Neo direttori di museo ossessionati dai loghi: dopo la GNAM cambia brand anche Capodimonte. Ed è sempre una “C”
Il primo segno di cambiamento del museo napoletano è il logo. A cui si aggiungono aperture serali, la riapertura del Gabinetto disegni e stampe, un nuovo impianto di illuminazione e il restauro di venti grandi dipinti della Collezione borbonica
Vanta tutti storici dell’arte under 40 la nuova squadra del Museo e Real Bosco di Capodimonte, sotto la direzione di Eike Schmidt, a cui si aggiungono una rosa rinnovata di funzionari tecnico – specialistici per la tutela e la valorizzazione del patrimonio museale.
Questa è la base su cui la Reggia intende far partire i progetti che prenderanno forma nel 2025, rendendo nuovamente il museo “un centro di ricerca”. Il primo segno di questo cambiamento di rotta è sicuramente il logo, nato da un giglio angioino, poi farnese e infine borbonico iscritto nella lettera “C” e realizzato dallo studio Magister Art. Oltre a questo, seguiranno aperture serali, nuovi allestimenti e il restauro di venti grandi dipinti della Collezione borbonica.
La nuova brand identity del Museo di Capodimonte
Realizzato da Magister Art, il nuovo logo del muse napoletano reinterpreta l’immagine del giglio iscrivendolo nella “C”, ispirandosi al carattere Bodoni, disegnato dal tipografo parmense nella metà del Settecento, gli anni della nascita di Capodimonte.
Tra i simboli che maggiormente identificano il Museo e Real Bosco c’è infatti il giglio, passando dagli Angiò ai Farnese ai Borbone, e racchiudendo in sé la nascita e la storia della città. Il segno, insieme classico e contemporaneo, è unico e sintetico, e la forma a foglia allude alla fusione di natura e cultura, di bosco e museo, che contraddistingue il polo. Non solo, il logo vuole anche comunicare il tema della transizione ecologica che porterà la Reggia ad essere un museo energeticamente sostenibile, grazie ai lavori di efficientamento in corso. La C sembra andare di moda ultimamente nei nuovi loghi dei musei italiani, ma se alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma il logo è un pastrocchio bello e buono, a Napoli l’operazione sembra decisamente più risucita, tanto più che – a differenza della GNAM – Capodimonte aveva un logo decisamente invecchiato.
La notte bianca al Museo e Real Bosco di Capodimonte
“In occasione dell‘apertura serale straordinaria del 9 dicembre 2024 inauguriamo ‘Capodimonte in scena’. È una nuova sezione performativa del Museo e Real Bosco che mette la danza, la musica, il teatro in dialogo con gli spazi e i capolavori di una Reggia sempre più aperta alla città”, spiega il direttore del Museo di Capodimonte Eike Schmidt. “Il Salone delle feste torna ad ospitare eventi speciali per cittadini e turisti, e il primo spettacolo sarà dedicato alla canzone napoletana, dalle villanelle del ‘500 ai classici moderni, per un omaggio colto e originale a Pino Daniele”.
Le novità del Museo e Real Bosco di Capodimonte
Nel corso del prossimo anno – per la prima volta nella storia del museo – saranno 14 le sale dedicate alle porcellane, con un nuovo allestimento a cura di Federico Forquet con il progetto scientifico di Angela Caròla-Perrotti. Allo stesso tempo, all’armeria sarà dedicato uno spazionuovo che ha richiesto una profonda revisione dell’allestimento del museo, con nuovi percorsi e criteri espositivi; mentre si procede alla digitalizzazione e catalogazione degli arazzi della manifattura borbonica.
A questo si aggiunge la riapertura nel 2025 del Gabinetto disegni e stampe, un dipartimento che oltre ai quattro cartoni preparatori di Raffaello e Michelangelo, possiede quasi 30mila pezzi tra disegni e stampe, che sarà reso fruibile sia agli studiosi (attraverso l’allestimento di una moderna sala con postazioni dedicate), sia ai visitatori, con esposizioni temporanee curate dal funzionario storico dell’arte Vincenzo Stanziola.
I restauri della Collezione borbonica del Museo e Real Bosco di Capodimonte
Oggetto di questi importanti restauri saranno venti grandi capolavori che raccontano oltre due secoli della storia di Napoli, delle sue dinastie e delle sue Chiese, attraverso i maestri del tempo. I lavori sulle tavole – visibili anche ai visitatori-, inizieranno a gennaio 2025 e si protrarranno per i prossimi due anni all’interno del percorso espositivo del terzo piano. I restauri sono in programma sulle tavole trecentesche di Giovanni da Taranto, Niccolò di Tommaso e quelle del XV Secolo di Cristoforo Scacco e Matteo di Giovanni. Tra le molte opere del Cinquecento da restaurare, troviamo anche i dipinti di Andrea da Salerno, Pedro Machuca, Marco Cardisco, Paolo degli Agostini, Stefano Giordano, Leonardo da Pistoia, il Sodoma, Aert Mijetens, Giovanni Balducci, alle quali si aggiunge un dipinto del Pordenone dalla Collezione Farnese.
Un 2025 pieno di cambiamenti e novità al Museo e Real Bosco di Capodimonte a Napoli
“Con l’arrivo di studiosi giovani e motivati il museo torna ad essere un centro di ricerca sulla storia e l’identità del Mezzogiorno e dell’Europa”, ha sottolineato il direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte Eike Schmidt reduce dalla non vittoriosa competizione per il ruolo di sindaco di Firenze. “Anche la macchina amministrativa è quasi al completo. Tutti insieme siamo pronti ad un 2025 di grandi cambiamenti e riaperture che vogliamo condividere con la città. Con il procedere puntuale dei lavori di efficientamento della Reggia e gli interventi nel Real Bosco dove cresceranno le aree aperte al pubblico ed attrezzate, la nuova Capodimonte è più vicina”.
Valentina Muzi
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