Torna dopo decenni la rivista della Biennale di Venezia ma la scelta del direttore è imbarazzante

Uscirà a cadenza trimestrale e avrà un significativo apparato iconografico che attinge dall’Archivio Storico della Biennale e focus monografici per ogni numero. Alla direzione però il presidente Buttafuoco ha indicato un giornalista abituato a scherzare in maniera becera sull’omofobia e il sessismo

La rivista rinasce con lo stesso spirito e natura che la contraddistingueva sin dalla prima edizione, ovvero retta da una parola guida, ‘ricerca’, termine che ricorre nella stessa legge istitutiva della Biennale. Rappresenta uno spazio di riflessione e discussione intorno all’oggi, sempre con la prospettiva di meglio comprendere e immaginare il futuro”, esordisce Debora Rossi, responsabile dell’Archivio Storico della Biennale di Venezia e ora direttrice editoriale della storica rivista edita da La Biennale ripubblicata dopo 53 anni dall’ultimo numero. E sebbene Pietrangelo Buttafuoco, attuale presidente della Fondazione Biennale di Venezia, ha finora operato negli interessi dell’istituzione lagunare – tutelandone l’identità ed evitando, per esempio, gli exploit imbarazzanti ai quali siamo sempre più abituati ad assistere, tra Ministero della Cultura e i vari casi Sgarbi –  risulta ancora più bizzarra la nomina alla direzione del giornalista e scrittore Luigi Mascheroni. Senza addentrarsi in una serie di contenuti discutibili in cui ridicolizza e attacca donne, gay e avversari politici, basta scorrere il suo profilo X per leggere titoli come “Donne con le voglie” o trovare foto con slogan pecorecci del tipo “– LGBT + figa”. Mascheroni, che con il paravento della satira gioca tra omofobia, transfobia, sessismo, scherza su temi delicati e sensibili facendo continuamente ironia dai suoi social e dalle colonne de Il Giornale dove firma editoriali che sono la quintessenza non dei temi di destra (magari fosse), ma della superficialità della sedicente destra all’italiana: populista, boomer, arretrata e imbarazzante.

Magari Mascheroni farà un buon lavoro una volta calato in un contesto più istituzionale e meno partigiano delle colonne de Il Giornale perché ne ha le capacità, ma davvero tra i tanti professionisti che si occupano di editoria, comunicazione e giornalismo, è stata scelta una figura che si distingue per comportamenti così lontani da quelli che dovrebbe assumere una persona nominata a rappresentare una realtà così autorevole come la Biennale? È allarmante e sorprendente poiché, fino ad oggi, questa grande istituzione che è patrimonio del mondo più che dell’Italia, era stata impermeabile all’ingresso di personaggi discutibili. Forse che il presidente Buttafuoco ha smesso di fare argine rispetto alle pressioni di una politica che sul fronte culturale è sempre più disastrosa? Se c’è un po’ da vergognarsi della nomina per questa rivista, speriamo non avvenga lo stesso per le importanti nomine che aspettano l’istituzione, in primo luogo quella del direttore della Biennale d’Arte…

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Luigi Mascheroni su X

La nuova rivista edita da La Biennale di Venezia

Ma torniamo a parlare di cose serie. Concepita e realizzata in edizione cartacea – in vendita nello store online della Biennale e nelle principali librerie –, la rivista sarà dotata di un significativo apparato iconografico che attinge dall’Archivio Storico della Biennale e avrà cadenza trimestrale con focus monografici per ogni numero. Questi comprenderanno le discipline proprie della Biennale di Venezia, quali arte, architettura, danza, musica, teatro e cinema, ma anche scienze, letteratura e moda. Così ogni uscita presenterà interventi, testimonianze, interviste, dialoghi e contributi inediti a cura di artisti, ricercatori, personalità italiane e internazionali del mondo della cultura e della società civile.

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Luigi Mascheroni su X

Il primo numero della rivista della Biennale di Venezia

Il primo numero – dal titolo Diluvi prossimi venturi / The Coming Floods – vedrà i contributi di Manal AlDowayan, Engin Akyurek, Carlo Barbante, Davide Brullo, Carolyn Carlson, Aziza Chaouni, Giovanni Lindo Ferretti, Giulia Foscari, Chiara Ianeselli, John Kinsella, Piersandro Pallavicini, Francesco Palmieri, Gilda Palusci, Orhan Pamuk, Mariagrazia Pontorno, Elena Pettinelli, Andrea Rinaldo, Emanuele Rosa, Stenio Solinas, José Tolentino de Mendonça, Lorenzo Toso, Luciano Violante, Peter Weir e Kongjian Yu, mentre la copertina sarà illustrata con un’immagine fotografica di Yuri Ancarani, realizzata durante le riprese del film Atlantide. Il progetto grafico, invece, è affidato a Tomo Tomo, studio di design della comunicazione fondato a Milano da Davide Di Gennaro e Luca Pitoni.

La storia della rivista della Biennale di Venezia

La rivista era nata in considerazione del successo della XXIV Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale del 1948, l’edizione tenutasi dopo la Seconda Guerra Mondiale, con l’intenzione di farne l’organo ufficiale di promozione. Il primo numero uscì nel luglio del 1950 con il titolo La Biennale di Venezia. Rivista trimestrale di arte cinema musica teatro moda e costituito da 50 pagine di testo, 5 tavole a colori e 65 tavole in bianco e nero. “L’immagine di copertina variava ogni volta in relazione alle attività della Biennale e la rivista sin dagli inizi si presenta come un oggetto prezioso, di grande formato, molto curata dal punto di vista editoriale, inserzioni in carte diverse e di diversa consistenza, molte immagini ricercate, per lo più in bianco e nero, ma anche tavole a colori che nel tempo andarono aumentando”, raccontano dalla redazione, composta dall’Ufficio Attività Editoriali, gli Uffici stampa e da una squadra di figure professionali proveniente dai diversi settori della Biennale.

Caterina Angelucci

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Caterina Angelucci

Caterina Angelucci

Caterina Angelucci (Urbino, 1995). Laureata in Lettere Moderne con specializzazione magistrale in Archeologia e Storia dell’arte presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Dal 2018 al 2023 si è occupata per ArtsLife di contenuti e approfondimenti per la sezione…

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