È morto Gigi Pedroli, cantore onirico di Milano. Fondò sui Navigli il Centro dell’Incisione

Scompare all’età di 92 anni l’artista milanese, che nel 1975 recuperò Palazzo Galloni per farne un salotto artistico e culturale, attivo ancora oggi. Pittore, incisore, ma anche cantante e musicista popolare, ha raccontato Milano con una sguardo molto personale

Del Centro dell’Incisione nascosto sulla sponda destra del Naviglio Grande, a Milano, abbiamo raccontato di recente. Atelier, scuola e spazio espositivo, nato nel 1975 come punto di ritrovo per un gruppo di amici artisti, è sopravvissuto agli anni e alle trasformazioni del quartiere. 

Il Centro dell'Incisione, Alzaia Naviglio Grande, Milano, 2024. Photo Emma Sedini
Il Centro dell’Incisione, Alzaia Naviglio Grande, Milano, 2024. Photo Emma Sedini

Il Centro dell’Incisione di Gigi Pedroli a Milano

E il merito si deve a Gigi Pedroli, che in Palazzo Galloni, al civico 66 dell’Alzaia Naviglio Grande, concretizzò all’epoca il desiderio di plasmare un centro dedicato all’incisione, in cui incontrarsi per lavorare, esporre e conversare. Con sua moglie Gabriella, dunque, recuperò tre stanze dell’edificio abbandonato, affacciate sul cortile interno del pian terreno: un torchio a dettare il ritmo, il neonato Centro di Incisione avviò le sue attività facendosi largo in punta di piedi, inizialmente ostacolato dalla cattiva fama che ancora aleggiava intorno ai Navigli. Ma presto il programma di mostre, incontri e persino serate di intrattenimento e cabaret decollò. Negli anni a seguire il Centro sarebbe diventato anche scuola, con corsi di incisione amatoriali – anche per bambini – e per artisti intenzionati a perfezionare la propria tecnica. Sopravvissuto fino ai giorni nostri, ora il Centro perde il suo fondatore, fino all’ultimo operativo per alimentare il progetto di una vita.

Gigi Pedroli, le sue opere e Milano

Pedroli scompare all’età di 92 anni: nato a Milano nel 1932, dopo gli studi presso la Civica Scuola di Arte del Castello aveva intrapreso l’attività artistica – iniziata nel mondo della pubblicità, come grafico – affiancandovi la passione per il canto e la poesia. E la sua Milano l’ha raccontata, nell’arco di oltre mezzo secolo, in acqueforti e pitture a olio (ma nella sua lunga carriera ha praticato anche il mosaico e l’affresco, oltre che la ceramica, con i piatti e i vasi realizzati presso la Fornace Curti) non meno che attraverso canzoni popolari composte in un misto di italiano e dialetto milanese. Un legame intenso, premiato nel 2020 con l’assegnazione dell’Ambrogino d’Oro, a lui e sua moglie.

Gigi Pedroli, Il giro del mondo
Gigi Pedroli, Il giro del mondo

La visione onirica di Gigi Pedroli

Le sue opere, esposte in molte manifestazioni italiane e internazionali, personali e mostre collettive, raccontano in modo fantastico e onirico personaggi e situazioni della realtà che lo circondava, in spazi immaginati dove le figure – umani dai corpi deformati, animali, oggetti inventati come la ricorrente nave a rotelle – sembrano stare in assenza di gravità.

Livia Montagnoli

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