoerotici (1998), Scritti (2002), Ipnosi (2006), Lotophagie (2008), Se è vero che la notte porta consiglio (2023). Ed è del 2015, sempre nello spazio di via D’Azeglio 55, la personale di disegni erotici Dessins de cambre (et d’autres), uno dei quali è confluito da poco tempo nella mostra itinerante, a cura di Lóránd Hegyi, Evocations (2023-2024).
Caccioni ha partecipato, tra l’altro, al XLVI Premio Michetti di Francavilla al Mare (1994), alla XII e alla XIV Quadriennale d’arte nazionale a Roma (1996, 2004), al Premio Marche (Ancona, 1997), al XXXIX Premio Suzzara (1999) e all’Agenore Fabbri (2007), alla Biennale del disegno di Rimini (2016).
Oltre alla già citate, ha tenuto mostre personali (e partecipato a collettive) nelle gallerie Gianni Giacobbi di Palma de Mallorca ed Eos di Milano; Gentili di Firenze, Studio La Città di Verona e Giò Marconi di Milano; Carzaniga + Uecker di Basilea e Green Gallery di Ginevra; Alejandro Sales di Barcellona, Photology e Lorenzelli di Milano; Eventinove (Torino e Borgomanero), Marcorossi (Verona, Milano, Pietrasanta) e Me Vannucci di Pistoia.
E’ del 1997 la sua prima mostra personale in uno spazio pubblico, la Palazzina dei Giardini della Galleria civica di Modena, seguita nel 2012 da quella al Musée d’art moderne et contemporain de Sant’Etienne Métropole, dal titolo Drawings. Overlaps, e, l’anno seguente, da quella al Mac di Lissone (Onicophagie).
Sue opere sono in collezioni pubbliche e private, tra cui Mambo di Bologna, Galleria civica di Modena, Fondazione Carisbo di Bologna, Unicredit, Bnl, Permanente di Milano, Mac di Lissone, Fondazione Vaf di Francoforte, Museo Art.Plus di Donaueschingen.
A Roma ha esposto, tra l’altro, nel 1998 al Segno di Angelica Savinio (Diciannove dormiveglia), a Oredaria nel 2004 (Quello che sembra), da Rosso20sette nel 2010 (Caccioni, Guerzoni, Samorì: Archeologia dell’immagine).