Donald Trump snobba Andy Warhol e l’opera dell’artista sui grattacieli del presidente va in asta

Che non fosse proprio un esperto d'arte si sapeva ma arrivare a rifiutare un'opera espressamente realizzata da Warhol sembra eccessivo persino per Trump. Eppure è andata proprio così...

A sole due settimane dall’elezione di Trump a nuovo Presidente degli Stati Uniti, il 19 novembre va all’asta da Phillips a New York l’opera Skyscrapers, “ritratto” della Trump Tower realizzata da Andy Warhol (Usa, 1928-1987) nel 1981. Opera che, pur rappresentandone il suo primo grande progetto immobiliare, Trump si è sempre rifiutato di comprare e la cui stima varia dai 500.000 ai 700.000 dollari.

Trump e Warhol: storia di un accordo mai nato

Stando a quanto riportato da Warhol nel suo diario, il quadro non fu esplicitamente commissionato da Trump ma l’artista lo realizzò comunque, mosso dall’interesse mostrato dal magnate che andò ad incontrarlo direttamente alla Factory. Per stessa ammissione di Warhol, l’errore fu di realizzare una seriedi otto dipinti anziché uno, mandando in confusione il magnate non propriamente esperto della materia. Opere basate, peraltro, sul modello progettato dallo studio di architettura Der Scutt of Swanke, Hayden, Connell, and Partners, dato che l’edificio era ancora in costruzione.

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Andy Warhol, New York

Warhol e la scelta di una tecnica sfavillante come simbolo del potere di Trump

Benché concepiti per trasmettere lo sfarzo della costruzione e realizzati nei toni del nero, argento e oro e poi impreziositi con la tecnica “polvere di diamante”, data dall’irrorazione di vetro smerigliato sulla vernice bagnata, i dipinti non incontrarono il gusto del destinatario. Che, al vederli, parve addirittura contrariato. Anche perché, nel frattempo, Trump aveva affidato la decorazione della hall della torre ad Angelo Donghia che l’aveva declinata su tonalità rosa e arancioni. La faccenda cadde così nel dimenticatoio.

Warhol e Trump glissare per mantenere le apparenze

Tuttavia a New York non mancarono per i due le occasioni di incontro. E, come annotato nel suo diario, quando nel 1983 Warhol rincontrò la celebre coppia, Ivana (la prima moglie di Trump), non poté esimersi dal chiedergli imbarazzata: “che fine hanno fatto quei quadri?”. Warhol, benché ancora piccato e tentato di rinfacciare il mancato acquisto decise di glissare. Tanto che, nel 1984, l’artista accolse l’invito alla Trump Tower, ormai completata, come giudice dei provini delle cheerleader. Certo, per l’arrabbiatura ancora fresca Warhol arrivò tardi: “Era il primo provino e dovevo essere lì alle 12, ma me la sono presa comoda, sono andato in chiesa e alla fine sono arrivato verso le 14“, come annotò.

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Andy Warhol, New York

Altri estimatori per le opere di Warhol

L’opera che efficacemente rappresenta il lusso del grattacielo della Fifth Avenue trovò presto un estimatore nell’amico-gallerista svizzero dell’artista Bruno Bischofberger, che la espose nella mostra Gems & Skyscrapers nella sua galleria a Zurigo nel 2001. Ed oggi, dopo essere appartenuta ad anonimi collezionisti, torna in asta a New York. Non rimane che vedere se e quante oscillazioni ne subirà la quotazione ora che Trump è diventato il 47° Presidente degli States.

Ludovica Palmieri

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Ludovica Palmieri

Ludovica Palmieri

Ludovica Palmieri è nata a Napoli. Vive e lavora a Roma, dove ha conseguito il diploma di laurea magistrale con lode in Storia dell’Arte con un tesi sulla fortuna critica di Correggio nel Settecento presso la terza università. Subito dopo…

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