A Milano il Palazzo del Senato si apre alla città: restauro della facciata, caffè e ristorante
L’operazione si inquadra nel più ampio progetto di sponsorizzazione degli archivi statali per riqualificare e aprire al pubblico con nuove funzioni gli edifici storici che li ospitano. A Palazzo del Senato previsti anche una caffetteria, un ristorante e un’area espositiva: il bando
Con la sua facciata concava monumentale, che prospetta sulla via a cui l’edificio dà il nome, Palazzo del Senato è una delle più preziose testimonianze di architettura seicentesca a Milano.
La storia di Palazzo del Senato a Milano
Costruito a partire dal 1608 per volontà dell’arcivescovo Carlo Borromeo come sede del Collegio Elvetico, si affacciava, in origine, sul naviglio interno – interrato nel 1929 come gran parte del sistema delle acque meneghine – che scorreva lungo l’attuale tracciato della circonvallazione. La caratteristica facciata fu però realizzata solo in un secondo momento, nel 1627, su disegno di Francesco Maria Richini, che sperimentò una soluzione ardita per far fronte a un problema strutturale. Dopo l’Unità d’Italia, l’edificio divenne sede dell’Archivio di Stato, gravemente danneggiato durante i bombardamenti del 1943 sulla città. Ma la facciata concava, incorniciata da imponenti bugne, sopravvisse al disastro, e oggi dà accesso, tramite il grande portale centrale affiancata da una grande statua in bronzo di Joan Mirò (ricordo della mostra Mirò Milano del 1981) alle due grandi corti porticate intorno alle quali si distribuiscono numerosi ambienti.
Il bando per la selezione di sponsor per restaurare Palazzo del Senato
Ora l’Agenzia del Demanio e la Direzione Generale Archivi del Ministero della Cultura pubblicano un bando per selezionare sponsor pubblici o privati a cui affidare interventi di conservazione e restauro delle facciate del Palazzo: oltre al già citato prospetto del Richini, oggetto della sponsorizzazione sarà anche la facciata che corre lungo via San Prima, quinta scenica in mattoni rossi che definisce il perimetro dei due cortili a seguito dei lavori ultimati dopo il 1776 dall’architetto Leopoldo Pollack.
Si tratta del primo avviso di sponsorizzazione nel settore archivistico, e il termine per la presentazione dei progetti è il 27 dicembre 2024: l’operatore economico selezionato potrà, a completamento dell’offerta, proporre un importo aggiuntivo per ulteriori opere o forniture finalizzate alla tutela e alla valorizzazione del Palazzo del Senato, degli ambienti interni e dei cortili. Il compenso sarà il ritorno di immagine grazie alla visibilità durante l’esecuzione dei lavori del proprio marchio e della propria identità commerciale sui ponteggi.
Come restituire Palazzo del Senato alla città: oltre l’Archivio, un luogo di aggregazione
Come già successo con la riqualificazione dell’ex Seminario Arcivescovile (anche qui il Richini firmò il maestoso portale barocco d’accesso) finanziata da Ferragamo e curata da Michele De Lucchi, che ha “regalato” una nuova piazza a Milano, anche il bando per Palazzo del Senato, edificio di proprietà statale, si propone di favorire l’apertura di nuovi spazi ai cittadini. Nel caso specifico, però, l’intervento si inserisce nell’Accordo Quadro stipulato nel 2023 tra l’Agenzia del Demanio e il Ministero della Cultura, per l’attuazione di iniziative di valorizzazione, riqualificazione e rigenerazione di beni dello Stato di grande pregio storico-artistico di interesse del Ministero della Cultura ad uso Archivi di Stato.
Ecco perché già si preannuncia la pubblicazione di un secondo bando di partenariato pubblico privato per concepire nuove modalità di fruizione del Palazzo, oltre gli orari di ufficio dell’Archivio. Si punterà, dunque, a realizzare un’attività di caffetteria e coworking/sala lettura, con apertura diurna, al piano terra del corpo centrale posto tra i due cortili principali; e un’ulteriore attività risto-espositiva, con apertura diurna e serale, da ricavare sempre al piano terra, ma nel cortile prospicente via Boschetti, perché possa avere accesso indipendente da Via Marina e Via San Primo. “L’obiettivo è quello di mettere l’immobile pubblico, archivio, in relazione con la città, di aprirlo alla socialità e alla vita quotidiana”, sottolinea il Direttore dell’Agenzia del demanio Alessandra dal Verme. “Dare piena accessibilità agli archivi potenzia il loro ruolo di comunicare i valori e la memoria del passato con sale di consultazione, multifunzionali e digitali, spazi pubblici verdi e luoghi ricreativi. Ci aspettiamo al termine delle opere affidate la completa riqualificazione del compendio inclusi i bellissimi colonnati e i cortili messi a disposizione della collettività senza impatti sulla finanza pubblica”.
Nel frattempo, il Palazzo è già oggetto di interventi di riqualificazione finanziati tramite PNRR per 1,4 milioni di euro, e finalizzati al superamento delle barriere fisiche e cognitive.
Livia Montagnoli
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