La più grande mostra dell’artista Meriem Bennani alla Fondazione Prada di Milano

Il filo conduttore del lavoro artistico di Bennani è la riflessione sulle nostre identità frammentate che accompagnano l’onnipresenza delle tecnologie digitali, un immaginario che interseca i linguaggi dei video di YouTube, della reality TV, dei video realizzati con il cellulare

Con Fondazione Prada la trentacinquenne Meriem Bennani (vive a New York ma è nata in Marocco nel 1988) ha avuto la possibilità di sviluppare il suo più grande progetto, costruito in due anni lavoro. Modalità, scelte tematiche e risultato finale sono coerenti con la linea di programmazione di questa Fondazione che ha fatto del sostegno a progetti spesso utopici un tratto del tutto originale. 

Le mostre di Fondazione Prada a Milano e Venezia

Basterà ricordare che oltre all’esposizione di Bennani in questo momento Fondazione Prada è esposta con Monte di Pietàdi Christoph Büchel a Venezia, It  waives back di Lizzie Fitch e Rayen Trecartin a Tokyo e Distance of the moon di Shuang Li a Shanghai. Il filo conduttore del lavoro artistico di Bennani è la riflessione sulle nostre identità frammentate che accompagnano l’onnipresenza delle tecnologie digitali, un immaginario che interseca i linguaggi dei video di YouTube, della reality TV, dei video realizzati con il cellulare, documentari story board e animazione. Il risultato del progetto For my best family qui realizzato sono un film e un’installazioni immersiva.

For my best family di Bennani

Al piano terra, il visitatore viene introdotto in uno spazio coperto da 192 infradito disposte in modo da eseguire una sinfonia musicale. Sole crushing – questo il titolo dell’opera composta da Bennani con il produttore Cheb Runner – prevede due ‘orchestre’ disposte ai lati, due sculture a spirale e un’isola centrale. Ogni oggetto è collegato grazie a un sistema pneumatico e con una superficie che percossa amplifica il suono dell’elemento colpito. Sole crushing si ispira tanto a musiche tradizionali marocchine che al duende il sentimento di irrequietezza che sta alla base del flamenco e delle ballate sull’amore e sulla morte della tradizione ispanica. Per Bennani è un modo per collegare il visitatore a momenti di socialità collettiva, come i raduni celebrativi in uno stadio per un concerto o in una manifestazione di protesta, happening che si sviluppano in un rituale estatico. Durante la conferenza di presentazione dell’esposizione l’artista ha esortato gli astanti a collegare il movimento del loro corpo a questa musica prodotta con le suole.

Il film con Orian Bark

Il primo piano ospita invece un’ambiente allestito come una sala cinematografica utile per assistere alla proiezione di For Aicha, art film diretto insieme a Orian Bark e realizzato con la produzione creativa di John Michael Boling e Jason Coombs. Ambientato tra New York e Casablanca, in un mondo popolato da animali antropomorfi e sospeso tra realismo, dialoghi autentici ed elementi di finzione, questo lavoro è il culmine di un processo che fonde i linguaggi del documentario e dell’animazione in 3D. Protagoniste Bouchra, giovane regista marocchina e lesbica che vive a New York e sua madre Aicha cardiologo che vive a Casablanca. 

La storia di For Aicha

I personaggi di questa storia che mescola realtà e finzione hanno le sembianze di sciacalli alla ricerca di un modo di avvicinarsi e convivere in un complesso rapporto madre-figlia. La decisione di utilizzare animali animati, in questo e in precedenti lavori di Bennani, conferisce al tutto un’immediatezza che rende possibile veicolare messaggi complicati attraverso modalità apparentemente innocue. Questo racconto autobiografico si fa di conseguenza un simbolo universale che parla direttamente ad almeno due generazioni, la X e la Z. Alle precedenti resta il compito (spesso arduo) di decifrarne sino in fondo tutti i significati.

Meriem Bennani, Orian Barki, John Michael Boling and Jason Coombs 2 Bouchras in Flip-Flops, 2024. Courtesy the artists
Meriem Bennani, Orian Barki, John Michael Boling and Jason Coombs 2 Bouchras in Flip-Flops, 2024. Courtesy the artists

Il successo di Fondazione Prada

Nessuna tra le esposizioni attualmente in corso in Largo isarco, Ca’ Corner della Regina, Rong Zhai e Aoyama giustifica finanziariamente quello che questa Fondazione promuove nel campo della cultura ormai da decenni. Certamente il Gruppo Prada sta vivendo un momento di crescita straordinaria soprattutto in considerazione del fatto che il segmento del lusso a partire dal secondo semestre del 2023 è entrato in una fase di avvitamento che nessun analista serio sa dire se e quando cesserà. Sappiamo però che la potenza finanziaria serve a poco se non è accompagnata dalla ricerca e dalla passione per quel che ci si propone di fare. Siamo dunque qui di fronte qui a un caso straordinario e (ma solo in patria) non ancora ben compreso di successo del Made in Italy. 

Aldo Premoli 

Libri consigliati:

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Aldo Premoli

Aldo Premoli

Milanese di nascita, dopo un lungo periodo trascorso in Sicilia ora risiede a Cernobbio. Lunghi periodi li trascorre a New York, dove lavorano i suoi figli. Tra il 1989 e il 2000 dirige “L’Uomo Vogue”. Nel 2001 fonda Apstudio e…

Scopri di più