Michele Zaza – Arborescenza segreta
Arborescenza segreta è una mostra personale di Michele Zaza che prende il titolo da un’installazione inedita progettata in esclusiva per Palazzo Contarini del Bovolo a Venezia.
Comunicato stampa
Arborescenza segreta è una mostra personale di Michele Zaza che prende il
titolo da un’installazione inedita progettata in esclusiva per Palazzo Contarini
del Bovolo a Venezia. Questo intervento site-specific si sviluppa sul pavimento
e sulle due pareti speculari della sala Tintoretto: un gruppo di sculture di legno
bianche alte circa 80 cm con i bordi sinuosi color oro, che sembrano nascere
dal suolo, due grandi foto speculari (una sulla parete di destra e una sulla parete
di sinistra) e sette neon accesi posti sul pavimento. Le sculture dialogano con il
duplice ritratto fotografico – un volto maschile e uno femminile sul fondo
grigio chiaro delle pareti posizionate in diagonale nella sala. Il volto ritratto
appare trasfigurato da un particolare maquillage il cui segno verticale color oro,
dipinto a partire dalla fronte fino al mento, richiama la verticalità delle sculture
di legno e il bordo dorato che si illumina grazie alla luce del neon irradiata dal
basso. Allo stesso modo lo spazio subisce una forte trasformazione percettiva
dovuta alle sette fonti di luce che con il bianco delle sculture aumentano la
sensazione di un suolo immateriale fatto di luce, uno spazio totalmente
immateriale: il paradiso celeste di Michele Zaza. Queste “trasformazioni” e
metamorfosi astratte/antropologiche, dallo spazio della fotografia allo spazio
fisico dell’architettura interna, reso immateriale dalle fonti luminose, rivelano un
cosmo etereo psichico che accoglie lo spettatore.
Il dorato nel segno sui volti e sui bordi delle sculture di legno, porta con sé un
valore sia materiale che spirituale: tanto una luce solare radiante capace di
trasmettere calore, movimento, forza, quanto il senso d’immortalità e purezza,
divinità e prosperità.
V E N E Z I A - P A L A Z Z O
C O N T A R I N I D E L B O V O L O
6 D I C E M B R E 2 0 2 4 - 1 2 G E N N A I O 2 0 2 5
L U N E D Ì - V E N E R D Ì 1 0 : 0 0 / 1 7 : 0 0
I N A U G U R A Z I O N E 6 D I C E M B R E O R E 1 8 : 0 0
COMUNICATO STAMPA
testo a cura di Walter Guadagnini
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Spiega l’artista: “L’installazione a Venezia è un’opera dalla dimensione
arborescente, che si allarga visivamente verso inedite significazioni. È uno
spazio trasformabile capace di rigenerare l’invisibile quanto il potenziale visibile.
La considero come una nuova cosmologia umana capace di configurare
idealmente altro mondo a partire dal fondamento antropologico”.
A Venezia si fa evidente l’idea di Zaza di ottenere una ramificazione di
elementi plastico-visivi che si allontana da una impostazione schematica o
sequenziale per irradiare completamente lo spazio ed entrare anche in sinergia
con l’opera del Tintoretto collocata nel Palazzo Contarini del Bovolo. Difatti la
sua installazione Arborescenza segreta è in dialogo diretto, a livello tematico
con la grande tela Il Paradiso (1588 ca) di Jacopo Tintoretto – un bozzetto
della mastodontica opera pittorica della Sala del Consiglio di Palazzo Ducale a
Venezia che raffigura più di cinquecento personaggi. Zaza inventa un luogo
fantasioso, che sembra proporre, con una particolare carica allegorica, il
giardino del paradiso terrestre: “una sorta di paradiso perduto dell'infanzia e
della verità. Una verità e una bellezza che stanno al di là della morale e della
sociologia. Un nuovo paradiso adulto che sia un prototipo attraverso il quale
trascendere noi stessi”. Il nuovo giardino celeste - l’ambiente contemplativo
progettato per il Palazzo Contarini, dove il corpo dell’artista, convive con quello
del suo partner femminile - comunica una “beatitudine” e uno stato di verità e
immaterialità celestiale che si pone in maniera congiunta (sempre sul pianto
concettuale) con il tema del Paradiso proposto dalla tela del Tintoretto
riferitoall’esaltazione del Buon Governo della Serenissima, il cui tribunale
(terrestre) è direttamente ispirato dal tribunale celeste schierato nel dipinto.
La mostra inoltre ingloba alcune opere fotografiche (due politici verticali, due
trittici orizzontali, e un’opera di una foto) realizzate nel 2023 e nel 2024,
inerenti all’installazione site-specific. Queste opere creano un percorso
espositivo articolato che intende ribadire come il medium fotografico per
Michele Zaza sia aperto a una elaborazione continua e a un’immaginazione
irrefrenabile.
Dunque nello spazio architettonico di Palazzo Contarini Zaza fa convivere
opere fotografiche e opere scultoree in legno, quasi fossero figure
angeliche.Tra poli antitetici e paralleli – luce e ombra, materiale e immateriale,
destra e sinistra, maschile e femminile – afferma la potenza di un doppio quale
spazio necessario per una nuova dimensione poetica prima ancora che
esistenziale.