I capolavori del patrimonio nascosto. Opere d’arte da collezioni private
La mostra accende un riflettore sul patrimonio artistico di proprietà privata che lo Stato considera di eccezionale importanza per il patrimonio culturale italiano. È il patrimonio cosiddetto “notificato” che pur rimanendo in mano privata è disciplinato da alcune norme.
Comunicato stampa
Con la mostra “I capolavori del patrimonio nascosto. Opere d'arte da collezioni private” la Segreteria di Stato Istruzione e Cultura, Dipartimento Turismo e Cultura e gli Istituti Culturali della Repubblica di San Marino in collaborazione con il Centro studi sull'Economia dell'Arte Ce.st.art. accende un riflettore sul patrimonio artistico di proprietà privata che lo Stato considera di eccezionale importanza per il patrimonio culturale italiano. È il patrimonio cosiddetto “notificato” che pur rimanendo in mano privata è disciplinato da alcune norme.
In mostra a Palazzo SUMS, nella città di San Marino, dal 6 dicembre 2024 al 30 aprile 2025, è dunque esposto un corpus di lavori di eccezionale valore legati dal filo rosso della “notifica”, opere che, in quanto private, non sono state mai esposte e, anzi, gelosamente custodite dai loro proprietari.
Solo durante il primo giorno di apertura, inoltre, il pubblico ha l’eccezionale opportunità di ammirare un capolavoro di Amedeo Modigliani dal titolo Piccolo nudo rosso, anch’esso di proprietà privata. L’opera, esposta solo in un'altra occasione nel 1958, è stata negli anni protetta in un luogo sicuro e data in affidamento dal collezionista a chi avrebbe potuto tutelarla al meglio.
Sempre in occasione dell’inaugurazione, venerdì 6 dicembre alle ore 17.30, a Palazzo Graziani, Ce.st.art - Centro Studi sull'Economia dell'Arte organizza la presentazione del Tomo VI della biografia di Amedeo Modigliani, Catalogo Ragionato, di Christian Parisot, che sarà presente.
«Questa mostra – spiega il curatore Giancarlo Graziani – rappresenta un punto di svolta nella valorizzazione del patrimonio artistico notificato. Opere che, per anni, sono rimaste relegate nell'ombra, lontane dagli sguardi ammirati del pubblico, che ora, grazie a questa iniziativa, escono allo scoperto, rivelando la loro straordinaria bellezza e il loro inestimabile valore storico e artistico».
Si tratta di quattordici tra dipinti e sculture, oltre a un ciclo di quattordici affreschi del Quattro-Cinquecento staccati dal Ciclo di Palazzo Spreca a Viterbo, che attraversano le più significative epoche della storia dell’arte italiana, dal primo Rinascimento al Barocco fino alla pittura del Novecento, di artisti come: Giacomo Balla, Vittore Belliniano, Michelangelo Buonarroti, Jusepe de Ribera, Agostino Di Duccio, Donatello, Vincenzo Giacomelli, Bartolomeo Montagna, Giorgio Morandi, Francesco Morone, Gino Severini, Mario Sironi, Gian Battista Tiepolo.
Il percorso espositivo si snoda in quattro sale che raccolgono le opere in base a un criterio cronologico: nella prima sala si incontrano i lavori del XX secolo, nella seconda le opere più antiche del Rinascimento veneto e toscano tra il ‘400 e il ‘500, nella terza si ammira il Ciclo delle Virtù che arredava le sale gentilizie di Palazzo Spreca, nella quarta trovano spazio le opere risorgimentali dell’800.
Nota di curiosità: in ciascuna sala è diffusa un’essenza che vuole riportate sensorialmente il visitatore all’epoca cui essa si riferisce. Se, dunque, per la sala dedicata alle opere sacre di arte antica è stata scelta l’essenza dell’incenso, le opere più recenti del Ventesimo secolo sono avvolte nell’odore dell’assenzio. I profumi agrumati che emanano dagli spazi che accolgono il ciclo di affreschi viterbesi lasciano il posto all’odore acre del tabacco nella sala dedicata alle battaglie risorgimentali.
Oltre ad ammirare capolavori assoluti, il visitatore è invitato a compiere un affascinante viaggio attraverso la storia delle collezioni private da cui le opere provengono. Un’opportunità unica per scoprire come si sono formate queste raccolte, quali criteri hanno guidato le scelte dei collezionisti e quali vicende hanno caratterizzato la loro conservazione.
La mostra vuole poi essere anche un punto di partenza per una nuova consapevolezza di quanto sia conservato nell’ambito del patrimonio artistico italiano notificato, che costituisce una risorsa inestimabile per l’intera comunità da valorizzare in modo dinamico e al passo con i tempi.
L’esposizione si è inoltre pregiata di annoverare, quale presidentessa onoraria del comitato scientifico, la Professoressa Mina Gregori, studiosa di fama internazionale membro dell’Accademia dei Lincei.