Foto e video della prima spettacolare installazione d’arte nel cantiere della metro a Piazza Venezia a Roma
“Murales” è il titolo del progetto promosso dalla società consortile guidata da Webuild e Vianini Lavori, all’opera per costruire la linea C della Metro di Roma. Così il cantiere si trasforma in occasione di rigenerazione urbana. Il video
Costellazioni di Roma, recita il titolo del monumentale intervento firmato da Pietro Ruffo sui dieci silos che in Piazza Venezia, a Roma, segnalano il cantiere dell’archeostazione della metropolitana in costruzione. Svelato nella mattinata del 16 dicembre, primo di un ciclo di opere che nei prossimi mesi si avvicenderanno su questa inedita superficie prestata all’arte contemporanea nel cuore di Roma, il lavoro di Ruffo prova infatti ad avvicinare terra e cielo nell’incontro tra passato e presente.
Il progetto “MURALES” per il cantiere della Metro C di Piazza Venezia
Il progetto che vuole restituire valore alla dimensione pubblica dell’arte, però, è più articolato. MURALES, si è scelto di ribattezzare l’iniziativa promossa dalle imprese costruttrici della linea C della metropolitana di Roma, che proprio in Piazza Venezia sono all’opera per realizzare nell’arco dei prossimi anni la stazione più ambiziosa del lotto. Mentre si scava in profondità per costruire l’infrastruttura e valorizzare al contempo i ritrovamenti archeologici emersi nell’area, MURALES porta in superficie l’arte – contemporanea e site-specific – per offrire a Roma una piattaforma culturale inedita e invitare a riflettere sulla natura evolutiva delle città. Il progetto di arte pubblica è promosso dalla società consortile guidata da Webuild (già all’opera nelle Stazioni dell’Arte di Napoli, e a Milano per le stazioni archeologiche della linea M4) e Vianini Lavori, con il patrocinio di Roma Capitale e di concerto con le Soprintendenze competenti. “La stazione Venezia” spiega l’ad di Webuild Pietro Salini “rappresenta una sfida ingegneristica unica, in cui abbiamo voluto creare questo connubio tra arte, tecnica ingegneristica e tecnologia più avanzata. Con Murales si veste di bellezza anche il cantiere, con una collaborazione trasversale tra imprese, istituzioni, esperti del settore e artisti di respiro internazionale. Siamo orgogliosi di assistere alla trasformazione di questa piazza in una piattaforma
culturale innovativa. Il nostro Gruppo ha assunto un impegno sempre più forte verso le comunità in cui opera per la tutela del bello e la valorizzazione del passato che ci è stato tramandato“
Gli artisti di “MURALES” e le opere site-specific sui silos del cantiere
Sei sono gli artisti coinvolti, invitati a interpretare le trasformazioni in corso a Piazza Venezia e in città: ognuno di loro “esporrà” la sua opera inedita sui silos del cantiere per quattro mesi. A sceglierli, tra i protagonisti dell’arte italiana contemporanea, ci ha pensato un Comitato Scientifico composto dai rappresentanti di alcune tra le principali istituzioni culturali di Roma: la Galleria Nazionale d’Arte Moderna, la Galleria Borghese, il MAXXI e il Palazzo delle Esposizioni. La curatela si deve a Spazio Taverna.
Dunque MURALES vuole celebrare il ruolo dell’arte pubblica nel dare forma a una narrazione collettiva che possa coinvolgere la città – chi la abita e chi la visita – trasformando il cantiere della linea C in simbolo di rigenerazione urbana e di sviluppo sostenibile. “L’idea che i cantieri possano essere dei siti espositivi è molto bella. Il risultato si commenta da sé” sottolinea il sindaco Roberto Gualtieri “Questo cantiere diventerà uno dei più grandi siti di arte contemporanea del mondo. Ogni quattro mesi un nuovo artista potrà utilizzare questa tela gigantesca per una sua opera d’arte regalando alla città un’esperienza unica con il cuore di Roma alle spalle”.
Con Ruffo, hanno accettato l’invito Elisabetta Benassi, Liliana Moro, Marinella Senatore, Toiletpaper e Nico Vascellari.
L’opera di Pietro Ruffo per il cantiere della Metro C di Piazza Venezia
Nel caso delle Costellazioni di Ruffo, l’articolazione del tema – la sua costruzione iconografica e compositiva – è funzionale alla ricerca che l’artista romano (ora protagonista di una personale al Palazzo delle Esposizioni) conduce da anni, celebrando la stratificazione storica della città nell’ottica di orientare lo sguardo verso il futuro. Le costellazioni, cuore dell’opera, non sono solo rappresentazioni celesti ma simboli ricchi di significati, che rimandano ai miti fondativi di Roma. Le 13 personificazioni mitologiche del calendario astronomico raffigurano figure antropomorfe e animali fantastici, ispirati alla cultura classica e rinascimentale, che attribuiva all’astrologia il potere di influenzare i destini umani. Sotto le mitologie cosmiche, però, emergono le linee della Pianta Topografica di Roma Antica di Luigi Canina (1850). Una mappa che, sospesa tra stelle e costellazioni, unisce simbolicamente il sapere antico alla visione moderna della città.
Come ha lavorato Pietro Ruffo in Piazza Venezia
“Roma, nella sua storia, è cresciuta braccio a braccio con gli artisti; ma è come se a un certo punto questa storia d’amore si fosse interrata. E ora il fatto che si pensi che possa essere una buona idea inserire l’arte contemporanea in un moderno cantiere di costruzione della città non è scontato; è un bellissimo segno, anche politico, perché si riprende ciò che si era sempre fatto, ma non si è più fatto”, racconta Ruffo nel commentare la chiamata che l’ha visto rispondere con entusiasmo al progetto. “Penso anche al ruolo degli artisti italiani della mia generazione: a lungo non abbiamo neanche potuto pensare di progettare un grande intervento per uno spazio pubblico, ci eravamo un po’ atrofizzati, sembrava non esistessimo nel tessuto della città e della società. Che si aprano queste possibilità è segno estremamente positivo”. Dal punto di vista artistico, poi, lavorare sui silos è stata una grande sfida, “perché si tratta di una superficie scultorea, quasi barocca con le sue superfici concave e convesse. Ecco perché plasticamente ho pensato di risolverla come una scultura, seppur attraverso il disegno. Ho realizzato un grande disegno in scala 1:10, da leggere come un continuum, in cui i dodici segni zodiacali sono in moto perpetuo. I silos, con la loro verticalità, hanno ispirato il collegamento tra le tracce del passato e le costellazioni”.
Scopriremo nei prossimi mesi come gli artisti che lo seguiranno hanno pensato di interagire con i grandi silos e con un contesto tra i più emblematici della stratificazione architettonica che caratterizza il centro di Roma. Nel frattempo, per i prossimi quattro mesi, chi passerà in piazza non potrà fare a meno di notare le grandi figure mitologiche tratteggiate a penna bic che si intrecciano sopra al cantiere.
Livia Montagnoli
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