Giovanni Maria Sacco – Presente Remoto
16 opere per la mostra che ripercorre la pluridecennale carriera del fotografo Giovanni Maria Sacco e della sua ricerca, da sempre tesa a indagare l’essenza e il mistero del quotidiano e il senso generale di impermanenza nel mondo.
Comunicato stampa
La ricerca della bellezza. In una natura morta, come in uno scenario di archeologia industriale. Nella precarietà e nel declino silenzioso delle umane cose, come nell’impassibilità delle costruzioni architettoniche. Una selezione dei lavori più significativi di Giovanni Maria Sacco (Roma,1954) è esposta in “Presente Remoto”, la mostra curata da Alessia Locatelli e allestita presso Riccardo Costantini Contemporary di Torino, dal 6 dicembre 2024 al 31 gennaio 2025.
Per trent’anni professore universitario di informatica, Sacco ha seguito la sua vocazione per la fotografia, che lo accompagna sin dall’età di otto anni. Le sue immagini spaziano tra temi diversi: rovine moderne, con una predilezione per le grandi fabbriche, architettura, nature morte, ritratti, nudi. Costante è la ricerca sull'essenza e il mistero degli oggetti e delle forme del nostro quotidiano e sul senso generale di impermanenza nel mondo.
“Nelle immagini esposte, Giovanni Maria Sacco condensa una ricerca dell’arcano non svelato, coniugata al rafforzato bisogno di realtà”, sottolinea la curatrice Alessia Locatelli. “Le fotografie offrono uno studio accurato delle tecniche di rappresentazione, attraverso una precisa composizione del frame e l’uso attento e consapevole delle luci. Un connubio tra abilità e creazione che muove verso l’osservazione dettagliata e un’indagine sull’immanenza degli oggetti, in relazione alla loro mistica interiore”.
“Presente Remoto” propone una raccolta di immagini tratte da alcuni dei progetti più rappresentativi dell’autore, come la serie Silent Theaters (tratta dal libro pubblicato da Kehrer Verlag, 2023), una narrazione visiva che apparentemente riguarda fabbriche abbandonate nelle quali regna lo stesso silenzio dei teatri dopo l’ultimo spettacolo: luoghi brulicanti di voci, rumori, persone e attività che improvvisamente arrestano la loro corsa, cadendo nell’oblio di un silenzio che avvolge spazi, oggetti, memorie. Dietro le vestigia di un passato industriale emerge il vero soggetto, che Sacco individua nella lenta ma dignitosa decadenza delle cose, delle speranze, l’epilogo delle fatiche umane. Difficile guardarlo dimenticando che è solo la tappa di un viaggio senza ritorno che trasforma tutto in polvere.
È in quel ‘Memento Mori’, che dà anche il titolo alla serie di nature morte, che lo sguardo del fotografo si sofferma, diventando fotografia del tempo che avanza: lenta, colta, raffinata e curata nei minimi dettagli, come un dipinto fiammingo. Un lavoro sulle immagini che rispecchia una profonda conoscenza della luce e della tecnica.
Elementi che si ritrovano in Applied Metaphysics, progetto che accomuna la classicità pittorica - presente nei soggetti floreali e negli oggetti che abitano i nostri spazi, così come nell’uso delle luci in still life e nel fondo scuro della tradizione della pittura nordica - con l’innovazione della tecnica di acquisizione in altissima risoluzione dell’immagine fotografica (nel 2014, periodo in cui il fotografo ha avviato il progetto, nessuna fotocamera digitale offriva una risoluzione così elevata. All’epoca, Sacco ha scelto una tecnica insolita e sperimentale). La serie è composta da scatti in risoluzione di oltre 300 megapixel, che permettono una stampa di altissima qualità in formati di grandi dimensioni, rendendo coinvolgente ed immersiva l’osservazione dei particolari e delle forme, in un percorso che conduce a guardare l'essenza interiore e invisibile delle cose.
Il concetto di metafisica, intesa come indagine oltre l’apparenza della realtà, emerge infine nella serie Metafisica Concreta: un corpus di fotografie tratte dall’omonimo libro Giovanni Maria Sacco, Metafisica Concreta, Contrasto, 2024 (oggetto di una monografica a Milano presso Galleria Still, dal 15 novembre al 31 gennaio 2025). Il minimalismo di alcuni importanti edifici razionalisti italiani e l’atemporalità degli archetipi architettonici delle opere in mostra, portano lo sguardo a scoprire l’essenza delle cose, un’immagine della realtà trascendente l’apparenza, l’immunità dallo scorrere del tempo.
Sacco con le sue fotografie non vuole stupire, non cerca di sorprendere. Ma misurando perfettamente gli elementi che andranno a costruire il suo frame fotografico, egli accede a nuove forme caratterizzate da una decisa e profonda connotazione metaforica che provoca uno straniamento. La fotografia di Sacco è sottrattiva ed essenziale: tutto e solo ciò che serve, niente di più, niente di meno. I soggetti non sono colti in un’istantanea, bensì persistono in una condizione di sospensione metafisica, simile a quella realizzata in pittura da Piero della Francesca, Edward Hopper e Vilhelm Hammershøi.
L’assenza del tempo unita ad una grande attenzione per la composizione e la luce rendono le fotografie di Sacco molto vicine alla pittura classica.
In occasione della mostra sarà presentata un’edizione limitata del catalogo dedicato.
Bio - Giovanni Maria Sacco (nato a Roma nel 1954) è stato professore universitario di informatica per trent’anni, fino a quando si è dimesso per seguire la sua passione per la fotografia. Fotografa dall’età di otto anni. Il suo motto è quello di Walt Whitman: "Sono grande. Contengo moltitudini". Le sue fotografie abbracciano molti temi diversi: rovine moderne (grandi fabbriche, soprattutto), architettura, nature morte, ritratti, nudi, ecc. In tutti questi temi, ciò che Sacco cerca è la bellezza che egli trova sia nell’impermanenza e nel declino delle umane cose, sia nell’impassibilità delle costruzioni architettoniche. Data la sua formazione, applica alle sue immagini il rasoio di Ockham: tutto e solo ciò che serve, niente di più, niente di meno. La composizione delle sue fotografie è anche profondamente influenzata dal suo interesse per la pittura, da Duccio ai pittori contemporanei.
Dal 2015 ha ricevuto oltre cento premi nei più importanti concorsi internazionali: Architecture Master Prize, International Photo Awards (IPA), Fine Art Photography Awards (FAPA), Prix de la Photographie Paris (PX3), tra gli altri. Le sue opere sono state esposte a Torino, Milano, Roma, Trieste, Venezia, Arles, Glasgow, New York, Miami, Dali (Cina), Dubai, Tokyo e Zurigo.
Nel 2023 ha pubblicato con Kehrer Verlag il libro “Silent Theaters”.
“Metafisica Concreta” è la sua ultima pubblicazione, edita da Contrasto (2024).
www.gmsacco.com
AWARDS
Silent Theaters, Kehrer Verlag 2023:
3° posto in Book/Fine Art a IPA International Photo Awards, New York
Argento in Book/Documentary a PX3 Prix de la Photographie Paris
Opere singole hanno vinto premi nei concorsi internazionali:
IPA International Photo Awards (2023),
Analog Sparks (2023),
Monochrome Awards (2022),
PX3 Prix de la Photographie Paris (2021)
Memento Mori ha vinto il "Trieste Museums" Special Prize di TriestePhotoDays e URBAN Photo Awards, è stato esposto dal 27 ottobre al 26 novembre 2023 al Museo Sartorio di Trieste ed è nella collezione permanente del Polo Museale di Trieste.
Opere della serie hanno vinto premi nei concorsi internazionali:
IPA International Photo Awards (2023, 2021)
ND Awards (2023)
PX3 Prix de la Photographie Paris (2021)
Metafisica concreta/Concrete Metaphysics, Contrasto 2024
Opere della serie hanno ottenuto premi nei concorsi internazionali:
FAPA Fine Art Photography Awards (2024, 2019)
Architecture Master Prize (2023)
ND Awards (2023, 2022)
Refocus World Photo Annual (2023)
IPA International Photo Awards (2023, 2022, 2019, 2018)
PX3 Prix de la Photographie Paris (2023, 2022, 2021)
Monovisions Photography Awards (2023, 2022)
Monochrome Awards (2022, 2019)
Tokyo Foto Awards (2022)
Siena Creative Photo Awards (2021)