A Ferrara la chiusura per 4 anni del Castello Estense è necessaria ma è un problema

L’intervento finanziato con 16 milioni di euro si è reso necessario dopo il sisma del 2012, ma fa discutere perché priverà a lungo la città del suo simbolo architettonico, che è pure un’importante risorsa turistica. Al vaglio soluzioni alternative

La primavera scorsa, al termine di un cantiere di restauro protrattosi per oltre 5 anni, Ferrara ha festeggiato la riapertura della Cattedrale di San Giorgio Martire, architettura romanica tra le più belle d’Italia, più volte ampliata e modificata nel corso dei secoli. 

Ferrara e i cantieri di restauro post sisma del 2012

Messo a dura prova dal terremoto che nel 2012 colpì l’Emilia, il Duomo ha infatti necessitato di lavori di consolidamento e rafforzamento dei pilastri settecenteschi, che hanno permesso di riscoprire inaspettati capitelli romanici, limitando però, a lungo, la fruibilità dell’edificio (nonostante la bella idea di allestirvi una mostra sul cantiere, tra il 2022 e il 2023). Ora l’interno, libero da impalcature, è nuovamente accessibile, ma all’inizio dell’autunno, previo finanziamento europeo di 8 milioni di euro incluso nel progetto Ducato Estense, sono iniziati i lavori per il ripristino di statue e marmi della facciata, con il suo incredibile protiro, e del campanile rinascimentale (incompiuto) che svetta a 45 metri d’altezza sulla città.
A tenere banco, però, è l’imminente avvio di un altro – imponente – cantiere, che a partire da giugno 2025 dovrebbe coinvolgere il Castello Estense. Operazione anch’essa necessaria per sanare i danni procurati dall’ultimo sisma, eppure piuttosto discussa per l’impatto sull’indotto turistico locale, oltre che per la portata simbolica della campagna di lavori che dovrebbe privare la città del suo fulcro storico e architettonico per 4 lunghi anni.

La storia del Castello Estense di Ferrara

Progettato nel 1385 da Bartolino da Novara per il marchese Nicolò II d’Este, solo a partire dal 1476, dopo un tentato colpo di stato, la corte si stabilì nel Castello trasformandolo progressivamente da rocca difensiva in raffinata residenza principesca (nel 1492, con la realizzazione dell’Addizione Erculea, l’edificio si trovò concretamente e idealmente al centro della città), in uso fino al 1598, quando gli Este lasciarono la città alla Chiesa. Il Castello, con i suoi quattro torrioni angolari e il fossato che lo circonda, domina il tessuto urbano rinascimentale: oggi, la visita si articola attraverso numerose sale e ambienti (dalle Prigioni al Giardino degli Aranci, alla Cappella Ducale, all’Appartamento dello Specchio con il ciclo pittorico dei Giochi, fino allo storico Salone degli Stemmi), nel museo allestito da Gae Aulenti e negli spazi riservati alle esposizioni temporanee.

Castello Estense di Ferrara
Castello Estense di Ferrara

Il restauro del Castello Estense: la chiusura da giugno 2025

Che i lavori siano inevitabili lo dimostra la profusione di energie e risorse economiche stanziate dalla Regione: quando qualche mese fa il MiC ha tagliato i fondi a disposizione del progetto, l’assessore alla Cultura e al Paesaggio dell’Emilia Romagna Mauro Felicori si è speso in prima persona per reperire nelle casse regionali e provinciali la cifra necessaria a raggiungere i 16 milioni di euro che finanzieranno il cantiere, già approvato dalla Soprintendenza. L’obiettivo è quello di provvedere al consolidamento e alla riqualificazione funzionale del monumento simbolo di Ferrara, perché possa diventare un’attrazione ancora più centrale nel sistema turistico e culturale della città. Questo, però, potrebbe comportare il divieto di accesso al Castello per l’intero periodo dei lavori, se non per iniziative particolari e isolate, per garantire il rispetto delle norme di sicurezza. Il prossimo 9 giugno – espletato l’iter del bando di gara di tipo europeo di prossima pubblicazione per individuare l’impresa appaltatrice – il sito chiuderà al pubblico: le biglietterie saranno smontate per montare le impalcature, e anche il fossato sarà interessato dall’intervento. 

Come evitare la chiusura del Castello Estense per 4 anni?

E pur garantendo la scelta di un’impresa che, nel rispetto della qualità della realizzazione delle opere, prospetterà tempi più brevi possibile per la conclusione del cantiere, il Comune fa ora i conti con la preoccupazione delle associazioni di categoria: per Confcommercio è necessario “evitare la chiusura totale del monumento vista la sua valenza turistica sul territorio e dato il momento complesso che sta vivendo il settore terziario”. E si muove anche Cna Turismo, invitando a individuare con largo anticipo strategie che possano garantire la continuità dei flussi turistici anche nel periodo di chiusura. Il suggerimento avanzato dal presidente Dario Guidi, chiama in causa le altre (numerose) attrazioni del patrimonio artistico e monumentale cittadino: “Bisogna sapere trasformare le criticità, come la chiusura del Castello, in nuove opportunità, e far sì che le numerose altre risorse, monumenti, chiese e spazi della città abbiano maggiore risalto e valorizzazione e siano rese più fruibili, beneficiando di aperture più ampie e orari più adatti alle esigenze dei turisti, organizzazione di eventi dedicati, segnaletiche adeguate e quant’altro ne consegue“. Ma si pensa anche alla possibilità di far rivivere la storia del Castello negli altri siti monumentali di epoca estense – da Schifanoia a Palazzo Bonacossi, da Casa Romei alla Palazzina Marfisa d’Este – con l’ausilio della realtà virtuale.
Intanto si profila l’ipotesi, avanzata dal presidente della Provincia Daniele Garuti, di procedere con un restauro “per stralci funzionali”, per permettere una fruibilità almeno parziale dell’edificio. Un primo chiarimento è atteso dopo l’aggiudicazione del bando di gara.

Livia Montagnoli

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