A Torino il Museo Egizio compie 200 anni. Faraoni e sfingi in piena luce nel nuovo allestimento
Non c’è più lo statuario buio del premio Oscar Dante Ferretti, nato ai tempi delle Olimpiadi di Torino 2006. Al suo posto un allestimento luminoso dello Studio Oma dispone le statue faccia a faccia a evocare un antico tempio egizio. Ecco le novità in attesa della fine del cantiere del museo nell’estate 2025
Dal buio alla luce. Anche se spiazzante, perché arriva a 18 anni di distanza dallo scenografico ordinamento di Dante Ferretti, immerso nell’oscurità più nera, il vero pezzo forte del bicentenario del Museo Egizio è il nuovo allestimento della Galleria dei Re, ora tutto più luminoso e avvolto da pareti translucide. È frutto del lavoro di squadra tra egittologi del museo e lo Studio Oma di Rotterdam, autore anche della trasformazione architettonica di tutto l’edificio ottocentesco del Collegio dei Nobili che lo ospita dal 1824: il cantiere si concluderà nell’estate del 2025, con l’inaugurazione della spettacolare copertura del cortile con vetro e acciaio, denominata Piazza Egizia.
Il nuovo allestimento della Galleria dei Re al Museo Egizio
“La cifra di questo allestimento è la visibilità”, spiega l’egittologo Federico Poole, curatore al Museo Egizio dal 2013. “Ora vedo le statue una per una. Sono protagoniste. Riesco a vederne gli strati, i geroglifici, a leggere le scritte perché sono state abbassate ad altezza dello sguardo. E poi tanta luce naturale, potenziata da quella artificiale, perché in origine le statue erano all’aperto nei colonnati esterni”.
La nuova veste del Museo Egizio tra faraoni e divinità
La struttura ricalca, infatti, quella di un tempio egizio con una sala a riprodurne i colonnati esterni e una gli spazi interni: in entrambe si fronteggiano (e non si affiancano come prima) grandi statue di faraoni e divinità a evocare la disposizione delle sfingi com’erano davvero in un tempio nell’antico Egitto.
Il nuovo allestimento del Tempio di Ellesiya
L’altro evento pensato per i festeggiamenti del bicentenario, riguarda il nuovo allestimento del Tempio di Ellesiya, la cappella rupestre (scavata nella roccia) donata nel 1966 dal governo egiziano a quello italiano: ora la sua ricostruzione, fatta con i blocchi di pietra tagliati dal sito originale, e completata da un videomapping che ne ripercorre la storia, si trova al piano terra dell’edificio, accessibile direttamente da via Eleonora Duse, nel retro del Museo. Questa nuova posizione è significativa perché ne permette una visita gratuita in autonomia, con un accesso indipendente. Ecco le immagini.
Claudia Giraud
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