Un nuovo libro per raccontare i “luoghi del cuore” dei grandi artisti del passato 

Emanuela Pulvirenti torna in libreria con “Cartoline d’artista”: un viaggio in 31 tappe che raccoglie e illustra i luoghi connessi ai maestri della storia dell’arte, da Monet a Turner. Ecco l’intervista all’autrice

Emanuela Pulvirenti – architetto, insegnante di storia dell’arte e autrice di diverse pubblicazioni – torna in libreria con nuovo libro dal sapore “vintage” Cartoline d’artista. Un volume che invita a lasciarsi stupire, a partire dalle bellezze del patrimonio culturale. In occasione dell’uscita, l’abbiamo intervistata per farci raccontare qualche dettaglio in anteprima. 

Cartoline d’artista di Emanuela Pulvirenti: dall’idea al libro 

Come è nata l’idea di questo libro dal titolo quasi “vintage”? 
Questo libro, come il precedente dedicato alle finestre nei dipinti, è nato dalla mia mania di raccogliere opere dedicate a un particolare tema, dalle raffigurazioni più antiche a quelle contemporanee. In questo caso i soggetti sono una serie di luoghi speciali – monumenti, piazze, ponti, chiese, panorami, cascate, vulcani – sparsi in tutto il mondo, ma soprattutto in Europa. Ogni luogo è stato raccontato attraverso lo sguardo dei pittori che l’hanno raffigurato, spesso dopo aver fatto un lungo viaggio per poterlo vedere di persona. Da qui l’idea di immaginare questi dipinti come “cartoline”, scene accattivanti da conservare come memoria di un posto straordinario. 

Tutto il tuo lavoro di ricerca, compreso il sempre consultatissimo blog Didatticarte, consiste in un meticoloso e appassionato lavoro di selezione, raggruppamento, creazione di direzioni di senso per imparare a percepire l’arte. Come hai organizzato il lavoro? 

Per prima cosa ho stilato un elenco di siti particolarmente cari ai pittori del passato e dei quali avevo già trovato molte rappresentazioni, facendone poi una selezione. Per ognuno dei 31 siti scelti, ho fatto un’ulteriore cernita identificando le opere capaci di dare le visioni più differenti dello stesso luogo. Sia come stile pittorico, sia come angolazione. E ho anche fatto in di inserire artisti sempre diversi. Ovviamente, alcuni – come Turner e Monet – tornano in più capitoli per via dei loro tanti viaggi e della loro personalissima modalità di raffigurare i luoghi.  

I luoghi degli artisti nel libro di Emanuela Pulvirenti 

Come sono strutturati i capitoli? 
Ciascuna sezione, al posto di una classica narrazione temporalmente lineare delle opere, comincia con il dipinto che mi ha maggiormente sorpresa, quello che non ci si aspetta, quello che spiazza, soprattutto quando si ha una certa familiarità con un luogo.  

Un esempio? 
Il racconto del Duomo di Milano, che inizia con l’immagine “dolomitica” che ne ha lasciato Dino Buzzati. Oppure il percorso dedicato al monte Fuji, che prende il via da una visione quasi astratta di Georgia O’Keeffe. 

Se dovessi scegliere – tra quelli inclusi nel libro – un luogo italiano ed uno all’estero da raccontarci, quali ci proporresti? 
Oltre a quelli che ho già nominato, vorrei segnalare il capitolo sul Colosseo – aperto da un vertiginoso volo a spirale futurista – che ci fa scoprire le infinite vicissitudini di quel monumento, perfettamente documentate dai pittori. Dal degrado in cui versava nel Cinquecento, all’utilizzo come spazio per la via Crucis nel Settecento, ai restauri del primo Ottocento e ai fuochi d’artificio, sparati dentro la struttura, fino alla fine del secolo. Si tratta di un percorso che esemplifica perfettamente il rapporto raramente rispettoso che abbiamo avuto con i nostri monumenti nel corso della storia. 

E per quanto riguarda quello all’estero, invece? 
Come luogo all’estero, segnalo le cascate del Niagara. Un capitolo illuminante sull’uso politico che potevano avere persino le più innocue rappresentazioni del paesaggio, e su come i pittori scelsero di eliminare dal loro panorama i segni della modernità (hotel e altre strutture) perché già, oltre 150 anni fa, il paesaggio cominciava a subire l’aggressione del turismo di massa. 

L’utilità didattica dei luoghi dell’arte nel libro di Emanuela Pulvirenti 

Tu stessa parli di un libro il cui scopo è di portare i lettori a osservare certi luoghi con occhi nuovi, “rubando” i tanti diversi modi di guardare il mondo degli artisti. Questo ritengo sia il cuore del fare didattica, il trasmettere l’enorme “utilità” dell’Arte per le nostre vite, anche quotidiane. 
Sì, se c’è un insegnamento che si può trarre da questo lungo viaggio è quello della passione con cui gli artisti hanno osservato i loro soggetti e li hanno poi rappresentati. C’è in loro un amore per i luoghi, che oggi abbiamo forse disimparato.  

Che cosa ti colpisce di loro? 
Uno degli elementi che mi ha fatto riflettere è che, nel momento in cui la veduta e il paesaggio sono diventati generi autonomi e non più solo sfondo di scene sacre, solo raramente l’artista ha inserito se stesso nella scena. Se non sbaglio ho solo due dipinti di questo tipo su quasi trecento.  Oggi, invece, la maggior parte delle persone che visita un luogo d’arte fotografa se stessa con il sito che fa da sfondo. Ecco, forse dovremmo tornare a mettere al centro i luoghi, preservandone la bellezza. Non solo quelli famosi dipinti dagli artisti ma anche quelli meno noti, che meritano lo stesso sguardo amorevole. 

Hai già avuto i primi riscontri dal tuo pubblico di fedelissimi? 
I primi riscontri positivi stanno arrivando da chi sta ancora leggendo il libro (è nelle librerie da una settimana e conta 350 pagine…) e lo sta gustando con lo stesso piacere che ho provato io nello scriverlo. È un volume con immagini molto belle e può essere assaporato anche solo guardando le figure. 

Annalisa Trasatti 

 
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Annalisa Trasatti

Annalisa Trasatti

Sono laureata in Beni culturali con indirizzo storico artistico presso l'Università di Macerata con una tesi sul Panorama della didattica museale marchigiana. Scrivo di educazione museale e didattica dell'arte dal 2002. Dopo numerose esperienze di tirocinio presso i principali dipartimenti…

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