A Pietrasanta undici artisti per scoprire l’arte dell’Africa contemporanea

Al contrario di quello che si potrebbe pensare, l’arte africana non è solo etnica o tradizionale, ma sa anche essere originale e contemporanea. Lo dimostrano tutti gli artisti protagonisti di questa mostra

Africa Tunes: Re-Edit 1. Un progetto collettivo che riunisce undici artisti provenienti da diversi Paesi africani a Pietrasanta, presso la Galleria The Project Space. Progettato da Annalisa Bugliani Arte, esso si aggancia alla precedente rassegna ospitata nel complesso di Sant’Agostino, da gennaio a marzo 2024. Se quella indagava la creatività di oggi del continente africano, alla ricerca di un linguaggio che cerca di equilibrare le connotazioni etniche, qui si procede sulla stessa linea, ma con un taglio nuovo. La mostra attuale vuole infatti mettere in risalto un gruppo di artisti che inseguono strategie originali, determinati ad aprirsi un varco nella scena dell’arte contemporanea. Ciò non vuole dire rinunciare alle proprie radici culturali, ma se mai sintonizzarle, rinnovandole, alle problematiche urgenti, alle tragedie umanitarie che perseguitano il mondo.

Gli artisti africani in mostra da The Project Space a Pietrasanta

Ajarb, Nu Barreto, Armand Boua, Seni Awa Camara, Brice Esso, Laetitia Ky, Esther Mahlangu, James Mishio, Michel Okpare, Tafadzwa Tega, Saint-Etienne Yeanzi. Sono questi i nomi dei protagonisti in questione. Ognuno di essi può rivendicare un proprio stile.
Si comincia con Armand Boua e il suo Untitled  del 2022, in cui si ritrova una vaga somiglianza alle opere di Mimmo Rotella o al frottage inventato da Max Ernst. Dipinge su cartone e poi gratta gli strati per svelare spazi negativi inquietanti, amalgamando rappresentazione e l’astrazione.
Letitia Ky, attratta dall’estetica africana, scopre che nella società precoloniale che i capelli non servono solo a rendere una persona bella, ma sono un mezzo per comunicare. Crea allora con le sue chiome portentose sculture capillifere, per stimolare in chi guarda riflessioni sul colonialismo, sulla razza, sul genere. Un’operazione militante per promuovere la condizione femminile.

L’opera di Brice Esso tra arte africana e rinascimentale a Pietrasanta 

Il fare creativo di Brice Esso si esprime con tecniche e media diversi, quali la fotografia, il disegno, il fashion design e la scultura. Le sue opere sono la conseguenza di un intreccio di influenze che vanno dall’arte africana – vedi la scultura di Ife scoperta nel 1938 in Nigeria – a quella rinascimentale, ma anche a quella riscontrabile in Egitto. L’artista se ne serve per mettere in discussione gli stereotipi legati alla razza e alla religione, rielaborando le iconografie delle maschere africane. In una testa di bambino, esaspera e nello stesso tempo sembra accarezzare, i connotati che l’Occidente tende ad attribuire al suo popolo: naso camuso e labbra spesse ad esempio. 

Gli altri artisti dall’Africa in mostra da The Project Space a Pietrasanta

Ci sono poi le astrazioni iconiche di Esther Mahlangu, che dipinge esuberanti opere geometriche basate sui tradizionali disegni Ndebele; oppure la vivacità cromatica di Ajarb Bernard Ategwa. Il suo stile grafico e i disegni che tratteggiano la tela adottano il linguaggio della pubblicità, molto familiare agli abitanti di Douala, la città più grande del Camerun. 
Si continua con le sculture in terracotta del senegalese Seni Awa Camara, che assumono la forma di strane creature frutto della sua immaginazione; e con Michel Okpare, che vede il corpo umano come un fiore. E sono sempre fiori rigogliosi, in espansione, a fare da sfondo nelle opere di Tafadzwa Tega. Si conclude con i corpi attaccati da sciami inquietanti di insetti, che paiono sfaldarsi, dipinti da Saint-Etienne Yeanzi

Fausto Politino

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Fausto Politino

Fausto Politino

Laureato in Filosofia con una tesi sul pensiero di Sartre. Abilitato in Storia e Filosofia, già docente di ruolo nella secondaria di primo grado, ha superato un concorso nazionale per dirigente scolastico. Interessato alla ricerca pedagogico-didattica, ha contribuito alla diffusione…

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