Spaziale, informale e cromatica. La pittura di Claudio Olivieri in mostra a Milano
Gli spazi di Progettoarte Elm ospitano una mostra dedicata a un interessante pittore italiano del secondo Novecento, riunendo opere – su tela e carta – che ne ripercorrono l'evoluzione pittorica
Contraddistinto da una gestualità controllata e da una lucidità critica, Claudio Olivieri (Roma, 1934 – Milano, 2019) si è noto per aver sempre approcciato alla pittura in maniera pura, eliminando tutto ciò che era superfluo.
Una modalità che lo ha reso uno dei pittori italiani più interessanti del secondo Novecento, protagonista di diversi progetti espositivi tra cui Pittura oltre la pittura, la mostra a cura di Francesco Tedeschi, ospitata negli spazi di Progettoarte Elm a Milano (fino al 31 dicembre 2024).
Claudio Olivieri: la vita e la carriera
Nato a Roma nel 1934, Claudio Olivieri trascorre l’infanzia a Mantova, città natale della madre, e nel 1953 si trasferisce a Milano, dove frequenta l’Accademia di Brera diplomandosi in pittura. I suoi esordi avvengono nell’ambito della pittura informale, gestuale e segnica. La sua prima personale è arrivata nel 1960, ospitata al Salone Annunciata di Milano. Da questo momento in poi l’attività espositiva è diventata più intensa e costante, tenendo numerose mostre personali in gallerie, musei e spazi pubblici italiani e internazionali. Nel 1966 viene invitato con alcune opere alla Biennale di Venezia, dove ritorna nel 1980 e nel 1990 con una sala personale e, nel 1986, nella sezione del colore.
Considerato tra i maggiori esponenti della pittura analitica italiana, Olivieri partecipa a importanti esposizioni collettive e manifestazioni come La Quadriennale di Roma nel1973, e Documenta di Kassel nel1977, vantando una produzione ampia e variegata a cui si affianca l’elaborazione di scritti critici. Dal 1993 al 2011 prende della cattedra di Arti Visive e Pittura alla Nuova Accademia di Belle Arti di Milano, città dove ha vissuto fino al dicembre 2019, anno della sua morte.
La mostra di Claudio Olivieri da Progettoarte Elm a Milano
Sovrapposizioni gestuali e cromatiche aprono il percorso espositivo di Pittura oltre la pittura, accompagnando il pubblico alla scoperta della tecnica pittorica informale maturata dall’artista.
Una gestualità che, col passare degli anni, lascia il posto al confronto intimo con il colore che emergere dalle opere con forza, sfociando poi negli Anni Settanta in articolati composizioni di spazio, luce e ombre dove il “territorio della pittura diventa una dimensione attiva nel contatto con l’ignoto, un modo di rivelare la ricerca dell’origine della luce”, spiega il curatore Francesco Tedeschi.
La pittura secondo Claudio Olivieri
“Resta indubbio, nella vicenda di Olivieri, che proprio all’interno degli anni Settanta la sua pittura conquisti quella fisionomia che la rende unica, misteriosa e profonda”, scrive il curatore Francesco Tedeschi nel testo che accompagna il catalogo della mostra. “Rispetto a una pittura animata da gesti che si fanno segni di luce e ombra, muovendosi in uno spazio fatto di energie e di contrasti simultanei, secondo quanto si registra nelle sue realizzazioni della seconda metà degli anni Sessanta, fondate su imprendibili presenze, lo spazio composto di colore e di una quasi nostalgica assenza di fisicità si apre su un’indistinta membrana di contatto che ci mette in comunicazione con un’altra fuggevole sensazione di imprendibilità”.
Valentina Muzi
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati