Mostre sulla moda tra 2024 e 2025: le migliori da vedere in giro per il mondo
Da Parigi a Oslo, 4 mostre che trattano la moda in maniera inedita. Tra oggetti dimenticati e un duo indimenticabile del fashion system
La moda può essere raccontata in infiniti modi. Tra questi, ci sono le mostre, ossia il miglior mezzo per illustrare con cura la vita di uno stilista o la visione di un marchio. Ogni anno ne inaugurano di nuove in giro per il mondo, ma ce ne sono sempre alcune che meriterebbero maggior attenzione. Artribune ne ha scelte quattro, ciascuna in un luogo e riguardo un tema diversi.
A Parigi tutta la leggerezza del duo Alaïa/Kuramata
Un’esplorazione dei legami tra leggerezza e gravità, materia e non-materia, ovvero la mostra Alaïa/Kuramata: la légèreté en création alla Fondazione Azzedine Alaïa di Parigi, visitabile fino al 12 gennaio 2025. Una ventina di mobili e oggetti del designer giapponese Shiro Kuramata (1934-91) dialogano con altrettante creazioni del couturier tunisino Azzedine Alaïa. Con la curatela di Carla Sozzani e Olivier Saillard, le forme infinitamente leggere delle opere esposte affermano i loro comuni intenti di astrazione, espressi da un radicale equilibrio di tagli, materiali, trasparenze, offrendo allo spettatore un’esperienza contemplativa sospesa nel tempo e nello spazio (Aurora Mandelli)
La storia della moda raccontata da piccoli oggetti dimenticati
Fino al 30 novembre 2024, al National Museum di Oslo, la mostra Ephemeral Matters. Into the Fashion Archive mette in luce l’importanza di oggetti spesso trascurati nella storia della moda. Collezionisti pubblici e privati condividono i loro materiali, tra cui cataloghi, inviti, annunci e illustrazioni dal XVI secolo fino ai giorni nostri. Sarà presente anche una selezione di oggetti e documenti dall’archivio interno del National Museum, esposti per la prima volta. E verranno presentati oltre 800 documenti e oggetti effimeri sia di maison di moda come Chanel e Balenciaga sia di stilisti, tra cui Patrick Kelly e Paul Poiret. Curata da Marco Pecorari e Renata Hernández, la mostra include contributi di collezionisti e istituzioni come Palais Galliera e il Queer Zine Archive Project, sottolineando il valore storico di questi oggetti. (Lara Gastaldi)
James Ensor e le maschere del contemporaneo in mostra ad Anversa
Perché indossiamo delle maschere? Perché gli esseri umani hanno così paura di invecchiare visibilmente? Come rapportarsi a ideali di bellezza in continua evoluzione e impossibili da raggiungere? Sono le domande sollevate dall’opera del pittore e incisore James Ensor (1860 – 1949) a proposito delle insicurezze, della seduzione, della transitorietà, che ci accomunano. In programma fino al 2 febbraio 2025 negli gli spazi del MoMu di Anversa, la mostra multimediale Masquerade, Make-up & Ensor indaga questi temi fondendo arte, moda e make-up attraverso lo sguardo di Issy Wood, Cindy Sherman, Tschabalala Self, Genieve Figgis, Martin Margiela, Christian Lacroix, Walter Van Beirendonck, Cyndia Harvey e molti altri. (Aurora Mandelli)
Sophie Calle: Overshare
Presentata al Walker Art Center di Minneapolis fino al 26 gennaio 2025, e successivamente all’Orange County Museum of Art di Costa Mesa dal 7 marzo al 1° giugno 2025, la mostra Sophie Calle: Overshare porta per la prima volta in Nord America l’opera voyeuristica tout court di una delle artiste concettuali più celebrate e provocatorie di Francia. Tramite fotografie, video, testi e oggetti, l’esposizione evidenzia il virtuosismo di Calle nell’indagare la condizione umana erodendo attivamente i confini tra spazio pubblico e privato. Quindi, rivelando sia come i suoi primi lavori abbiano in qualche modo anticipato l’ascesa dei social media, sia come oggi la sua pratica susciti riflessioni imprescindibili sul senso di sé e sulla rappresentazione esteriore delle nostre identità. (Aurora Mandelli)
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