Venus in furs – Libere perfino di sparire
La mostra propone un confronto diretto e personale sul tema della discriminazione di genere, dove la donna – libera “perfino di sparire” – è protagonista di una lotta per l’autodeterminazione e la rinascita.
Comunicato stampa
Mostra realizzata con la collaborazione di: CulTureando Attività e Gite Culturali; UBIK Associazione culturale.
Patrocini: Municipio 6 – Comune di Milano; Consolato Generale della Repubblica di Polonia in Milano; Okis Centro di Cultura e Arte di Breslavia; Ministero della Cultura della Regione Dolny Śląsk in Polonia.
Artiste: Marianna Bussola, Antonella Casazza, Elisa Cella, Mahnaz Ekhtiary, Ilaria Del Monte, Loredana Galante, Valentina Grilli, Liana Ghukasyan, Marta Mez, Saba Najafi, Marlena Promna, Alessandra Rovelli, Milena Sgambato, Tina Sgrò, Giulia Soul, Vania Elettra Tam, Federica Zianni.
L’esposizione VENUS IN FURS – LIBERE PERFINO DI SPARIRE propone un confronto diretto e personale sul tema della discriminazione di genere, dove la donna – libera “perfino di sparire” – è protagonista di una lotta per l’autodeterminazione e la rinascita. La mostra nasce dall’iniziativa delle artiste Loredana Galante, Antonella Casazza e Marta Mez, fondatrici del progetto espositivo Venus in Furs, nato all'inizio del 2024. Venus in Furs ha già realizzato quattro esposizioni e alcuni talk, con l'obiettivo di promuovere espressioni artistiche inclusive che esplorano il tema dell’identità femminile.
In catalogo i testi di Rebecca Delmenico e Zyta Misztal von Blechinger costituiscono un'imprescindibile guida all’approfondimento delle opere e delle tematiche affrontate.
Ognuna delle artiste coinvolte racconta, attraverso il proprio linguaggio visivo, un frammento di questa tematica. Marianna Bussola propone un’indagine del paesaggio per giungere alla definizione di una mitologia personale. Antonella Casazza presenta una riflessione viscerale sulla femminilità ferita tramite l’installazione “Non sento più il canto delle conchiglie”. Elisa Cella dipinge figure femminili intrappolate in giochi di linee, simbolo di desideri inappagati. Ilaria Del Monte esplora spazi metaforici di libertà e costrizione, come in “Le Spose Giovani”.
Mahnaz Ekhtiary con l’opera “Outside is Inside” esplora il rapporto tra il mondo esterno e quello interiore. Loredana Galante, con il suo lavoro relazionale, esprime con grazia e ironia il valore della socialità e della connessione emotiva, mentre Liana Ghukasyan narra di storie irreali e oniriche mutuate da esperienze altrui e rese in modo caricaturale. Valentina Grilli esplora il concetto di presenza-assenza in scenari disabitati ma permeati di tracce di esistenza.
La profondità della ricerca di Saba Najafi si esprime con la creazione di “pietre” a simboleggiare la persistenza della memoria, mentre Marta Mez dipinge atmosfere sospese che rimandano a paesaggi urbani, metafora di paure, angosce e incertezze. Marlena Promna esplora nel proprio lavoro il rapporto tra disegno e pittura nel contesto del piano e dello spazio mentre Alessandra Rovelli realizza paesaggi interiori affidati alla tridimensionalità delle sue Life-Box. Milena Sgambato, con delicatezza, dipinge figure sinuosamente fluide e libere nello spazio.
Tina Sgrò ricrea atmosfere vibranti in cui sembra di poter afferrare tracce di invisibili presenze, Giulia Soul indaga il rapporto tra l’iper-connettività digitale e la paradossale disconnessione tra gli esseri umani. Vania Elettra Tam rende omaggio alla poliedricità femminile nella gestione delle battaglie quotidiane e Federica Zianni fonda la sua ricerca sul recupero dei miti classici, reinterpretando immagini archetipiche.
Questo progetto sarà un’occasione per riflettere sul percorso di liberazione interiore e sociale delle donne, un viaggio che si esprime attraverso le metafore visive di artiste provenienti da contesti differenti.
Martedì 3 dicembre a partire dalle 18.00 il brindisi inaugurale sarà offerto da Rossetti Vini.