Gianfranco Lunardo / Maria Francesca Bottari – Cartografie di un tempo interiore
Fotografia stenopeica d’autore in mostra.
Comunicato stampa
Lo Spazio d’Arte Multidisciplinare La Dama di Capestrano inaugura domenica 10 novembre 2024 (ore 11:30) CARTOGRAFIE DI UN TEMPO INTERIORE, una mostra bipersonale dedicata alla fotografia stenopeica con le opere di due autori d'eccezione: Gianfranco Lunardo e Maria Francesca Bottari. Curata da Barbara Pavan, il progetto espositivo offre un’immersione nelle profondità concettuali e estetiche di un medium che, pur nella sua essenzialità tecnica, riesce a far emergere una potente dimensione poetica e riflessiva.
Un percorso che si snoda a partire dalle fotografie stenopeiche in bianco e nero di Gianfranco Lunardo che si inscrivono in un dialogo intimo tra l’artista e il paesaggio non solo in quanto luogo fisico, ma specchio di una cartografia interiore. Le immagini, spogliate della precisione tecnica e della nitidezza tipica di altri linguaggi fotografici, rivelano un'eco profondamente spirituale ed esistenziale.
Lunardo non vi cerca riferimenti esterni, ma piuttosto riconosce in esso il riflesso di un percorso introspettivo, di una domanda continua sul senso della propria esistenza e della propria relazione con il mondo. Le sue opere coinvolgono il fruitore non tanto per quello che mostrano ma per come trattano il tempo e lo spazio. La lunga esposizione del foro stenopeico cattura non solo il visibile, ma anche l’invisibile che sfugge all'occhio umano: in questa prospettiva si manifesta il gioco di luci e ombre, l’incertezza delle forme, il mistero delle linee non perfettamente delineate, l’orizzonte libero da qualsivoglia regola e misura. Il paesaggio diventa uno spazio di appartenenza che, pur non avendo una precisa connotazione geografica, riflette la profondità del vissuto umano. Le sue fotografie raccontano il silenzio, l’attesa di un senso in una dimensione rarefatta e indefinita come i confini dell’esistenza stessa.
Ad esse fanno eco le opere di fotografia stenopeica su pellicole scadute di Maria Francesca Bottari la cui pratica concettuale spinge il medium fotografico verso un’estetica del frammento e dell’imprevisto.
L’alterazione chimica del supporto infatti è imprevedibile e implica una variazione che determina una cifra cromatica acida, dove i colori vengono distorti, amplificati, rendendo visibile non solo il soggetto, ma anche il mezzo stesso attraverso cui viene catturato.
Nelle sue opere la natura non viene semplicemente contemplata come oggetto, ma diventa soggetto di un’esperienza estetica che nasce dall’incontro con l’elemento umano, dall’imperfezione, finanche dal degrado, aspetti che assumono forme particolarmente evidenti nel paesaggio stesso quanto nei segni, nei ruderi che vi si incontrano. Le opere fotografiche di Bottari sono una riflessione sull’atto stesso del vedere, su come l’arte possa trasformare l’ordinario in straordinario, il passato in presente, il tempo in forma estetica. Si sviluppano come una raffinata mappatura ispirata dalla relazione tra l’ambiente, l’essere umano e la natura, una cartografia che non è qui disciplina incaricata di circoscrivere e definire i luoghi ma, piuttosto, strumento per liberare l’oggetto del nostro sguardo dai vincoli dell'identificazione geografica, per esaltarne la dimensione temporale.
NOTE BIOGRAFICHE
Gianfranco Lunardo, fotografo con una lunga esperienza nella fotografia etnografica, ha collaborato in maniera continuativa con l’Università della Calabria, in particolare con il Centro Interdipartimentale di Documentazione Demo-Antropologica. Le sue ricerche si sono concentrate prevalentemente sui mestieri tradizionali ormai a rischio di scomparsa, come quello dei mastri bottai, dei costruttori di basti, dei pastori entro il raccordo anulare di Roma e dei carbonai, e su diversi aspetti della cultura popolare. Tra i soggetti che ha esplorato si annoverano la vita monastica, i Serpari di Cocullo, il mandala di sabbie creato dai monaci tibetani e gli strumenti giocattolo e da suono di Terranova da Sibari. Questi lavori sono stati esposti in numerose mostre personali e collettive, raggiungendo nel 2003 il prestigioso palco del Festival Internazionale di Fotografia di Roma. Ha esposto opere sia fotografiche sia installative in esposizioni collettive e personali in musei e spazi espositivi pubblici e privati in Italia e all’estero. Negli ultimi anni, Lunardo ha abbandonato la fotografia tradizionale di documentazione per dedicarsi a progetti artistici di ricerca personale, utilizzando esclusivamente fotocamere stenopeiche, un mezzo che privilegia per la sua essenzialità e autenticità.
Maria Francesca Bottari, artista visiva e fotografa ha partecipato a numerose mostre e progetti d’arte, sia personali che collettivi, in prestigiosi spazi istituzionali e gallerie private. Negli ultimi anni ha rivolto la propria ricerca alla fotografia, inizialmente lavorando in digitale, per poi approdare a un'esplorazione esclusiva della fotografia stenopeica. Questo percorso si distingue per una scelta tecnica e creativa particolare: utilizza infatti pellicole diapositive scadute da oltre 15 anni, un materiale che conferisce alle sue immagini un'atmosfera unica, carica di suggestioni e sfumature irripetibili.