Giorgio Vasari in mostra ad Arezzo: una “vita” esemplare. Le celebrazioni a 450 anni dalla morte
L’anno delle celebrazioni è l’occasione per costruire una mostra dalle interpretazioni intriganti che individua nell’autore de Le Vite una anticipazione della realtà aumentata e del Metaverso
Tutti coloro che hanno studiato storia dell’arte sono incappati, presto o tardi, in Le vite de’ più eccellenti architetti, pittori, et scultori italiani di Giorgio Vasari. Gli antichi volumi, nella prima edizione del 1550, campeggiano in una vetrina della Galleria d’Arte Contemporanea di Arezzo, città natale di questo personaggio in bilico tra letteratura e pittura, architettura e “management culturale” visto che fu il creatore, negli Uffizi, della prima “galleria” d’Europa. Il progetto intende però porre l’attenzione non solo sul ruolo di Vasari come intellettuale, ma quale raffinato artista alla corte di Cosimo e Francesco de’ Medici, evidenziando in particolare le “invenzioni” allegoriche.
Chi era Giorgio Vasari
Le tante personificazioni simboliche, come ad esempio quella della Pazienza, venivano elaborate da Vasari grazie a una profonda cultura e costellano i suoi dipinti sacri e profani, così come imprese monumentali, ad esempio le decorazioni del Salone dei Cinquecento e di altri ambienti in Palazzo Vecchio; queste ultime sono documentate in mostra grazie a un prezioso nucleo di disegni, molti provenienti dal Louvre e dal Metropolitan di New York. Nelle opere dell’aretino proliferano quindi –spesso mediante la ripresa di miti antichi – le allegorie delle virtù, dei fiumi e delle città, tutte corredate da emblemi oggi talvolta difficilmente interpretabili, ma che per il destinatario colto dell’epoca costituivano una narrazione sofisticata, spesso descritta nei dettagli dallo stesso Vasari. A proposito delle allegorie, la curatrice Cristina Acidini propone nel suo saggio in catalogo una riflessione intrigante: “non sfuggono inattese analogie tra la messa in scena vasariana e l’odierna ‘realtà aumentata’ […]. Un esempio ormai classico è appunto l’apparizione sullo schermo di un personaggio virtualmente evocato da un dato contesto storico, che viene a inserirsi nel tempo e nello spazio dell’osservatore coesistendo, nell’immagine, con le persone vere presenti al momento e circolanti nell’ambiente. L’universo di Vasari conteneva le premesse per il nostro metaverso?”.
La mostra dedicata a Giorgio Vasari
Non si pensi tuttavia a una mostra di soli simboli: il percorso indaga la figura di Vasari a tutto tondo, partendo dagli scritti letterari e transitando attraverso la pittura, il disegno – considerato “padre delle Arti” -, l’architettura e l’impegno nella valorizzazione delle preziosissime raccolte d’arte dei Medici. Da queste, torna ad Arezzo un’opera attesissima, affascinante e dalla storia straordinaria. Nel 1553, in occasione di alcuni lavori effettuati presso porta San Lorenzo ad Arezzo, venne alla luce un vasto gruppo di bronzetti votivi, tra i quali una grande scultura raffigurante la Chimera. L’incredibile manufatto in bronzo venne subito riconosciuto dai contemporanei come etrusco e fu prontamente trasferito a Firenze. Vasari suggerì di esporre la Chimera in una posizione privilegiata all’interno di Palazzo Vecchio (oggi è al Museo Archeologico) e contribuì alla lettura simbolica dell’animale fantastico: come nella mitologia aveva fatto Bellerofonte contro la chimera, anche Cosimo de’ Medici era riuscito a sconfiggere definitivamente i suoi nemici in Toscana, imponendosi come signore assoluto.
La mostra diffusa Vasari. Il teatro delle virtù
La mostra Vasari. Il teatro delle virtù si conclude nell’ex chiesa di Sant’Ignazio, dove trovano ospitalità le pale d’altare monumentali tra cui l’Allegoria dell’Immacolata Concezione e due tele di Perugia che per la prima volta escono dalla basilica di San Pietro. Ma Arezzo offre varie altre iniziative per conoscere meglio il suo cittadino più illustre: sono ad esempio in corso l’esposizione organizzata nel museo di Casa Vasari e il focus sul Convito per le nozze di Ester e Assuero al Museo d’Arte Medievale e Moderna. Gironzolando per le chiese della città si incontrano inoltre numerosi altri lavori di Vasari, e citiamo l’inconsueto altare (la cui pala raffigura infatti la Vocazione degli Apostoli Pietro ed Andrea) nella badia delle Sante Flora e Lucilla, qui trasportato dalla pieve di Santa Maria dove costituiva il monumento funebre della famiglia Vasari. Peccato non aver sfruttato appieno l’anniversario vasariano per predisporre un’apposita segnaletica e strumento agile e di lunga durata, come una mappa o un sito ragionato, finalizzati a rintracciare tutte le testimonianze lasciate da Giorgio Vasari in istituzioni museali pubbliche, private ed enti religiosi.
Marta Santacatterina
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