Immortalare il corpo. La visione di 7 fotografi contemporanei
Sette nomi della fotografia contemporanea, sette immagini inedite che rappresentano un approccio del tutto personale al corpo. E che Artribune ha selezionato: ecco chi sono
Come si approcciano i fotografi contemporanei al corpo? Nello “Spazio Espositivo” del terzo numero del Focus Moda di Artribune, abbiamo esplorato le sfaccettature del corpo umano attraverso una selezione di immagini inedite, creando un percorso visivo che non si limita a evidenziare le capacità tecniche e artistiche, ma che stimola anche una riflessione critica sul ruolo e sulla percezione dei corpi nella società moderna. E che assume questa volta il titolo di “Bodies in Frames“, proponendosi come un’iniziativa filantropica finalizzata a valorizzare il talento e la creatività di alcuni tra i più interessanti fotografi contemporanei a livello mondiale. Con l’ulteriore obiettivo di avviare un dialogo innovativo sulle trasformazioni dell’identità umana nel mondo contemporaneo, in un momento in cui il corpo si compone di elementi fisici e virtuali, influenzati da dinamiche sia corporee che psicologiche.
Alessia Caliendo
Marta Blue
È una fotografa nata e cresciuta tra Como e Lugano, attualmente residente a Milano, dove lavora come direttrice creativa. È nota soprattutto per le sue immagini dark e surreali, incentrate su temi quali il corpo, la natura e l’occulto. Collabora con agenzie e testate internazionali. Ha ricevuto numerosi premi e ha partecipato a mostre ed eventi su scala globale. La sua ultima rassegna espositiva, curata da Alex Urso, è stata ospitata da Fiuto Art Space. Potete leggere la nostra intervista a Marta Blue cliccando qui.
Isabelle Wenzel
Fotografa e artista tedesca con una formazione da acrobata, utilizza spesso il proprio corpo come soggetto davanti alla macchina fotografica. Nei pochi secondi concessi dall’autoscatto, assume posizioni impossibili che mantiene fino a quando la fotocamera scatta. Il corpo, inteso come forma fisica piuttosto che come persona, è al centro delle sue fotografie. Ogni immagine congela una posa nel tempo, mettendo in risalto le qualità scultoree della fisicità. Per ottenere la foto desiderata, Wenzel ripete più volte le manovre, eseguendo una sorta di performance sperimentale davanti alla fotocamera, che la cattura in forma “congelata” come fotografia.
Amy Woodward
È un’artista fotografica che vive sulla terra dei Kabi Kabi/Gubbi Gubbi (Sunshine Coast), in Australia. Il suo lavoro indaga le molteplici esperienze della maternità, esplorando l’intimità, la tenerezza, il caos, la forza e la fragilità. Inizialmente motivata dal proprio turbolento viaggio nella gravidanza, il suo obiettivo è documentare con onestà e sensibilità le trasformazioni fisiche ed emotive di coloro che ha il privilegio di fotografare.
Ana Marti
È una fotografa che vive e lavora tra Milano e Madrid. Il suo lavoro esplora temi come la sessualità, la femminilità e le texture, combinando la sua esperienza nel mondo della moda con una visione artistica personale. Le sue opere, caratterizzate da un forte impatto visivo e un senso estetico raffinato, creano universi originali che sfidano le convenzioni.
Giulio Michelini
È un artista visivo residente in Tuscia, il cui lavoro è fortemente influenzato dalla biofilia e dall’esplorazione degli ecosistemi. Dal 2023 è impegnato nel progetto “Bloom Forever“, la prima e unica Instaserie botanica al mondo. Questo progetto rappresenta un affascinante crossover tra moda, musica e nuove tendenze, esplorando le dimensioni oniriche, erotiche, psichedeliche e bizzarre del regno botanico e animale. Attraverso “Bloom Forever”, Michelini mette in luce la profonda connessione tra gli esseri umani e il mondo naturale, sottolineando l’interdipendenza vitale che li lega.
Henriette Sabroe Ebbesen
Fotografa autodidatta con sede a Copenaghen, Henriette Sabroe Ebbesen è interessata all’intersezione tra scienza e arte. Concettualmente, le sue opere spesso affrontano temi legati all’identità e al subconscio. Ebbesen afferma: “Il mio obiettivo è giocare con il nostro senso della realtà attraverso distorsioni. Con questi effetti cerco di sorprendere e confondere, lasciando in sospeso la domanda su cosa sia reale“.
Yis Kid
Originario della Spagna e attualmente residente a Londra, Yis Kid esplora attraverso la sua opera l’innaturalità dell’essere umano in figure disumanizzate che si trasformano in simboli del digitale e dell’etereo. Il suo lavoro suggerisce una disconnessione tra l’uomo e l’ambiente, creando una tensione visiva inquietante tra l’irreale e il possibile. Ogni immagine diventa una soglia verso una realtà parallela, ricordandoci che ciò che percepiamo può essere incerto quanto ciò che immaginiamo.
Libri consigliati:
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati