Un contenitore espositivo che non sfigurerebbe in una delle grandi capitali culturali europee. Questa la sensazione che suscita il museo di Nukus, in Uzbekistan, definito dal Guardian il Louvre del deserto. Il Museo Statale delle Arti della Repubblica di Karapalkstan, è intitolato al suo mitologico fondatore: I.V. Savickij, protagonista del Cultural Heritage del Novecento che, grazie alla sua trentennale instancabile attività, vanta una collezione di oltre 82.000 opere. In particolare, il museo uzbeko presenta la più grande raccolta di opere dell’Avanguardia russa, seconda solo a quella Museo di San Pietroburgo.
L’avanguardia nel deserto un allestimento di ampio respiro
Sulla scia delle mostre primaverili organizzate in Italia, a Palazzo Pitti di Firenze e alla Ca’ Foscari Esposizioni di Venezia, dal titolo Uzbekistan: L’Avanguardia nel deserto, il museo uzbeko propone Avant-Garde in the Desert; un’interessante rielaborazione dei progetti italiani, a cura degli stessi professori, arricchita dal confronto con le opere provenienti dal Museo Statale delle Arti di Tashkent, altra importante collezione di Avanguardia russa dell’Uzbekistan. Il riallestimento degli spazi di matrice italiana, conferisce al polo espositivo un respiro internazionale.
La mostra al Museo di Nukus una panoramica completa sull’avanguardia russa
La mostra, a cura di Silvia Burini e Giuseppe Barbieri, direttori del Centro Studi sull’Arte Russa (CSAR) dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, in collaborazione con Zelfira Tregulova, e con la dott.ssa Maria Redaelli, ricercatrice cafoscarina, si compone di oltre 200 opere, tra cui alcuni eccezionali inediti. Lavori organizzati in un percorso che offre una visione ampliata e ancor più completa dell’Avanguardia Russa, pagina significativa della storia artistica internazionale della prima metà del XX sec.
Il museo di Nukus verso l’internazionalizzazione
Con la mostra Avant-Garde in the Desert, il Museo di Nukus diventa a pieno titolo un polo artistico all’avanguardia, in grado di attrarre un pubblico sempre più internazionale. Successo dovuto anche al rinnovamento degli spazi adibiti all’esposizione, progettato e coordinato dall’architetto Massimiliano Bigarello, caratterizzato da un apparato descrittivo e didattico all’avanguardia, che accoglie e guida i visitatori in 4 lingue diverse, dotato di installazioni multimediali, tra cui una interattiva (sempre made in Italy). E se oggi il Museo di Nukus si può considerare il più importante centro espositivo dedicato all’arte del Novecento dell’Asia Centrale, il suo percorso di crescita non si ferma e per la primavera 2025 si prevede anche il riallestimento integrale del terzo piano, per trasformarlo in una tappa imprescindibile per tutti i visitatori del centro Asia.
Ludovica Palmieri
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