Forme ancestrali e fantasmi del futuro in una mostra da vedere a Milano
Scultura e pittura, passato e futuro: le opere di Nicolas Pelzer e Tal Regev dialogano negli spazi di Tempesta Gallery a Milano, per riflettere sul potere senza tempo delle forme
Tempesta Gallery ci propone, a cura di Domenico De Chirico, Within Our Shapes, una doppia personale di Nicolas Pelzer e Tal Regev. Quali sono le forme che ci vengono mostrate, all’interno delle quali, anzi, come lascia intendere il titolo, siamo invitati a entrare, e a penetrare la loro stessa intima struttura? Esse ci appaiono come tracce di corpi umani e di oggetti al limite tra presenza e smaterializzazione, tra residuo organico e deriva tecnologica, espresse in una serrata interazione tra pitture delicate e quasi evanescenti e sculture pensili e assottigliate.
Le opere di Nicolas Pelzer in mostra a Milano
Nicolas Pelzer (Dinslaken, Germania, 1982), autore di opere multimediali con le quali è solito registrare l’impatto della tecnologia sul mondo fisico, presenta qui alcune sculture pendenti dal soffitto. Sforbiciate nella lamiera d’alluminio anodizzato, queste sagome sospese si flettono e fluttuano come sfoglie metallizzate inglobando nelle loro volute una lampadina LED. Si tratta di ritagli a forma di mani alternati a motivi curviformi e circolari oppure squadrati, come esili flange o barre avanzate da un qualche ordigno o meccanismo. Ma chissà, forse più che di arti umani e di residui di oggetti sarebbe più corretto parlare della loro ombra materializzata. E chi ci dice che le mani che si profilano in sospensione all’altezza dei nostri occhi non siano una riemersione delle impronte ancestrali impresse sulle pareti di una caverna, o repliche irrigidite e robotizzate di gesti perduti, come in una drastica contrazione temporale in grado di ribaltare la preistoria in un futuro ipertecnologico?
Tal Regev in mostra da Tempesta Gallery
I dipinti di Tal Regev (Londra, 1985), concepiti come espressioni di una “mappa psichica”, sono caratterizzati da colori erbosi e aciduli, svaporati e incipriati, fiochi soffi cromatici che lasciano scie in cui si riconoscono fuggevoli dettagli anatomici. Che registrino affioramenti fantasmatici di un’Arcadia ormai estinta oppure prefigurazioni di ectoplasmi digitali, questi dipinti ci indicano uno stadio liminale tra lo spettacolo di un mondo svaporato nella nostalgia e la prefigurazione di una condizione postumana in cui la corporeità pare destinata a perdere sempre più consistenza.
Scultura e pittura tra passato e futuro alla Tempesta Gallery
Doppia personale, abbiamo detto, che si traduce però in un intreccio di motivi, di suggerimenti e di colori per cui sculture e pitture si mostrano capaci di intessere un dialogo fatto di rimandi di leggerezza: pare di sentire un fruscio d’intesa fra le tele e le sculture, che si interfacciano in maniera simbiotica e ci intrigano in una rete di risonanze e di relazioni spaziali, rendendoci in qualche modo transitabili, trasparenti e percorribili le loro stesse forme.
Alberto Mugnaini
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