Berthe Morisot. A Torino una bellissima mostra sulla pittrice impressionista
Nell'ambito delle celebrazioni dedicate all’impressionismo si colloca la mostra dedicata a Torino a Berthe Morisot, magicienne del movimento secondo la definizione di Stephane Mallarmé. Ad allestire il display espositivo un grande artista contemporaneo italiano
Leggera e brillante queste le caratteristiche della pittura di Berthe Morisot (Bourges 1841 – Parigi 1895), unica donna tra i fondatori del movimento impressionista, presente a sette delle otto mostre del gruppo tra il 1874 e il 1886, che dedicò tutta l’esistenza alla pittura. Come emerge dalla mostra Berthe Morisot. Pittrice impressionista, alla GAM, Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, a cura di Maria Teresa Benedetti e Giulia Perin, rispetto al rigore dei suoi maestri, come Joseph Guichard, da cui fu criticata, Berthe Morisot fu un’instancabile sperimentatrice che alternò liberamente le tecniche sostenendo che “questa eterna distinzione tra disegno e colore è puerile, poiché il colore non è che un’espressione della forma“.
Berthe Morisot, una vita tesa a cogliere l’attimo
La Morisot fu una pittrice tesa a cogliere l’attimo per una resa immediata della realtà: “La mia vita si limita a voler fissare qualcosa di quello che accade, e bene, quell’ambizione è ancora smisurata!” Nei suoi quadri il colore è steso con pennellate veloci, corpose ma leggere come se, parafrasando il critico Charles Ephrussi, sminuzzasse sulla tavolozza petali di fiori per poi disporli sulla tela con pennellate spiritose, soffiate – apparentemente – buttate giù a caso ma che si armonizzano e si combinano, finendo col produrre qualcosa di raffinato, intenso e affascinante.
Tra soggetti familiari e femminili. Berthe Morisot un’artista consapevole
Il percorso, costruito per via tematica e articolato in quattro sezioni, accompagna i visitatori alla scoperta dello stile e degli interessi di quest’artista. E se i primi protagonisti della sua pittura furono soggetti familiari, con opere come il Ritratto di Eugene Manet, 1875; l’attenzione della Morisot si diresse presto sulle donne, non solo per ragioni stilistiche ma anche per una consapevolezza di genere che manifestò esplicitamente: “Non credo ci sia mai stato un uomo che abbia trattato una donna alla pari, e questo è tutto ciò che chiedo, perché conosco il mio valore”.
La natura vista con sguardo femminile
Secondo la poetica impressionista, per indagare luce e colore, Berthe Morisot dedicò grande attenzione alla pittura e plain air. Ambito in cui si distinse dai suoi colleghi per lo sguardo irrequieto e femminile che la portò a soffermarsi su soggetti inusuali come le Aloe di Cimiez, 1889; ad adottare punti di vista insoliti, come nella Cupola dell’arena, rue Pergolèse, 1893 e a rifiutare soggetti à la page come le vedute marine, spiegando a proposito del Porto di Gorey, 1886: “la spiaggia sembra un parco con il mare, ne farò un acquerello. […] Ciò che si vede dalla mia finestra è molto bello da osservare ma brutto da dipingere; le vedute dall’alto sono quasi sempre incomprensibili”.
Berthe Morisot il corpo tra natura e forma
La figura umana, in particolare femminile, abita molti paesaggi della Morisot, in cui i corpi si inseriscono diventando quasi un unicum con la natura che li contiene. In mostra Giovane donna e bambina nell’isola, 1883, si distingue per la luce che invade la scena, rendendo brillante e cangiante il verde del prato.
Sulla scia delle suggestioni dell’amico e collega Renoir, che lo riteneva una “forma d’arte imprescindibile”, il nudo, non manca nella produzione della pittrice – in mostra Pastorella nuda sdraiata, 1891 – per quanto pensasse: “non credo che si possa andare oltre nella resa della forma. Una serie di donne nude che entrano nel mare mi affascina come quelle di Ingres“.
Tra i lavori di grande formato spicca Il ciliegio, 1891-93, che, seppur caratterizzata dall’immediatezza vivace e vibrante della primavera, è figlia di un iter creativo elaborato e complesso, legato alla sofferenza per la perdita del marito.
La mostra, aperta fino al 9 marzo 2025, accostando opere di periodi diversi, evidenzia come Berthe Morisot, anche in età avanzata conservò quella fragranza che la caratterizzò sin dagli esordi.
Un allestimento a regola d’arte
L’esposizione vanta un allestimento d’eccezione, o meglio d’artista: l’intervento di Stefano Arienti (Asola, 1961), nell’ambito del progetto l’Intruso, ideato da Chiara Bertola, Direttrice della GAM. Arienti si inserisce nel tessuto espositivo con strumenti diversi, amplificando con armonia e delicatezza l’esperienza dei visitatori.
Ludovica Palmieri
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