In Toscana due chef e una degustazione di carne che vuole essere una performance d’arte
“Meglio vegani che indifferenti”. Così Edoardo Celadon ideatore con gli chef Tommaso Tonioni e Edoardo Tilli introduce l’evento culinario a base di carne che più che piacere intende sconvolgere
Il cibo rappresenta una questione culturale, centrale nella vita degli italiani, appassionati di alimentazione in tutte le sue forme. Ma è solo una moda o c’è un interesse reale? In particolare, con la crisi climatica, l’emergenza energetica, le nuove tecnologiche e le questioni etiche, la carne è al centro del dibattito. Tuttavia, come fa notare Edoardo Celadon, fondatore di Most of Italy, “spesso se ne parla in termini superficiali e confusi, senza conoscere la materia prima, stando più attenti ai valori nutrizionali, che alla filiera produttiva. Most of Italy” si è presentato “è una realtà che nasce nel 2023 con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza dei consumatori e costruire un’eredità enogastronomica, per garantire alle generazioni future la possibilità di continuare a scegliere tra prodotti autentici e industriali”. Mission che Celadon persegue organizzando eventi rivolti a diversi target.
Se Carne, Questa Carne, per comprendere il cibo attraverso l’arte
In linea con i suoi obiettivi, Celadon ha ideato un evento inedito e dirompente per sensibilizzare il pubblico sulla carne e far capire come il cibo sia un atto politico e artistico. L’arte, infatti, è al centro di Se Carne, Questa Carne che, il 23 e il 24 novembre 2024, presso Podere Belvedere Tuscany, sconvolgerà gli animi e i palati dei pochi eletti partecipanti. Per circa 12 ore gli ospiti saranno coinvolti in una performance multisensoriale “nata” come racconta Celadon “dall’incontro di quattro personalità, accumunate dall’amore per il cibo nell’accezione più ampia del termine”.
La genesi di Se Carne, Questa Carne
“La degustazione carnivora del secolo” questa l’ambiziosa intenzione dei fautori del progetto che, oltre a Celadon coinvolge Tommaso Tonioni di ARSO e Edoardo Tilli di Podere Belvedere, da lui definiti due tra i migliori chef del mondo. “Tonioni e Tilli”, ha affermato, “si distinguono oltre che per il talento, l’abilità culinaria e l’estro creativo, per la loro sensibilità verso le materie prime. Noi vogliamo trasmettere l’impegno che c’è dietro a un piatto ben confezionato. Raccontare la realtà di quegli allevatori che quando trattano un animale si preoccupano davvero di tutto; arrivando persino a verificarne la precedente alimentazione tramite lavanda gastrica. Da questo dialogo magno” ha aggiunto “è sorta l’idea di non organizzare una semplice degustazione ma un’esperienza performativa multisensoriale che comprende anche la colazione, sempre a base di proteine animali. L’evento è basato su una comunicazione strutturata a tre livelli: parola, arte e, solo alla fine, cibo; per indurre una riflessione sulla materia e sul rapporto con concetti di vita e morte”.
L’arte e la carne
Da qui il coinvolgimento del quarto protagonista di Se Carne, Questa Carne, il fotografo Stefano Delìa che, per il suo approccio alla food photography, era l’artista ideale. Durante i pasti, al posto del menu, saranno distribuite quattro fotografie. Rappresentazioni allegoriche dei quattro momenti cardine della vita di un animale: nascita, crescita, sacrificio e celebrazione. Quattro fasi che celano verità agricole ed ancestrali, ignorate dai più e legate a specifici attori della filiera.
Due degustazioni di carne al buio per un elettroshock culturale
Due degustazioni al buio in quattro atti, in cui i partecipanti, ignari di cosa li aspetta, introdotti dai versi composti da Edoardo Celadon, si lasceranno andare al gusto e alle emozioni. Anche perché, come ha sottolineato lo stratega del singolare rendez-vous: “il nostro, oltre che a un consumo etico, è un invito a riflettere su cosa rappresenti oggi il ciclo di esistenza di un animale. Insomma”, ha concluso “vogliamo smuovere le coscienze. Meglio convertire i partecipanti in vegani piuttosto che lasciarli indifferenti”.
Ludovica Palmieri
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