Una mostra a Parma omaggia il grande ritrattista del Novecento Carlo Mattioli
A trent'anni dalla morte di Carlo Mattioli, la Reggia di Colorno (in provincia di Parma) riunisce sessanta dipinti dell'artista emiliano, ripercorrendo lo stile ritrattista nella storia dell'arte italiana
Pittore e disegnatore tra i più importanti del Secolo scorso, Carlo Mattioli (Modena, 1911 – Parma, 1994) è stato uno degli artisti che ha contribuito a rendere Parma una città culturalmente attiva nella seconda metà del Novecento.
A trent’anni dalla sua scomparsa, la Reggia di Colorno (in provincia di Parma) ha deciso di rendergli omaggio con Carlo Mattioli, [contro] ritratti, la mostra a cura di Sandro Parmiggiani e Anna Zaniboni Mattioli, fruibile sino al 12 gennaio 2025.
Il progetto riunisce sessanta dipinti provenienti da musei, istituzioni pubbliche e collezioni private, accompagnando il pubblico alla scoperta della pittura ritrattistica che ha contraddistinto la carriera dell’artista emiliano.
La mostra di Carlo Mattioli alla Reggia di Colorno
Il percorso espositivo si apre con i sedici ritratti di storici personaggi colornesi conservati nella Sala del Consiglio Comunale e commissionati all’artista nel 1963 da Augusta Ghidiglia Quintavalle, storica dell’arte e Sovrintendente alle Gallerie di Parma. Un corpus di dipinti ironici che gioca su una trasposizione divertita dei volti, tra cui spiccano: Ottobono Terzi diventa il poeta Attilio Bertolucci, il filosofo Zaccaria Olivieri, il pittore Carlo Carrà e il vescovo Martino da Colorno, il papa regnante Giovanni XXIII.
I ritratti di Carlo Mattioli: tra realtà e introspezione
L’esposizione prosegue con una lunga sequenza di ritratti che si avvicinano progressivamente all’intimità dell’artista: intellettuali, poeti, artisti da lui frequentati e stimati al tempo dell’“Officina Parmigiana” fino ai più celebri colleghi, come Renato Guttuso, Carlo Carrà, Giorgio Morandi, Giorgio De Chirico, Ottone Rosai, Giacomo Manzù. A concludere il percorso è il nucleo di dipinti dedicati alla famiglia, con protagoniste la moglie Lina, la figlia Marcella e l’amata nipote Anna, raffigurata nelle varie età della vita, dall’infanzia all’adolescenza, a cui si aggiungono diversi autoritratti.
Parola al curatore Sandro Parmiggiani
“I ritratti realizzati da Carlo Mattioli testimoniamo il valore e il fascino della pittura dell’artista: opere nelle quali il disegno germoglia, con soluzioni memorabili, sempre tese a catturare la verità di un volto e di un corpo, con uno sguardo d’ironia affettuosa che non esita a spingersi nei territori della rivelazione dell’intima verità della persona”, spiega il curatore Sandro Parmiggiani. “Pensiamo al disagio, alla disperazione esistenziale di Rosai, con quelle sue mani come artigli, come protesi tese a cogliere qualcosa che sempre sfugge, alla solitudine di Morandi, raffigurato come una sorta di sfinge inaccessibile, all’ambiguità di Guttuso, cui alludono le volute di fumo della sua sigaretta”.
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Redazione
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