Mendrisio nel Canton Ticino dalla frontiera italiana dista sette chilometri. Distanza minima sul piano geografico ma grande nel modus operandi. Il territorio del Mendrisiotto, il più meridionale della Confederazione Elvetica, vanta una sapienza per la cura delle sue risorse culturali che sorprende anche chi, come noi italiani, ha potuto beneficiare di tesori unici al mondo. In 100 chilometri stanno insediati cinque musei: uno federale (Museo Vincenzo Vela a Ligornetto), uno cantonale (Pinacoteca cantonale Giovanni Züst a Rancate), due cittadini (m.a.x. museo a Chiasso e Museo d’arte Mendrisio) e uno universitario (Teatro dell’architettura Mendrisio). Alcuni sono anche singolarmente di rilievo, ma è soprattutto il modo in cui sono connessi a rendere il caso esemplare. Un modello a cui, dall’altra parte del confine, l’area del Lago di Como potenzialmente ricca di opportunità potrebbe e dovrebbe attingere senza esitazione. La rete del MAM – Musei d’arte Mendrisiotto nata nel 2020 si è mostrata capace di azioni coordinate che rafforzano la visibilità, tanto delle collezioni permanenti (pittura, fotografia, scultura, grafica, architettura) che delle esposizioni temporanee. Nell’insieme, una programmazione intensa, che riesce a farsi notare sul piano nazionale e talvolta a raggiungere quello internazionale. Tutto questo senza disattendere alla logica di un fortissimo radicamento territoriale: evidente nei fatti senza bisogno di urlate dichiarazioni sovraniste. In parallelo è pure intensa l’organizzazione di attività di mediazione culturale rivolte all’utenza locale e a quella turistica che viene così invogliata a muoversi sull’intero territorio.
Per punti
Museo Vincenzo Vela – Ligornetto
Edificata nel 1812, questa residenza privata dotata di un magnifico piccolo giardino ospita ora il museo cantonale. La collezione permanente rispecchia le specificità di quella che fu l’abitazione di Vincenzo Vela (Ligornetto, 1820-1891), artista impegnato nelle dinamiche sociali del suo tempo. Presenti pinacoteca, gipsoteca, biblioteca e archivio di grafica: oltre a una raccolta di fotografia, la prima in ordine di tempo della Confederazione, costituita da circa mille pezzi di valore. Sino al 27 aprile qui è in corso l’esposizione Spartaco Vela. Impressioni dal vero. Al di là di letture che lo confinano a semplice “figlio d’arte”, la mostra invita alla riscoperta di un artista di solida formazione, attivo nel contesto culturale del suo tempo. La sua produzione pittorica e grafica è presentata per la prima volta al pubblico nella sua integralità.
Pinacoteca Giovanni Züst – Rancate
Ospitata negli spazi dell’ex casa parrocchiale ampliata e ristrutturata nel 1967, presenta sino al prossimo 23 febbraio la mostra Carlo Bossoli. Pittore giramondo tra le corti reali e il magico Oriente. Oltre 100 opere provenienti da istituzioni pubbliche italiane e svizzere e da importanti collezioni private sono esposte con un allestimento di grande eleganza. Nato a Lugano nel 1815, Carlo Bossoli ancora bambino si trasferisce con la famiglia a Odessa, dove si specializza in vedute urbane e paesaggistiche per cui utilizza in prevalenza la tecnica della tempera. Dal 1844, prima a Milano e poi a Torino, diviene uno degli artisti maggiormente richiesti da una committenza tra cui spiccano Casa Savoia, la regina Vittoria d’Inghilterra e l’imperatrice Eugenia di Francia. Effettua lunghi viaggi in tutta Europa, nel Medio Oriente e nel Nord Africa, assiste agli eventi storici del 1848 e della Seconda Guerra d’Indipendenza. Una piacevole capsula temporale per immergersi nell’Ottocento.
m.a.x. museo – Chiasso
Inaugurato nel 2005 è dotato di una facciata traslucida che di notte lo trasforma in lanterna. Non è un caso se nel piazzale antistante l’ingresso sorge una scultura di Max Huber che riproduce il font Helvetica. Il m.a.x. è difatti un punto di riferimento per gli appassionati di comunicazione visiva: la sua collezione permanente che vanta migliaia di opere grafiche lo hanno reso uno snodo di rilievo internazionale sull’asse Milano-Basilea. A pochi passi di distanza ci sono lo Spazio Officina dedicato all’arte contemporanea e il Cinema Teatro, risalente alla metà degli Anni Trenta, riaperto dopo un attento restauro nel 2001: insieme costituiscono la punta di lancia dell’intera attività della cittadina svizzera. Attualmente al m.a.x. sino al 16 febbraio è in corso Giovanni Pintori. Pubblicità come arte. Sino al 20 luglio inoltre Bicicletta e motocicletta tra grafica e design propone su questi mezzi di locomozione oltre a un profilo storico e tecnologico, quello estetico e sociologico. Esposti anche materiali realizzati da grandi maestri della grafica: da Marcello Dudovich ad Alberto Martini, a Plinio Codognato.
Museo d’arte Mendrisio
Lo spazio, ricavato da un Convento dei Serviti, comprende un oratorio con una preziosa lunetta attribuita a Giovanni da Milano (XIV secolo) e una deliziosa chiesetta tardo barocca. A ciò si aggiunge una programmazione di esposizioni di arte contemporanea di qualità. Terminata da pochi mesi una vasta antologica dedicata a quattro decenni di lavoro di Enrico Castellani, sino al prossimo 19 gennaio è ora la volta di Ingeborg Lüscher. Il cielo ancorato alla terra. Si tratta della prima antologica in territorio ticinese di questa artista svizzero-germanica. In oltre cinquant’anni di carriera, Lüscher si è imposta, grazie alla sua opera multiforme, in luoghi di grande prestigio, da documenta alla Biennale di Venezia. Le sue opere dialogano con le principali frange avanguardiste del secondo dopoguerra e al tempo stesso testimoniano una distintiva autonomia.
Teatro dell’architettura – Mendrisio
Sorto nel 2018 all’interno del Campus dell’Accademia di architettura dell’Università della Svizzera italiana, è stato progettato da Mario Botta a cui Mendrisio ha dato i natali. L’edificio a pianta circolare con una superficie di circa 3mila metri quadrati, costituito da tre piani fuori terra e due piani interrati, rimanda alla tipologia del teatro anatomico. Botta lo ha pensato come piattaforma per percepire e trasmette le tendenze culturali in atto a livello locale, nazionale e internazionale. Esemplare in l’esposizione in corso sino al prossimo 2 marzo,Arrhov Frick Ursprung Origine/Origin. Con Mikael Olsson. La mostra fa riferimento al metodo di ricerca dello studio di architettura svedese Arrhov Frick. Il tutto corredato da disegni dagli autori e dalle opere dell’artista svedese Mikael Olsson, che pratica una radicale re-visione e ri-presentazione attraverso la mediazione della fotografia. Gli studenti dell’Accademia che aderiscono all’atelier autunnale di progettazione Arrhov Frick di settimana in settimana allestiscono un archivio di progetti, ricerche e una serie di prototipi in scala 1:1. A completare l’offerta sono le conferenze aperte al pubblico tenute dagli specialisti, parte attiva nel progetto.
Aldo Premoli
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