Torino Film Festival 2024. Programma e appuntamenti
La rassegna ha per madrina l'attrice Cristiana Capotondi e in occasione della sua 42esima edizione dedicherà un'ampia e approfondita retrospettiva a Marlon Brando
Giulio Base, nuovo direttore artistico del Torino Film Festival, ha presentato la line-up della manifestazione cinematografica sottolineando alcune cose fondamentali: meno film e che ambiscano a essere memorabili; nessuna passerella di star ma artisti pronti a raccontare le loro esperienze; più spazio per ogni genere e linguaggio; grande attenzione al pubblico giovane. Il festival, giunto alla sua 42esima edizione e in programma dal 22 al 30 novembre 2024, ha per madrina l’attrice Cristiana Capotondi e, come mostrato anche dalla bellissima locandina, dedicherà una larga e bella retrospettiva a Marlon Brando. Quali sono però i film da non perdere? Qui i nostri “magnifici sette”.
Margherita Bordino
“N-EGO” di Eleonora Danco
n-Ego è un’intensa esplorazione della condizione umana, un viaggio introspettivo attraverso le strade, dove la regista affronta una profonda crisi creativa ed esistenziale. In cerca di autenticità, si immerge in luoghi diversi, incontra personaggi unici che, con le loro storie, rispecchiano le sue paure e desideri. Ogni incontro diventa un riflesso dei suoi demoni interiori, trasformando le vite di questi individui in tessere di un mosaico emotivo. La regista, travestita da manichino dechirichiano, diventa simbolo universale di una società segnata dal tempo, in un contesto dove la quotidianità si fonde con l’onirico. Attraverso immagini evocative e un montaggio audace, n-Ego trascende la realtà, invitando lo spettatore a riflettere sulla propria esistenza.
“Il mestiere di vivere” di Giovanna Gagliardo
È il 26 agosto 1950, l’ultimo, frenetico giorno di vita di Pavese. Il poeta si aggira per un Torino deserta, cerca amici che non trova, scrive, telefona. La domenica sera mette fine alla sua vita. Il mestiere di vivere racconta l’intellettuale Cesare Pavese che nella sua breve vita è riuscito a ricreare un nuovo mondo letterario e culturale che ha dato identità alla seconda metà del Novecento italiano: un poeta che appena ventenne scopre la poesia narrativa, per poi cimentarsi nel romanzo breve, portare in Italia la letteratura americana e contribuire infine alla nascita della Casa Editrice Einaudi.
“Controluce” di Tony Saccucci
Tra riprese originali, filmati di repertorio e fotografie dell’Archivio Luce, Controluce ripercorre la storia di Adolfo Porry-Pastorel, padre dei fotoreporter italiani, tra le due guerre diventato «il fotografo di Mussolini», tenuto d’occhio dalla censura fascista ma lasciato entrare nelle stanze private del Duce. Classe 1888, pioniere di un nuovo linguaggio, geniale ideatore di trovate pubblicitarie, fondatore ad appena 20 anni dell’agenzia V.E.D.O. – Visioni Editoriali Diffuse Ovunque, capace di trovarsi con la sua macchina fotografica al posto giusto nel momento giusto prima dei concorrenti, autore di clamorosi scoop, negli Anni Dieci Porry è già un numero uno della fotografia di cronaca e attualità. Milioni di lettori grazie alle sue foto hanno la cronaca viva di grandi eventi storici e politici (primo tra tutti l’arresto di Mussolini del 1915, la Marcia su Roma, il ritrovamento del corpo di Giacomo Matteotti), del costume, del tempo libero, le nuove abitudini degli italiani.
“A sudden glimpse to deeper things” di Mark Cousins
Un ritratto anticonvenzionale della pittrice Wilhelmina Barns-Graham, pittrice, visionaria, artista unica. Un giorno di maggio del 1949, allora 36enne e figura emergente nel gruppo di artisti modernisti di St. Ives, scalò il ghiacciaio di Grindelwald in Svizzera e visse un’esperienza che per lei si rivelò un’epifania capace di cambiare la sua visione del mondo e trasformare la sua arte. Per il resto della vita, infatti, Wilhelmina dipinse solamente quel ghiacciaio. Attraverso un’immersione cinematografica nella sua opera e nella sua biografia, Mark Cousins esplora temi come il mistero della creatività, il tempo e l’età, il genere e la diversità, tra vita e arte, pittura e cinema.
“Un natale a casa Croce” di Pupi Avati
Documentario che racconta la vita di Benedetto Croce, filosofo e senatore italiano tra i massimi intellettuali della sua epoca. Dal terremoto di Ischia del 1883, che lo priva dei genitori e della sorella, Benedetto cresce con la passione per la filosofia e la letteratura e impara a trasformare il dolore in determinazione. Fondamentale per lui l’amicizia con Giovanni Gentile, l’altro grande intellettuale del suo tempo, che durerà dal 1896 alla fine degli anni ’20, quando Croce, inizialmente vicino al fascismo, diventa un oppositore del regime, mentre Gentile uno dei suoi massimi sostenitori. Alla notizia dell’uccisione dell’amico, il 15 aprile 1944, Croce viene profondamente colpito e dopo la Liberazione entra nel governo d’unità nazionale, salvo essere attaccato dal PCI proprio per l’iniziale simpatia per il fascismo. La vita di Croce s’intreccia dunque con gli eventi più significativi della storia italiana, fino a diventare un riflesso dei suoi conflitti e delle sue tensioni ideologiche.
Waltzing with Brando di Bill Fishman
Tra il 1969 e il 1974, la storia vera del rapporto fra Marlon Brando (interpretato da Billy Zane) e lo sconosciuto ma idealista architetto di Los Angeles Bernie Judge (Jon Heder), al quale il grande attore chiede di aiutarlo nella costruzione di un paradiso privato ecologicamente sostenibile su una piccola e disabitata isola di Tahiti. Convinto che la sua creazione possa guidare il mondo verso un futuro migliore e più sostenibile, con la collaborazione di Judge Brando cerca di piegare la natura incontaminata ai suoi desideri, ma di fronte alle difficoltà del progetto si rivela come un uomo vulnerabile e umorale, un sognatore eccentrico attratto e insieme disgustato dalla fama, desideroso solamente di vivere in pace nel suo paradiso. Riuscirà a realizzare il sogno.
La musica negli occhi di Giovanna Ventura
Un documentario d’archivio che racconta il sodalizio artistico di due coppie leggendarie del cinema italiano: Federico Fellini-Nino Rota, Ettore Scola-Armando Trovajoli. La musica dei due compositori era così rilevante da trasformare i film stessi e far emergere il nome del loro autore accanto a quello del regista, legando entrambi alla memoria dello spettatore. E quando tra regista e compositore si realizza una particolare sintonia artistica e un incontro di anime gemelle la magia del cinema è compiuta.
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