Anila Rubiku – Endje: Wander-Weaving

Informazioni Evento

Luogo
ASSAB ONE
Via Assab 1, Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

dal mercoledì al venerdì dalle 15:00 alle 19:00
sabato su appuntamento

Vernissage
16/11/2024

ore 16

Artisti
Anila Rubiku
Curatori
Edi Muka
Generi
arte contemporanea, personale

Attingendo al doppio significato della parola albanese “endje”, che significa sia tessere, sia vagare, Rubiku invita i visitatori a sperimentare la propria visionaria miscela di artigianato, narrazione e commento sociale.

Comunicato stampa

Attingendo al doppio significato della parola albanese “endje”, che significa sia tessere, sia vagare, Rubiku invita i visitatori a sperimentare la propria visionaria miscela di artigianato, narrazione e commento sociale.
La pratica di Anila Rubiku incarna questo concetto di "tessitura e vagabondaggio", intrecciando l'atto fisico della tessitura con la natura libera ed esplorativa del vagare. Il suo vasto corpus di opere abbraccia una varietà di mezzi e temi - dalla poesia alle relazioni di genere, dalla giustizia sociale alla percezione del tempo - e ogni pezzo riflette aspetti del suo percorso di vita. Tuttavia, il ricamo rimane una costante a cui l'artista ritorna nel corso del suo lavoro, intrecciando e dando corpo alle sue esperienze passate e presenti.

Abitano lo spazio dello Studio 3 due progetti: Ain't I a Woman?, 150 fazzoletti ricamati rendono omaggio alle pioniere della libertà e alle lotte condivise dalle donne attraverso le generazioni e The Inner Door, oltre 100 ricami ispirati alle porte interne degli edifici residenziali milanesi.

Anila Rubiku (Durazzo, 1970) è un'artista italiana di origine albanese. Attualmente lavora tra Milano, Toronto e Durazzo.
Il suo lavoro, intimamente connesso con questioni politiche e sociali, utilizza vari media e affronta con taglio poetico e ironico temi legati alla disuguaglianza di genere e all’ingiustizia sociale (Vierzon Biennale, 2022, Biennale dell'Avana, 2019), che toccano temi ambientali (Biennale di Kiev, 2012) e relazionali (56th October Salon, Belgrado, 2016), riflettendo sul significato dell’essere immigrati oggi (Biennale di Venezia, 2011) e sul rapporto tra città e democrazia (Biennale di Architettura di Venezia, 2008). Nel 2014 è stata nominata dalla Human Rights Foundation per il suo impegno sociale ed è stata selezionata come uno dei migliori pensatori globali dalla rivista Foreign Policy.

Edi Muka è un curatore e scrittore albanese. È noto per aver introdotto per la prima volta le pratiche curatoriali in Albania e per il suo contributo alla scena artistica e culturale contemporanea albanese. Ha organizzato e curato numerose mostre e progetti, tra cui il primo Premio Internazionale Onufri a Tirana, il primo Padiglione albanese alla Biennale di Venezia, la Biennale di Göteborg e la Quadriennale d'Arte Contemporanea di Medellin. Dal 2014 Muka è curatore presso la Public Art Agency Sweden a Stoccolma.