Il filo rosso tra Arrigo e Leonor
Nel centenario della scomparsa della grande attrice, una mostra sulla profonda intesa intellettuale, artistica e sentimentale che ha unito Eleonora Duse e Arrigo Boito.
Comunicato stampa
La mostra, curata da Maria Ida Biggi, docente La mostra, curata da Maria Ida Biggi, docente all’Università Ca’ Foscari Venezia e direttrice dell’Istituto per il Teatro e il Melodramma della Fondazione Giorgio Cini, e da Marianna Zannoni, coordinatrice scientifica dell’Istituto, è incentrata sulla profonda intesa intellettuale, artistica e sentimentale che ha unito Eleonora Duse ed Arrigo Boito.
«Nel centenario della scomparsa di Eleonora Duse – hanno dichiarato le curatrici - ci è sembrato doveroso ricordare una delle collaborazioni artistiche più interessanti del teatro dusiano. L’incontro con Arrigo Boito, quindi con Antonio e Cleopatra di William Shakespeare, che lui ha tradotto e adattato per lei, ha costituito un capitolo molto interessante della biografia artistica dell’attrice, prima donna di successo nel mondo teatrale, ma anche capocomica di straordinaria modernità».
L’esposizione ruota attorno al lungo carteggio intercorso tra Duse e Boito, corredato da un'interessante documentazione fotografica d'epoca e due preziosi abiti dell’attrice: una sopravveste in crespo di seta realizzata da Henriette e Mariano Fortuny e un soprabito in velluto nero con perline vitree della celebre sartoria Bellom di Torino. Un patrimonio culturale unico, conservato a Venezia negli archivi della Fondazione Giorgio Cini, che ospita la collezione più completa di documenti sulla vita e l’arte della grande attrice, riscoperto nel centenario della sua scomparsa e al centro di un ricco calendario di eventi promosso dalla Regione del Veneto nel 2024.
Eleonora Duse e Arrigo Boito si incontrarono per la prima volta a una cena nel 1884. Iniziarono a frequentarsi tre anni dopo e sul finire del 1888 andò in scena a Milano la prima di Antonio e Cleopatra. La mostra svela lati inediti del carattere dei due protagonisti, ricostruisce le fasi alterne del loro profondo legame, li presenta nella loro dimensione pubblica, l’uno, intellettuale impegnato e artista tormentato, l’altra, straordinaria interprete sulle scene teatrali di tutto il mondo.
Il progetto espositivo assume anche un grande valore per il territorio. Nel Comune di Ponte nelle Alpi, nella frazione di Polpet, la modesta casa che ha visto i natali di Silvestro Boito, padre di Camillo e Arrigo, è destinata a diventare a breve un museo.
Il Presidente del Circolo, Luigino Boito, ha spiegato: «C’è una circostanza che dà un particolare valore a questo progetto. E’ il fatto che Silvestro Boito, discreto pittore e uomo curioso del mondo, sia nato qui, e Arrigo sia stato prima esponente della Scapigliatura lombarda, poi musicista e librettista apprezzato da Verdi: questo ha consentito al Circolo di continuare la sua opera di valorizzazione di quei personaggi locali che, grazie al loro talento, hanno saputo integrarsi in realtà diverse, partecipare con autorevolezza al dibattito culturale del tempo, fornire apporti e soluzioni originali e significative negli ambiti più diversi».
Lo testimonia anche il supporto importante da parte della Camera di Commercio. Il presidente Mario Pozza ha affermato: «Sentiamo un immenso piacere e profondo orgoglio aver collaborato e sostenuto questa straordinaria mostra, che celebra l’intenso legame tra due figure iconiche della storia artistica italiana. Sono certo che leggere e immergersi nei loro sentimenti, così come negli accenni alla natura, al valore del fare per creare, alle espressioni sul tempo, sulla lontananza, sui valori dell’anima, sia assolutamente significativo per i giovani, per interpretare con serenità e tolleranza le relazioni della vita di tutti i giorni».
La mostra è parte del programma del Comitato nazionale per le celebrazioni del centenario della morte di Eleonora Duse.
In occasione dell’apertura al pubblico, il 15 novembre, alle 17.45, nel salone di Palazzo Fulcis si terrà la conferenza Eleonora Duse e Arrigo Boito, a cura di Maria Ida Biggi.all’Università Ca’ Foscari Venezia e direttrice dell’Istituto per il Teatro e il Melodramma della Fondazione Giorgio Cini, e da Marianna Zannoni, coordinatrice scientifica dell’Istituto, è incentrata sulla profonda intesa intellettuale, artistica e sentimentale che ha unito Eleonora Duse ed Arrigo Boito.
«Nel centenario della scomparsa di Eleonora Duse – hanno dichiarato le curatrici - ci è sembrato doveroso ricordare una delle collaborazioni artistiche più interessanti del teatro dusiano. L’incontro con Arrigo Boito, quindi con Antonio e Cleopatra di William Shakespeare, che lui ha tradotto e adattato per lei, ha costituito un capitolo molto interessante della biografia artistica dell’attrice, prima donna di successo nel mondo teatrale, ma anche capocomica di straordinaria modernità».
L’esposizione ruota attorno al lungo carteggio intercorso tra Duse e Boito, corredato da un'interessante documentazione fotografica d'epoca e due preziosi abiti dell’attrice: una sopravveste in crespo di seta realizzata da Henriette e Mariano Fortuny e un soprabito in velluto nero con perline vitree della celebre sartoria Bellom di Torino. Un patrimonio culturale unico, conservato a Venezia negli archivi della Fondazione Giorgio Cini, che ospita la collezione più completa di documenti sulla vita e l’arte della grande attrice, riscoperto nel centenario della sua scomparsa e al centro di un ricco calendario di eventi promosso dalla Regione del Veneto nel 2024.
Eleonora Duse e Arrigo Boito si incontrarono per la prima volta a una cena nel 1884. Iniziarono a frequentarsi tre anni dopo e sul finire del 1888 andò in scena a Milano la prima di Antonio e Cleopatra. La mostra svela lati inediti del carattere dei due protagonisti, ricostruisce le fasi alterne del loro profondo legame, li presenta nella loro dimensione pubblica, l’uno, intellettuale impegnato e artista tormentato, l’altra, straordinaria interprete sulle scene teatrali di tutto il mondo.
Il progetto espositivo assume anche un grande valore per il territorio. Nel Comune di Ponte nelle Alpi, nella frazione di Polpet, la modesta casa che ha visto i natali di Silvestro Boito, padre di Camillo e Arrigo, è destinata a diventare a breve un museo.
Il Presidente del Circolo, Luigino Boito, ha spiegato: «C’è una circostanza che dà un particolare valore a questo progetto. E’ il fatto che Silvestro Boito, discreto pittore e uomo curioso del mondo, sia nato qui, e Arrigo sia stato prima esponente della Scapigliatura lombarda, poi musicista e librettista apprezzato da Verdi: questo ha consentito al Circolo di continuare la sua opera di valorizzazione di quei personaggi locali che, grazie al loro talento, hanno saputo integrarsi in realtà diverse, partecipare con autorevolezza al dibattito culturale del tempo, fornire apporti e soluzioni originali e significative negli ambiti più diversi».
Lo testimonia anche il supporto importante da parte della Camera di Commercio. Il presidente Mario Pozza ha affermato: «Sentiamo un immenso piacere e profondo orgoglio aver collaborato e sostenuto questa straordinaria mostra, che celebra l’intenso legame tra due figure iconiche della storia artistica italiana. Sono certo che leggere e immergersi nei loro sentimenti, così come negli accenni alla natura, al valore del fare per creare, alle espressioni sul tempo, sulla lontananza, sui valori dell’anima, sia assolutamente significativo per i giovani, per interpretare con serenità e tolleranza le relazioni della vita di tutti i giorni».
La mostra è parte del programma del Comitato nazionale per le celebrazioni del centenario della morte di Eleonora Duse.
In occasione dell’apertura al pubblico, il 15 novembre, alle 17.45, nel salone di Palazzo Fulcis si terrà la conferenza Eleonora Duse e Arrigo Boito, a cura di Maria Ida Biggi.