Sangue e seduzione: la storia dei vampiri in mostra a Crema
Un viaggio fantastico attraverso documenti, manoscritti, illustrazioni e citazioni dal mondo del cinema per raccontare il fascino immortale del vampiro, dalle radici mitologiche alle interpretazioni moderne
La Pinacoteca del Museo Civico di Crema porta in scena i re indiscussi delle tenebre: i vampiri. Un progetto tra illustrazione e letteratura, che ne traccia l’evoluzione storica, dal folclore popolare alla loro trasposizione in chiave moderna attraverso manoscritti, illustrazioni e citazioni cinematografiche.
I vampiri: un’ossessione senza tempo
In questo viaggio tra le ombre, è normale domandarsi perché una figura così oscura, ostile e contorta come quella del vampiro abbia suscitato, fin dalle sue origini, un interesse tanto profondo e persistente. Temuto ed amato, il vampiro sopravvive con straordinaria tenacia nell’immaginario collettivo da secoli e, nel 2024, la sua presenza sembra più viva che mai. Una circostanza ragionevole, considerando la sua natura di creatura non morta.
Gli antenati dei vampiri in mostra alla Pinacoteca del Museo Civico di Crema
Le varie superstizioni popolari hanno da sempre associato alla tenebra perfidi esseri soprannaturali dai quali proteggersi. I non-morti e i succhia-sangue, facenti parte di questa categoria, animano il nostro immaginario esoterico sin dall’antichità.
Gli “strigoi” dei miti romeni
Prima che si parlasse di vampiro, il termine che veniva usato era strigoi (dal latino strigosus, scarno, e stryx, rapace notturno), creatura mutaforme ed ematofaga della mitologia romena, che durante la notte usciva dalla tomba per tormentare i vivi. Una parola piuttosto familiare… è infatti dalla stessa radice etimologica che deriva la parola strega.
Le “striges” e le altre creature nella mitologia latina e greca
Le striges, considerabili antenate delle streghe, nella mitologia latina erano donne-rapace che bevevano il sangue delle loro vittime. Nella leggenda greca troviamo invece le Empuse, lussuriose divoratrici di uomini, le Lamie, donne mostruose e sanguinarie, e le Keres, figlie della notte che si nutrono del sangue dei defunti e dei feriti in guerra, citate nell’Iliade di Omero. Impossibile non menzionare Lilith (Lilitu), belle dame sans merci, un antico demone mesopotamico che, nella tradizione ebraica, divenne la prima moglie di Adamo. Ribelle e indipendente, Lilith pagò a caro prezzo la sua disobbedienza: dopo essere fuggita dal Giardino dell’Eden, essa si trasfigurò in un demone rapitore di bambini e seduttore di uomini.
Gli altri antenati dei vampiri
Anche incubi e succubi, libidinose e spaventevoli apparizioni del dormiveglia, sono interessanti da citare in questo contesto. E poi ancora gli upirs polacchi, i brucolacas greci e gli arabi ghuls. Insomma, la figura del vampiro moderno non emerge improvvisamente, come un fulmine a ciel sereno: è il risultato di una sintesi di leggende, miti e superstizioni, che ne fanno una delle creature più affascinanti e temute dell’immaginario collettivo. Anche in questa sua antica genesi risiede l’immortalità.
I vampiri nella letteratura gotica in mostra a Crema
L’origine del termine vampiro rimane incerta, si ipotizza che derivi da una storpiatura romanza di termini russi come wampiti (mormorare) e wempi (bere), che si diffusero a seguito di un caso serbo di fanatismo epidemico risalente al XVIII Secolo. Tuttavia, la moderna accezione del vampiro venne ufficializzata solo nell’aprile del 1819, con la pubblicazione del breve racconto The Vampyre, scritto dal giovane medico inglese di origini italiane John William Polidori. Gli appassionati di letteratura gotica conosceranno la stramba storia della genesi del racconto. Ci troviamo nel 1816, chiamato anno senza estate, a Villa Diodati, sul lago di Costanza, nei pressi di Ginevra, dove un gruppo di giovani letterati, di cui facevano parte Lord George Byron, John Polidori, Percy Shelley e Mary Godwin Shelley (accompagnata dalla sorellastra Claire Clairmont), una notte decise di cimentarsi in una sfida letteraria: scrivere storie del terrore. Proprio in questa fervida e peculiare circostanza nacquero due iconici racconti che arrivarono a plasmare per sempre l’immaginario gotico: Frankenstein, o The Modern Prometheus, di Mary Shelley e The Vampyre di John Polidori.
Il mito di Dracula in mostra a Crema
Quando pensiamo ai vampiri, non è certo The Vampyre di Polidori a venirci in mente, per quanto sia un’opera di fondamentale importanza per la genesi del genere. Il “battesimo del vampiro” avviene alla fine dell’Ottocento con la pubblicazione dell’iconico romanzo Dracula (1897) scritto dall’irlandese Bram Stoker. Esso è inoltre preceduto da un altro rilevante romanzo vampiresco dalle sfumature saffiche: Carmilla (1872) di Sheridan Le Fanu. Queste opere racchiudono tutte le peculiarità del vampiro odierno, ormai trasformato in un seduttore colto, spietato e profittatore. Un cacciatore, o femme fatale, in borghese.
I vampiri come strumento del male a Crema
Verso la fine del XIX Secolo, il vampiro subisce la metamorfosi definitiva: da creatura folcloristica senza carisma si evolve in un affascinante strumento delle forze del male, capace non solo di piegare la stoica volontà degli uomini, ma anche di insinuarsi nella repressa libido femminile, tormentata da ipocriti rigori dell’epoca vittoriana. “Blood is life” (“Il sangue è vita”), recita una celebre frase del romanzo di Stoker: il sangue diventa metafora di un fluido vitale che scorre da un corpo all’altro, trasferito attraverso il mortale bacio sul collo, punto erogeno per eccellenza. Eros e thanatos vanno definitivamente a fondersi con dissonante armonia nell’immaginario vampiresco che interesserà l’Ottocento e le epoche successive. A tal proposito, è impossibile non citare il celebre dipinto Vampiro (1895) di Edvard Munch, ora esposto a Palazzo Reale.
Il vampiro nel cinema contemporaneo e nei manga
Dal Novecento ai giorni nostri, la figura del vampiro ha iniziato a viaggiare attraverso una varietà di media, evolvendosi e adattandosi al contemporaneo. Se un tempo queste creature della notte trovavano spazio solo in opere letterarie, dipinti e illustrazioni, il XX Secolo le ha viste emergere dai loro sepolcri e adattarsi a nuovi mezzi, luoghi e circostanze. Una delle sue più celebri apparizioni cinematografiche avviene nella pellicola muta Nosferatu il vampiro (1922), diretto da Friedrich Wilhelm Murnau. Tra gli altri cult del genere non possono mancare Intervista col Vampiro (1994), tratto dall’omonimo romanzo di Anne Rice, e Dracula(1992), iconica ed elegante pellicola diretta da Francis Ford Coppola.
Ma il vampiro non si limita a soggiornare nel mondo occidentale: arriva anche in Giappone, dove lo vediamo protagonista di manga come Vampire Hunter D (1985), anime come Castlevania (2017) e di illustrazioni sensuali e decadenti, come quelle del talentuoso Takato Yamamoto.
Il fascino dei vampiri in mostra a Crema
Perché dunque amiamo così tanto i vampiri? Queste creature racchiudono in sé l’immaginario dell’uomo e della donna viziosi e libertini che si interfacciano con una tipologia di società dalla morale conformista e menzognera. E – proprio in questa società che decade sotto il peso del proprio perbenismo – essi agiscono come esseri liberi e autentici, guidati sì da istinto e lussuria, ma capaci di bucare la superficie di un mondo fittizio.
Giorgia Angelica Tambara
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