Torna a Cremona uno dei violini più preziosi di sempre

Quest’anno il Sarasate di Antonio Stradivari compie 300 anni e il Museo del Violino di Cremona gli dedica una mostra. Un violino che annovera fra i suoi proprietari persino il celebre Niccolò Paganini

Per festeggiare i suoi trecento anni di vita e armonia, il violino Sarasate di Antonio Stradivari torna a casa. Torna in quella Cremona che lo tenne a battesimo nel buio della bottega del massimo liutaio di tutti i tempi. È sempre una festa quando uno dei capolavori della liuteria universale ritorna laddove ha visto la luce.

Lo Stradivari Sarasate torna a Cremona

Ed è questo il senso dell’esposizione monografica dal titolo Sarasate, il violino dei virtuosi. 1724-2024. Tre secoli di storia di uno Stradivari e dei suoi custodi, in corso al Museo del Violino fino al prossimo 6 gennaio 2025. Per capire cosa voglia dire il ritorno del Sarasate nelle città che, unico caso al mondo, conta una concentrazione di oltre 180 botteghe liutarie, basta vedere i volti incantati degli artisti artigiani di ogni nazionalità che si perdono nelle volute eleganti, nelle effe così tipiche di Strad e le confrontano con le forme di legno che conservano l’atto creativo all’origine dello strumento. Basterebbe questo per capire l’eccezionalità di questo ritorno, che suggella la collaborazione istituzionale fra il Museo del Violino di Cremona e il Musée de la Musique de la Philharmonie de Paris, proprietario del violino. Il Sarasate è uno Stradivari eccezionale.

Stradivari Sarasate: una storia lunga tre secoli

È il tempo che si è cristallizzato nel legno e nell’eleganza del violino, sono i segni di una vita trascorsa in sale da concerto e teatri, segni lasciati dalle dita e dall’uso che ne fecero i suoi proprietari. Nella materia di uno Stradivari vive l’anima di chi l’ha suonato, ciò vale a maggior ragione per questo capolavoro della maturità di Strad. Il Sarasate è stato custodito daipiù importanti personaggi della storia della liuteria e del violino, tra cui il Conte Cozio di Salabue e i liutai Giovanni Battista Guadagnini, Jean-Baptiste Vuillaume e Charles-Eugène Gand. Non fu solo Pablo de Sarasate a far volteggiare le dita sulla tastiera di questo violino: prima di lui lo strumento appartenne anche al virtuoso per eccellenza, Niccolò Paganini. Nonostante il suo nome sia legato indissolubilmente al suo Cannone, costruito da Giuseppe Guarneri del Gesùnel 1743, Paganini fu inoltre un esperto e un appassionato di strumenti della liuteria classica Cremonese. 

La mostra sul Sarasate al Museo del Violino di Cremona

L’esposizione monografica mette in luce le straordinarie vicende dello strumento e dei suoi prestigiosi custodi, vicende che culminano nel rapporto, durato oltre sessant’anni, tra Pablo de Sarasate e il violino che prenderà in seguito il suo nome. In un’ottica di valorizzazione del connubio tra musica e liuteria, il visitatore potrà scoprire il ruolo di Sarasate nell’evoluzione della professione di musicista all’affacciarsi dell’età contemporanea, con la comparsa delle prime tournée intercontinentali e le prime incisioni, e scoprire i dettagli costruttivi di uno Stradivari su cui sono stati eseguiti numerosi approfondimenti scientifici. Ed in merito osserva Riccardo Angeloni, conservatore delle collezioni liutarie del Museo del Violino: “Di questi passaggi di mano rimangono le tracce incise nella materia, come la sigla PG inscritta da Cozio nella cassetta dei piroli, gli interventi di ammodernamento del manico effettuati da Guadagnini e da Vuillaume, l’usura causata dall’intensivo utilizzo da parte di Sarasate nella sua lunga carriera di solista di fama mondiale, le riparazioni dei suoi liutai di fiducia Gand & Bernardel. Lo studio diretto di questo violino, coadiuvato da indagini scientifiche all’avanguardia e correlato allo studio delle numerose fonti scritte lasciate dai protagonisti, ha permesso di ricostruire queste storie: l’allestimento vuole comunicare l’incredibile valore documentario che può assumere un oggetto quando diviene, giorno dopo giorno attraverso i secoli, un bene culturale”.

La scienza al servizio della liuteria

L’intuizione di Cozio di Salabue nell’apporre la G sulla forma che diede origine al violino dei virtuosi ha trovato conferma dalle più avanzate ricerche scientifiche e indagini diagnostiche. L’ipotesi di Cozio è stata confermata grazie alla condivisione e al confronto di dati scientifici raccolti a distanza di anni e con tecniche diverse dal Musée de La Musique e dal Museo del Violino. Una scansione laser 3D della forma PG realizzata in collaborazione con il Politecnico di Milano e l’Università di Pavia presso l’MdV è stata confrontata con i profili tratti da una tomografia computerizzata (simile alla TAC usata in campo medico) condotta sul Sarasate presso il Muséum National d’Histoire Naturelle di Parigi (piattaforma AST-RX). La corrispondenza tra il profilo e le dimensioni della forma PG e delle fasce del violino è quasi perfetta. La stessa forma è stata utilizzata dal massimo liutaio per la costruzione, tra gli altri, del violino Cremonese del 1715, che ha dato il via, oltre mezzo secolo fa, alla collezione degli strumenti di liuteria classica del Museo del Violino. 

Nicola Arrigoni

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Nicola Arrigoni

Nicola Arrigoni, giornalista professionista, è redattore ordinario presso il quotidiano «La Provincia» di Cremona dove si occupa di cronaca culturale della città, politica culturale, liuteria e ricopre il ruolo di critico militante per il teatro drammatico. É critico teatrale e…

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