Omaggio a Walter Albini
Balli il Lanificio apre le porte del Fabbricone, sua storica sede nel cuore di Prato, e propone – in collaborazione con il Museo del Tessuto – un percorso espositivo dedicato all’estro e alla genialità del grande stilista. In mostra 12 disegni inediti e cinque abiti mai ‘cuciti’ di Albini.
Comunicato stampa
“... Walter Albini preferisce il prêt-à-porter
perché va incontro alla vita, perché è per
tutte le donne e le aiuta a non rinunciare.”
(Vogue Italia – ottobre 1967)
Debutta la Fabbrica di Cultura, nuovo concept di Balli il Lanificio per divulgare saperi e conoscenze a 360°
Omaggio a Walter Albini
un viaggio affascinante alla scoperta della creatività
del padre del prêt-à-porter italiano
Balli il Lanificio apre le porte del Fabbricone, sua storica sede nel cuore di Prato, e propone - in collaborazione con il Museo del Tessuto - un percorso espositivo dedicato all’estro e alla genialità del grande stilista.
In mostra 12 disegni inediti e cinque abiti mai ‘cuciti’ di Albini.
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Prato, 6 novembre 2024
Dal 22 al 30 novembre (con una preview dal 16 al 17) il Fabbricone, la storica sede di Balli il Lanificio nel cuore di Prato, apre le sue porte e ospita all’interno della Sala Experience la mostra ‘Omaggio a Walter Albini’, dedicata alla straordinaria creatività dello stilista, unanimemente considerato il padre del prêt-à-porter italiano.
Un appuntamento ricco di fascino ma anche di fashion, aperto al grande pubblico e non solo agli addetti ai lavori, nato come spin-off di un ampio percorso espositivo sullo stesso Albini ideato e organizzato dal Museo del Tessuto di Prato e tuttora visitabile negli spazi del Polo Campolmi (Walter Albini, il talento, lo stilista 22 marzo - 30 novembre).
La mostra, ideata e co-curata per Balli dall'architetto Filippo Boretti, propone per la prima volta dodici disegni originali - di proprietà del Museo - immaginati dallo stilista per ‘vestire’ i protagonisti di Latina, opera noir scritta nel 1982 dall’autore e regista teatrale Luca Ronconi ma mai effettivamente andata in scena. Anche i costumi immaginati da Albini, di conseguenza, restarono all’epoca inespressi. Sono abiti sognati, ma mai cuciti né mai indossati. Almeno fino a oggi.
Partendo proprio da quei disegni, così eleganti nei loro tratti senza tempo, l’ufficio stile Balli, utilizzando i tessuti della sua ultima collezione, e con la preziosa consulenza del Museo del Tessuto, ha confezionato in esclusiva ben cinque di quei costumi. Un lavoro di alta sartoria capace di dar vita ai disegni di Albini sulla base delle caratteristiche dei personaggi della pièce di Ronconi ma con un occhio alla modernità, quasi fossero capi da indossare oggi. Il tutto, nel rispetto delle forme e dei volumi immaginati dallo stilista.
Un cappotto donna, un completo Chanel in due pezzi, un giubbotto da bambino, una tunica, un vestito donna accompagnato dal suo soprabito senza maniche. Cinque prototipi che da un lato rendono omaggio al talento di un grande stilista e, dall’altro, dimostrano che si può fare cultura anche all’interno di un’azienda.
Dal fare al dire
La mostra nasce dal desiderio di Balli il Lanificio di farsi portavoce di messaggi culturali capaci di divulgare in maniera diffusa i successi e i saperi del settore tessile italiano, nelle
sue tante sfaccettature. L’artigianalità, la creatività, la passione e l’esperienza, ma anche l’attenzione al dettaglio, il legame al territorio, il recupero delle tradizioni, e tanti altri fattori che da sempre caratterizzano Balli, diventano così il fil rouge di un nuovo dialogo sui grandi temi culturali e sugli aspetti focali dell’industria del tessile.
Omaggio a Walter Albini è un connubio tra moda, teatro e tradizione tessile, un crocevia di ‘ingredienti’ in grado di mantenere vivo lo spirito innovativo che ha reso Prato un polo industriale fondamentale per l’economia dell’intero Paese e, al contempo, un centro culturale di assoluto rilievo.
“In quest’ottica, il passo compiuto da Balli appare naturale. Da fabbrica produttiva a fabbrica di cultura. Da azienda, che da oltre settanta anni realizza tessuti venduti ovunque nel mondo, a fulcro di iniziative capaci di aprire nuovi dialoghi con la comunità.” - sottolinea Leonardo Raffaelli, managing director di Balli il Lanificio - “La nostra mostra dedicata ad Albini, nata in stretta collaborazione con il Museo del Tessuto, segna il debutto di un palinsesto culturale firmato Balli. Altri eventi nel tempo seguiranno.”
Il Fabbricone diventa così un luogo iconico, che crea contenuti, promuove mostre, organizza eventi, propone appuntamenti. Uno spazio che supera il suo côté industriale e che con orgoglio, passione e senso di appartenenza, diffonde tutto il bello (e il buono) che il suo territorio è capace di esprimere. È cultura tessile, certo, ma anche artistica, architettonica, turistica.
Omaggio a Walter Albini
Balli Il Lanificio, Fabbricone storico - Via Bologna 106, Prato
Date / Orari di apertura al pubblico
16/17 novembre - 22/30 novembre
Lunedì - Venerdì: dalle 15:00 alle 19:00
Sabato - Domenica: dalle 10:00 alle 19:00
Modalità
Ingresso gratuito (è gradita la prenotazione)
Ultimo ingresso mezz’ora prima della chiusura.
Visite guidate
Possibilità visite guidate - prenotazione obbligatoria - i seguenti giorni:
Lunedì - Venerdì (due slot): 15.00 e 17.00
Sabato e Domenica (quattro slot): 10.00 - 12.00 - 15.00 - 17.00
(durante il fine settimana è possibile partecipare alla visita guidata del Fabbricone, storica sede del lanificio)
Per le scuole è possibile prenotare visite guidate al mattino nel corso della settimana.
Info e prenotazioni: [email protected]
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Il Fabbricone: opificio, teatro, polo culturale - Il Fabbricone di via Bologna a Prato, all’interno del quale ha sede Balli il Lanificio, è da oltre 130 anni un punto di riferimento per la tradizione tessile del territorio. Appena fuori dell’allora il centro abitato, le famiglie Köessler & Meyer, di origine tedesca, nel 1889 costruiscono un nuovo impianto di produzione di lana pettinata a ciclo completo. Cintato da mura, il Fabbricone, così fin da subito viene chiamato, è un complesso industriale caratterizzato
fin dagli esordi da innovazione e avanguardia tecnologica. 25mila mq, tutti cintati, con vialetti interni che si intersecano al decumano centrale, lungo i quali si susseguono capannoni, uffici, laboratori e
spazi comuni. Una nursery, un’infermeria una mensa, che oggi forse pare scontata ma che un tempo era una chimera in altri stabilimenti. E poi reparti produttivi, sale rammendo, locali per la vendita. Una meraviglia dal punto di vista sia architettonico sia funzionale. Di quell’epoca è rimasto quasi tutto, compresi i fascinosi infissi in legno.
Luca Ronconi, tra i più influenti registi teatrali del Novecento, inaugura nel 1974 in un’ala dell’edificio il Teatro Fabbricone che in breve - grazie anche alla collaborazione con la famiglia Balli che nel frattempo è divenuta proprietaria del complesso) si afferma come un importante laboratorio di sperimentazione teatrale d’avanguardia attirando attori e creativi da tutto il paese. Il teatro è tuttora in piena attività, nervo centrale del palinsesto culturale pratese.
Oggi, lo spirito di innovazione e la sinergia tra mondo industriale e culturale proseguono grazie a Balli il Lanificio, erede della storica impresa tessile fondata dai fratelli Balli e ora guidata dalla famiglia Raffaelli, che continua a onorare la tradizione pratese attraverso iniziative che superano i confini del settore tessile.
Walter Albini - Varesino d’origine (nasce a Busto Arsizio nel 1941) e cittadino del mondo, Albini è amante dell’arte e cultore del bello. Fin da bambino sui suoi album disegna vestiti, solo vestiti. Poi da ragazzo abbandona il liceo classico e si iscrive a Torino in una scuola di moda. E da lì parte il suo straordinario viaggio. Una personalità eclettica, la sua, che ben presto lo porta al fianco di tanti altri mostri sacri dell’alta moda. Disegna, firma collezioni, crea modelli, lavora indefesso da solo o per i più importanti brand. Già a metà degli anni ’60, mixando creatività, genialità e lungimiranza, riesce, con la naturalezza dei grandi, nello straordinario obiettivo di portare l’alta moda dall’atelier alla fabbrica. È anche su suo impulso che, nel 1975, Milano dà il via alla prima Settimana della Moda per lanciare il ready to wear italiano nel mondo. Albini oggi è studiato nelle Accademie, è preso ad esempio, è fonte di ispirazione. Non c’è dubbio, il suo ruolo nel processo evolutivo del sistema della moda è stato fondamentale, interrotto purtroppo da una scomparsa, nel 1983, davvero troppo prematura.
Balli il Lanificio - Nato nel 1948 grazie all’intraprendenza imprenditoriale di tre fratelli (Ruggero, Otello e Dionigi Balli) il lanificio - inizialmente denominato Lanificio Ruggero Balli - è oggi, dopo oltre 70 anni di storia, un punto di riferimento assoluto per il comparto nazionale del tessile. Con il costante crescere delle attività Balli sente il bisogno di nuovi e più capienti spazi produttivi. È così che l’azienda nel 1974 si trasferisce all’interno del Fabbricone, storico opificio pratese edificato alla fine dell’800 e simbolo indiscusso del comparto tessile locale. Agli inizi degli anni ’80 Enrico Raffaelli e Michael Hoechel ne diventano azionisti segnando così un nuovo corso nella storia dell’azienda, che nel 1981 prende il nome di Lanificio Fratelli Balli. Nel 2000 l’azienda acquisisce il 100% del Lanificio Rafanelli e nel 2017 le due realtà si fondono in un’unica società. Il (doppio) passo è dirimente, innesca nuovi stimoli, nuove prospettive, nuove dinamiche gestionali. Il rebranding in Balli il Lanificio - datato 2024 - segna l’avvio di un ulteriore cambio di passo che coinvolge non solo l’immagine dell’azienda ma anche i valori che la animano e che portano l’azienda ad allargare il proprio dialogo con il pubblico e a trasformarsi in un crocevia di saperi e conoscenze, luogo di incontro e confronto per la comunità. Dalla filatura all’orditura, dalla tessitura al finissaggio, passando per la cardatura e la pettinatura. Balli il Lanificio - caso raro nel panorama industriale italiano - accorpa in sede tutte le singole fasi produttive, in un ciclo verticale che trasforma la materia prima in un tessuto finito, di qualità e pronto per il mercato.