Giovanni Gagino – Marinaio in terra
Marinaio in terra è il titolo del libro del poeta Rafael Alberti in cui si dice di un uomo sradicato dal mare, che rimane sulla terraferma ma custodisce lo spirito libero delle grandi distese marine. Ora è pure il titolo di una mostra dedicata a Giovanni Gagino, che fu (anche) marinaio
Comunicato stampa
Marinaio in terra è il titolo del libro del poeta Rafael Alberti in cui si dice di un uomo sradicato dal mare, che rimane sulla terraferma ma custodisce lo spirito libero delle grandi distese marine. Ora è pure il titolo di una mostra dedicata a Giovanni Gagino, che fu (anche) marinaio, ma soprattutto un uomo e artista dallo sguardo aperto, indipendente, capace di preservare slancio e immaginazione nonostante le ristrettezze di spazi e tempi dati. A cent’anni dalla nascita di Gagino e a dieci dalla scomparsa, l’Assessorato alla Cultura di Cuneo è felice di offrire un’occasione di ricordo e approfondimento di un grande pittore, protagonista della scena artistica cittadina per oltre mezzo secolo. I colori drammatici e vitali, le tipiche vedute industriali e i paesaggi assorti dell’artista rivivono attraverso una selezione di opere inserite negli spazi storici del Museo Casa Galimberti, a cura di Luca Arnaudo e dell’associazione culturale Andante.
L’artista
Giovanni Gagino (Fossano 1924 - Cuneo 2014) è stato pittore, con felici incursioni nella scultura e ceramica.
Marinaio di leva durante la seconda guerra mondiale, dopo l’8 settembre Gagino viene detenuto per quasi due anni in un campo di concentramento in Turingia, da dove torna in Italia a piedi attraversando la devastazione dell’immediato dopoguerra; dopo aver completato la sua ferma in marina, lavora fino al pensionamento in una fonderia di Cuneo. Le esperienze esistenziali di Gagino definiscono la sua produzione artistica, dove i temi della rovina e della fabbrica si fondono in visioni pittoriche intense e drammatiche inclini all’astrattismo, cui si alterna una felice e prolifica vena paesaggistica di taglio post-impressionista, dalle venature espressioniste. L’opera di Gagino riceve presto il plauso da artisti e poeti di fama, quali Davide Lajolo e Mario Luzi, trovando in maniera crescente anche il dovuto riconoscimento critico.
Autodidatta, formatosi frequentando in giovinezza figure di riferimento della scena artistica locale del tempo quali Ego Bianchi e Roberto Luciano, Gagino ha realizzato un’opera ampia, sviluppata fino alla più tarda età, e di grande coerenza, esemplare di una specifica ragione d’essere della pittura moderna dove la lezione della Scuola di Parigi da lui tanto amata – in particolare Chaïm Soutine – trova esiti autorevolmente personali che lo rendono, insieme al precitato Ego Bianchi, il più importante artista cuneese del Novecento.