Entro il 2030 il Met di New York si amplierà con un nuovo edificio firmato Frida Escobedo

A due anni dalla nomina dell’architetta messicana Frida Escobedo come progettista della nuova ala, il Met ha reso note le prima immagini dell’ampliamento: un intervento, da 550 milioni di dollari, misurato e consapevole degli oltre 150 anni di storia (anche architettonica) del museo

Oltre 11mila metri quadrati interamente dedicati all’arte moderna e contemporanea: entro il 2030, il Metropolitan Museum of Art di New York punta a dotarsi della nuova Ala Tang, la cui realizzazione è sostenuta da 550 milioni di dollari frutto di donazioni private. A due anni dalla nomina di Frida Escobedo come progettista dell’ampliamento del museo, l’istituzione statunitense ha annunciato di aver raggiunto (a maggio 2024) il traguardo economico atteso per la costruzione della sua estensione e ha svelato i primi render.

©Filippo Bolognese Images, courtesy of Frida Escobedo Studio
©Filippo Bolognese Images, courtesy of Frida Escobedo Studio

Pronto nel 2030 l’ampliamento del Metropolitan Museum of Art di New York

Alla guida del Taller Frida Escobedo dal 2006, l’architetta messicana si appresta dunque a chiudere il suo 2024 nel segno della progettazione museale. Nello stesso anno in cui, insieme allo studio Moreau Kusunoki, è stata scelta per l’attesa ristrutturazione del Centre Pompidou, Escobedo consolida la sua reputazione in ambito museografico con un’operazione che consentirà al museo newyorkese (anche attraverso la riconfigurazione degli spazi esistenti) di aumentare la propria superfice espositiva di quasi il 50%. Prima donna nella storia del Met, fondato nel 1870, a ricevere l’incarico per un intervento di natura architettonica all’interno della storica sede, Escobedo ha sviluppato l’espansione su cinque livelli (che non oltrepasseranno l’altezza massima del volume risalente al 1880). Circa 6500 metri quadrati saranno destinati alle opere d’arte moderna e contemporanea della collezione del Met: una raccolta che, tra i propri punti di forza, include opere di Diane Arbus, Leonora Carrington, Salvador Dalí, Edward Hopper, Georgia O’Keeffe, Pablo Picasso, Horace Pippin, Jackson Pollock, Man Ray, William Kentridge, Cindy Sherman e Thomas Struth.

©Filippo Bolognese Images, courtesy of Frida Escobedo Studio
©Filippo Bolognese Images, courtesy of Frida Escobedo Studio

Cinque piani e un sistema di schermature in pietra per il rinnovo del Met

Il nostro obiettivo è stato quello di creare un edificio che soddisfacesse pienamente le esigenze e le aspirazioni del Met, intrecciando collegamenti vitali tra le gallerie d’arte moderna e contemporanea e le altre aree del museo e allo stesso tempo esprimendo il significato speciale del posto dell’Ala Tang nella città”, ha dichiarato Escobedo che nel 2018, a 38 anni, fu la più giovane progettista di sempre a realizzare il Serpentine Pavilion a Londra. Dalle poche immagini attualmente disponibili si evidenzia una composizione per volumi sovrapposti, scandita dai progressivi arretramenti del quarto e del quinto piano che generano distinte terrazze. 

Come sarà il nuovo Met

La pietra calcarea e la lezione dell’architetto Kevin Roche, autore dell’ampliamento del Met completato a metà degli Anni Settanta, concorrono a definire il rivestimento dell’edificio, con facciate ritmate da superficie vetrate che cedono progressivamente il passo a schermature (anch’esse in pietra), a loro volta concepite per filtrare la luce naturale in ingresso nelle sale e mantenere una costante connessione visiva con il contesto. Le altezze degli spazi espositivi varieranno, superando i 6 metri per soddisfare le richieste espositive di installazioni e opere di grandi dimensioni oppure attestandosi sui 3.50 metri per favorire esperienze di osservazione più intime e ravvicinate. Immancabile, ovviamente, l’area destinata ai servizi di ristorazione, ai quali sarà riservato l’intero ultimo piano e i relativi spazi all’aperto. Generosamente affacciati su Central Park e sullo skyline di Manhattan.

Valentina Silvestrini

Libri consigliati:

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Valentina Silvestrini

Valentina Silvestrini

Dal 2016 coordina la sezione architettura di Artribune, piattaforma per la quale scrive da giugno 2012, occupandosi anche della scena culturale fiorentina. È cocuratrice della newsletter "Render". Ha studiato architettura all’Università La Sapienza di Roma, città in cui ha conseguito…

Scopri di più