A Brescia una mostra per celebrare il talento femminile nella storia dell’arte

Dalla seicentesca Elisabetta Sirani alla pioniera dell’astrattismo Carla Accardi: tante le donne che si sono distinte, conquistando un posto di rilievo a dispetto dei pregiudizi di genere. Questo progetto alla Galleria BPER ne rievoca la storia e il talento

Una piccola esposizione, ma con temi attualissimi, quella della Galleria BPER Banca a Palazzo Martinengo di Villagana a Brescia. Una sfida, la volontà di tornare in città con un appuntamento destinato a ripetersi e un messaggio che invita ad una profonda riflessione sulla figura della donna nell’arte, ma non solo: anche sul talento femminile, sia artistico, sia imprenditoriale.

Il talento femminile nella mostra PRIMA a Brescia 

Il talento femminile è al centro della mostra PRIMA Che io possa andare oltre. Da figure artistiche del passato alle sperimentazioni di artiste contemporanee, con la poesia che fornisce un legame tra le opere, portando l’attenzione sulle parole, in un momento storico in cui è l’immagine, sempre più onnipresente, ad essere la protagonista. Non si tratta di una battaglia con il maschile, ma di nuove opportunità, legate indissolubilmente al talento, sia artistico che imprenditoriale. “Dove siamo ora?” sembra chiederci la nostra immagine riflessa nell’opera di Goldschmidt e Chari che conclude il percorso.

Il titolo della mostra PRIMA alla Galleria BPER a Brescia

Il titolo della mostra gioca sul doppio significato della parola “prima”, che racchiude il tempo e lo spazio, l’eccellenza, ma anche ‘la prima donna a raggiungere quel determinato risultato’, come si sente spesso dire ancora oggi. Partendo da un passato dove la presenza femminile in campo artistico era sovente sminuita, ma è riuscita lo stesso a creare opere eccezionali, fonte d’ispirazione per le generazioni a seguire, la mostra instaura un dialogo con la contemporaneità, ricca di figure femminili che spiccano per il proprio talento.

Elisabetta Sirani nella mostra alla Galleria BPER a Brescia

L’esposizione pone la corporate collection di BPER Banca in dialogo con l’esperienza artistica di donne che hanno avuto grande successo, anche grazie al proprio talento, e che hanno così aperto la strada a coloro che le hanno seguite. Il percorso espositivo inizia con due opere di Elisabetta Sirani, una delle artiste più significative del Barocco bolognese, che ottenne nel 1660 l’ammissione all’Accademia Nazionale di San Luca a Bologna, come docente, trasformandola in breve tempo in un’artista alla guida dell’importante bottega del padre, Andrea Sirani, e nella prima direttrice di una scuola di pittura femminile. In mostra i dipinti Madonna che allatta il Bambino (1658) e San Giovannino nel deserto (1660).

PRIMA. Che io possa andare oltre, installation view at Galleria BPER, Brescia, 2024 3
PRIMA. Che io possa andare oltre, installation view at Galleria BPER, Brescia, 2024

La poesia alla Galleria BPER a Brescia

Fil rouge del percorso è la poesia, che fa dialogare tra loro opere, stili ed epoche diverse. Poche parole, che però catturano l’attenzione, centrano il visitatore sul momento presente e lo preparano alle immagini. Una scelta interessante, in un momento storico in cui è l’immagine, onnipresente, ad essere la protagonista. Sono esposte infatti le poesie di Alessandra Baldoni, che ha interpretato con le sue parole le opere in mostra e ha realizzato l’installazione site-specific che apre la mostra, “l’universo non ha centro”, otto scrigni/libro in ferro e vetro (robustezza e fragilità) che, con versi, immagini e dettagli di altre opere, raccontano cos’è il talento e come viene percepito.
La poesia è una mia fissa”, commenta Giovanna Zabotti, la curatrice, “Alessandra è una delle prime artiste che ho seguito, la conosco da ventidue anni. Per un po’ mi ero concentrata su altro e avevo messo la poesia un po’ da parte, poi, soprattutto con l’ultima esperienza che ho avuto con il Padiglione di Venezia alla Biennale, mi sono resa conto che le immagini sono talmente tante e siamo così abituati a vederle tramite lo schermo, che ci risultano anche indifferenti, non riusciamo più a fermarci per capire cosa abbiamo davantiLa poesia è necessaria, leggendo alcune corde vengono toccate, che le immagini non riescono più a raggiungere. Parole che contano tantissimo e aiutano a capire cosa quelle parole significhino per noi, in modo che quando l’immagine arriva è un’immagine che vediamo con un approccio diverso. Per me l’approccio del visitatore è sacro. Sono convinta che l’arte aiuti, l’ho provato su me stessa e per fare in modo di arrivare ai visitatori devo usare tutto ciò che posso perché il messaggio arrivi il più profondamente possibile, per lasciare anche un piccolo seme”.

Carla Accardi alla Galleria BPER a Brescia

Segue l’opera di Carla Accardi, maestra dell’astrattismo italiano e tra i più significativi del Secondo Dopoguerra in Italia. Fu l’unica donna del Gruppo Forma 1, di ispirazione formalista e marxista, e una delle prime italiane a dedicarsi all’astrattismo. La sua ricerca artistica si basava sulla riduzione delle forme all’essenziale e sull’eliminazione di ogni significato simbolico o allegorico della composizione, dimostrando che le donne possono rappresentare messaggi forti, al pari degli uomini. L’acrilico su tela Rosso-nero (1985) rappresenta un’artista che ha rivoluzionato il concetto di opera d’arte e ha aperto la strada alla ricerca di numerose artiste contemporanee. Accompagna l’opera una panchina rossa, che richiama la sempre terribilmente attuale lotta contro la violenza sulle donne.

Le altre artiste in mostra alla Galleria BPER a Brescia

In mostra sono altresì presenti i dipinti Soledad (2024) e Il silenzio del luogo (2024) di Ana Kapor Isola #49(2021) di Stefania Galegati, opera vincitrice della prima edizione del BPER Prize, premio dedicato alle tematiche dell’inclusione e della valorizzazione del talento femminile.
Colpiscono gli esperimenti di Marina e Susanna Sent, titolari di un laboratorio d’arte a Murano che raccoglie l’antica tradizione dei maestri del vetro. Si sono affermate per la loro passione nella realizzazione di gioielli e sculture in vetro, dal design unico. Al centro di queste opere, il cui interno è amplificato dalla forma del cristallo, che funge da lente, troviamo: il nido, simbolo di protezione, intimità e genesi e la magnolia, che richiama la femminilità, un ricordo d’infanzia e di giochi sotto l’albero di magnolia della nonna. Differenti se li si osserva dall’alto, da dove si vede la loro reale dimensione o di fronte, dove appaiono ingranditi. All’interno c’è del metallo, della filigrana e dello zanfirico, lavorazioni molto antiche, del 1600, che le artiste hanno voluto inglobare nell’opera.
La mostra si conclude con l’opera Untitled View (2020) del duo al femminile Goldschmied & Chiari. Nei fumogeni colorati, intrappolati nello specchio, che sembrano alludere ad un’altra dimensione, vediamo il nostro riflesso e siamo invitati a chiederci: “oggi a che punto siamo realmente?”

Giulia Bianco

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Giulia Bianco

Giulia Bianco

Ha frequentato a Milano il Master Economia e Management per l'Arte e la Cultura della 24Ore Business School. Laureata in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Catania con tesi dal titolo “I contratti nel mondo dell’arte”, è specializzata in diritto…

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