Lo Stato italiano acquisisce Casa Balla. L’opera d’arte totale del maestro futurista è patrimonio pubblico
Bene vincolato per interesse culturale dal 2004, l’appartamento romano di Giacomo Balla aveva riaperto temporaneamente al pubblico tra 2021 e 2023, a opera del MAXXI. Solo il passaggio di proprietà allo Stato, per una cifra tra i 6 e i 7 milioni di euro, garantirà però la riapertura permanente del sito
Da ministro della Cultura ancora in carica, Gennaro Sangiuliano annunciava nella primavera 2023 l’intenzione di fare di Casa Balla un museo permanente aperto al pubblico, impegnandosi a ricondurre al patrimonio statale l’appartamento romano di Via Oslavia, al civico 39B, pensato dal maestro futurista come opera d’arte totale. Accanto a lui, l’allora presidente del MAXXI Alessandro Giuli, che oggi ha preso il suo posto al dicastero di via del Collegio Romano, garantiva la collaborazione del Museo delle Arti del XXI secolo nel favorire l’acquisto da parte dello Stato.
Casa Balla e il progetto del MAXXI per la riapertura
Proprio il MAXXI, del resto, riuscì nel 2021 nell’impresa di riaprire Casa Balla, pur con aperture temporanee, a seguito di un impegnativo restauro promosso insieme alla Soprintendenza Speciale di Roma, con la curatela di Bartolomeo Pietromarchi e Domitilla Dardi.Fino ad allora, dopo la morte di Elica e Luce – figlie dell’artista che hanno abitato l’appartamento fino ai primi Anni Novanta – Casa Balla aveva tenuto nascosta la sua eccezionalità al grande pubblico: dichiarata di interesse culturale dal Ministero nel 2004, dopo un primo intervento di riqualificazione condotto dall’Istituto Centrale per il Restauro, l’abitazione-museo dove la famiglia Balla si trasferì nel 1929 era destinata a restare chiusa ancora a lungo. E quando nel 2021, in occasione dei 150 dalla nascita di Giacomo Balla (Torino, 1871 – Roma, 1958), l’appartamento aprì alle visite, fu un vero successo; bissato per qualche mese nel 2023, grazie a un nuovo ciclo di ingressi gestito dal MAXXI, prima di una nuova chiusura, in attesa di sviluppi dai piani alti.
Lo Stato acquista Casa Balla
Oggi è il ministro Giuli a festeggiare l’acquisto tanto agognato, non a caso a pochi giorni dall’apertura della discussa mostra sul Futurismo che inaugurerà alla GNAM (o dovremmo dire GNAMC?) il prossimo 2 dicembre. Per annettere al suo patrimonio Casa Balla, lo Stato italiano ha speso una cifra che oscilla tra i 6 e i 7 milioni di euro, quotazione superiore al valore dell’immobile al quarto piano di una palazzina del quartiere Della Vittoria, se però non si considera la portata inestimabile delle decorazioni e delle opere di un appartamento unico nel suo genere, che annulla i confini tra luogo dell’esistenza e territorio dell’arte.
Casa Balla come opera d’arte totale
Della sua casa-laboratorio-studio, dove visse fino alla morte, Balla progettò ogni oggetto, dalle sedie ai tavoli, dalle bottiglie alle tovaglie ai tovaglioli alle lampade, dai mobili agli abiti, moti realizzati con materiali di recupero, coinvolgendo tutta la famiglia nel processo creativo. Una personale “ricostruzione dell’universo” (applicazione pratica del manifesto sulla Ricostruzione futurista dell’universo, firmato da Balla e Depero nel 1915) che l’artista amava condividere con i suoi ospiti nel corso di speciali serate futuriste, e che ora, con i tempi necessari a registrare il passaggio di proprietà al patrimonio pubblico e a predisporre la musealizzazione dell’appartamento, sarà sperimentabile da tutti, finalmente in modo permanente.
Livia Montagnoli
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