Scuola Piccola Zattere a Venezia: nuova istituzione con programma culturale impeccabile (e qualche controversia)
È uno spazio non-profit dedicato alla ricerca e alla formazione di operatori culturali provenienti da tutto il mondo, tra progetti espositivi, residenze, borse di ricerca, ma anche laboratori, seminari ed eventi di vario genere, quello che nasce nel palazzo ottocentesco alle Zattere che fino al 2022 ospitava la V-A-C Foundation
“Scuola Piccola Zattere è uno spazio non-profit per la ricerca e la formazione continua nel campo espanso delle arti contemporanee. Il programma si sviluppa attraverso progetti espositivi, committenze, residenze e borse di ricerca, laboratori, seminari, eventi discorsivi e performativi, con un approccio metodologico che integra le diverse linee di azione per favorire influenze reciproche tra i formati di studio, produzione e fruizione. Aperta alle ricerche di operatorə culturali provenienti da tutto il mondo, Scuola Piccola Zattere rivolge in particolare le sue attività alle comunità artistiche che vivono, studiano e operano nella città di Venezia“, si presenta così la nuova istituzione culturale veneziana il cui nome è ispirato alle confraternite laiche, attive dal Medioevo fino alla fine della Repubblica, identificate proprio sotto il titolo ‘scuole piccole’ per indicare un particolare modello di organizzazione civica e diffusa, scevro da distinzioni gerarchiche o di genere e dedito a opere di bene e pratiche devozionali (tra esercizio di arti e professioni e supporto a comunità straniere).
Dalla V-A-C Foundation alla Scuola Piccola Zattere
La fondatrice è Victoria Mikhelson (classe 1992) e la direzione artistica è affidata a Irene Calderoni, già capo curatrice presso la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino. Ma ciò che non viene esplicitato – e come riporta Massimiliano Coccia su Linkiesta – è che la Scuola Piccola nasce su quella che era la sede veneziana della V-A-C Foundation, l’istituzione moscovita creata nel 2009 dal padre di Victoria Leonid Mikhelson (proprietario del colosso energetico del gas Novatek e sodale di Putin) e Teresa Iarocci Mavica, che proprio nelle sale di Palazzo Zattere (dato in concessione alla fondazione dall’Autorità Portuale per diciotto anni a partire dal 2014) ha promosso dal 2017 al 2022 (anno dello scoppio del conflitto in Ucraina) l’incontro e il dialogo tra la cultura russa e quella internazionale. Così, all’indomani dell’avanzata delle truppe russe in Ucraina, il direttore dell’allora V-A-C Francesco Manacorda rassegnò le sue dimissioni e la sede lagunare della fondazione cessò le sue attività.
I fondi della Scuola Piccola Zattere
E arriviamo al 22 e 23 novembre 2024, giorni in cui ha inaugurato il nuovo progetto di Victoria Mikhelson, al contrario del padre esente da sanzioni in Europa (ma non in Ucraina) pur avendo ricevuto da questo “la società GES-2, proprietaria dell’omonima Casa della Cultura a Mosca e dell’edificio del cinema Udarnik (di fatto la plancia aziendale che controlla le strutture no-profit), nonché una partecipazione del 2,3% in Novatek“, in un progetto di ricollocamento dei propri beni, come riporta sempre Coccia. Nonostante ciò, durante l’opening viene chiarito subito che il finanziamento che ha portato all’apertura della Scuola Piccola non ha nulla a che fare con le attività di Leonid Mikhelson e che la fondazione è estranea a posizioni politiche, anche se per Coccia i soldi che sostengono l’attività dell’istituzione sono inevitabilmente “sporchi”.
Il programma della Scuola Piccola Zattere
“Non voglio essere definita in base al luogo dove sono nata. La fondazione che presiedo è italiana, registrata a Venezia, e così il personale. Io vivo in Europa, in Svizzera, e frequento da tanto Venezia. Penso che questo luogo meriti di essere vissuto e di essere parte della città“, risponde Victoria. Così, nonostante la bufera mediatica (e non solo) che la vede protagonista, la Scuola Piccola Zattere ha aperto le porte di quello che si propone come uno spazio-comunità, un’associazione temporanea e fluida, un luogo per l’educazione e la produzione culturale, per l’occasione pensato e riadattato dal collettivo di design e ricerca Fosbury Architecture. Da novembre 2024 a novembre 2025, infatti, si svilupperà il programma One Year Score, finalizzato all’esplorazione tramite un approccio inter e multidisciplinare delle “forme di aggregazione, conflitto e negoziazione che caratterizzano le dinamiche della socialità, esaminate alla luce del rapporto che si instaura tra spazio e corpo, tra architettura e azione performativa. Le politiche spaziali di appartenenza ed esclusione, gerarchia e orizzontalità, rigidità e porosità, materialità e immaterialità, saranno il centro di una riflessione comune alle varie discipline e ai di versi formati di residenza, studio e programmazione“, spiega Calderoni aggiungendo ad Artribune che gli operatori culturali coinvolti (e le loro ricerche) non saranno in alcun modo limitati dal background politico della fondazione.
La mostra inaugurale e il programma di residenza alla Scuola Piccola Zattere
One Year Score: primo movimento è la mostra che apre la stagione espositiva della Scuola Piccola Zattere, con la partecipazione degli artisti Ludovica Carbotta, Tomaso De Luca, Maryam Hoseini, Reto Pulfer, Anna Witt e Agnieszka Mastalerz che, attraverso installazioni, dipinti, opere video e azioni performative, esplorano le relazioni che si instaurano tra spazio e corpi, architettura e movimento. Sono, invece, Andrea Canepa – già chiamata a realizzare un’installazione permanente site-specific per il Ridotto, lo spazio contiguo all’ingresso dell’edificio –, Edoardo Lazzari e Diana Anselmo a partecipare alle prime sessioni di residenza e fellowship, per il momento su invito e successivamente su bando pubblico.
Caterina Angelucci
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